Ben trovato per questa nuova tappa del nostro viaggio nel mondo della crescita personale.
Con questo post sul lamentarsi, rispondo a Elena che mi chiede: “Che cosa posso fare per migliorare il mio carattere lamentoso?”. Cara Elena, innanzitutto, grazie di aver proposto questo tema. Nella tua richiesta ci sono tanti utilissimi spunti di riflessione, mi soffermo prima di tutto sulla definizione di “carattere lamentoso”. Rimandando a un prossimo post un approfondimento sul carattere, concentriamoci ora sulla lamentela, sull’arte di lamentarsi. La lamentela è una ragnatela che tessiamo giorno dopo giorno per poi rimanerne imprigionati!
Perché siamo portati a lamentarci?
Prima trappola in cui spesso cadiamo è quella di considerare la tendenza a lamentarsi (“lamentosità”) un tratto caratteriale.
Attenzione, la lamentela non è un tratto caratteriale o di personalità, lamentarsi è un’abitudine. Sì, lamentarsi è una gran brutta abitudine che apprendiamo e continuiamo a praticare quotidianamente fino a renderla automatica… così la chiamiamo carattere.
La seconda trappola da evitare è la diffusa convinzione limitante che ci mostra la lamentela come qualcosa di utile.
È innegabile, però, che lamentarsi produca degli effetti, vediamo un po’ quali:
- Mantiene la mente concentrata sul problema. Attenzione però, non su diversi problemi ma sempre sullo stesso;
- Riporta alla mente le emozioni negative legate all’esperienza di cui ci lamentiamo mantenendole costantemente vive e presenti;
- Impedisce nuove visioni che ci permettono di inquadrare in modo diverso il problema;
- Mantiene i nostri pensieri legati al passato, al peggio del passato, togliendo energia al presente;
- Ci fa pensare, rimuginare, scervellare… impedendoci di agire;
- Uccide la convinzione della possibilità di un cambiamento;
- Ci fa identificare con i nostri pensieri e sentimenti negativi.
Quanta utilità troviamo in questi effetti del lamentarsi è poi una valutazione assolutamente soggettiva.
La terza grande trappola del lamentarsi è pensare che lamentandosi ci si sfoga, ci si libera dalle emozioni negative. A questo proposito una precisazione va assolutamente fatta, distinguiamo lo sfogo dalla lamentela.
- Lo sfogo, il tirar fuori e condividere le nostre emozioni legate a un avvenimento, il racconto dell’avvenimento stesso sono assolutamente utili per dar compimento a un’esperienza negativa ed elaborarla. Lo sfogo però ha una durata limitata nel tempo.
- La lamentela, invece, è uno sfogo che non ha una fine. Lamentarsi è un’abitudine quotidiana che non ha una fine; o la fermi o diventa la tua ombra.
Tutti viviamo esperienze negative, delusioni, dolori, ingiustizie, perdite. In questi momenti, è molto utile condividere con le persone vicine le proprie emozioni e il proprio vissuto, dar voce al proprio sentire; non facendolo rischio di trattenere tutto dentro e di accrescere il malessere.
Se però
- parlo esclusivamente di questa esperienza,
- concentro i miei pensieri sulla negatività,
- continuo a parlarne per mesi,
- alimento anche senso d’ingiustizia e avversità con frasi come: “Capitano tutte a me”, “Sono sfortunato”, “Perché solo a me”,
allora non ci sono dubbi, mi sto proprio lamentando e lamentarsi alimenta il malessere non mi fa condividere un vissuto.
Vediamo alcuni piccoli suggerimenti utili per smettere di lamentarsi:
- La lamentela è solo un’abitudine mentale, inizia a crearne altre più positive;
- Scegli un luogo preciso per lamentarti e dedica un tempo massimo al giorno alle lamentele… poi riducilo man mano;
- Inizia ad avere il tuo giorno “NO LAMENTELA” nella settimana. In questo giorno, appena noti che ti stai lamentando di qualcosa o stai fissando il pensiero su qualcosa che non va, ti dici “STOP!” e cambi pensiero e argomento.
- Sposta il focus sulle cose positive che la vita ti offre
- inizia a praticare la gratitudine
- Evita di dire e pensare che hai un carattere lamentoso; inizia piuttosto a dire e pensare che stai uscendo dal tunnel della lamentela!
Fammi sapere come va, ti auguro tanti splendidi giorni di benessere e cambiamento!