da Antonio Quaglietta | Dic 5, 2010 | Blog
Eccoci a una nuova tappa del nostro viaggio nella crescita personale Oggi ti racconto una storia vera che ha come protagonista una rana. Un esperimento del 1882 condotto dai ricercatori di psicologia della prestigiosa John Hopkins University di Baltimora, USA, esaminarono il fenomeno della rana bollita. Se si mette una rana in una pentola di acqua che bolle, la rana schizza fuori per salvarsi la vita. Se la rana viene invece posata in una pentola di acqua fredda e poi la metti sul fuoco, con la fiamma bassa, la rana non si accorgerà del progressivo e costante incremento della temperatura e finirà per bollire, lessata viva. Scena agghiacciante e da non dimenticare. Strana la rana eh… E quando la rana sei tu? Quante volte non ci accorgiamo di essere la rana che sta per bollire e la mancanza di consapevolezza molto lentamente diventa fatale? Ti è mai successo che la consapevolezza rifiutata di giorno in giorno si è trasformata in dolore esplosivo al termine dell’esperienza? Andiamo per gradi. A volte sembra che per produrre un vero cambiamento attendiamo due stati forti quanto opposti: Disperazione Esaltazione Pensaci bene, spesso le cose sembrano andare bene, nella direzione giusta e tutto appare “normale”, solo perché mancano gli scossoni, i grandi terremoti emotivi. Eppure ci sfugge un particolare piccolo ma indiscutibile: tutto cambia continuamente, anche se i cambiamenti sono piccoli, costanti e impercettibili. La vita è un insieme di cambiamenti, meglio accettarlo e attrezzarsi. Un principio fondamentale nella crescita personale è: sono proprio i piccoli mutamenti del presente, uno dopo l’altro, giorno dopo giorno, a creare le profonde trasformazioni del futuro. Vediamo qualche piccola strategia per diminuire le possibilità di finire bolliti e dirigere i piccoli, costanti cambiamenti nella direzione della nostra crescita personale e del nostro benessere : Creati una visione chiara del futuro:
visualizza chiaramente chi vuoi essere a medio-lungo termine e usa quella visione come bussola nelle scelte che fai oggi. Focalizzato sulla visione chiara del futuro, vedi il presente in prospettiva. Accetta i compromessi accettabili… rifiuta gli altri: ogni piccolo compromesso aumenta la temperatura ma in misura diversa: un compromesso su un comportamento è un grado, se rinunci a un tuo valore sono dieci gradi, se vai contro la tua identità e dimentichi chi sei… è solo questione di tempo, sei bollito. Tieni d’occhio il termometro:
misura benessere e soddisfazione, di tanto in tanto, nelle varie situazioni. Ricorda che tutto cambia, rinuncia all’illusione di poter cristallizzare il tempo e senti come cambiano le tue sensazioni. Benessere e soddisfazione crescono o diminuiscono? Definisci prima i tuoi limiti: decidi cosa precisamente sei disposto ad accettare e per quanto tempo. Che cosa riesci a sopportare? Che temperatura vuoi e puoi reggere? Raggiunti questi limiti salta fuori, schizza via. Salta fuori dall’acqua…anche quando ti sembra ancora fresca:
distaccati dalle situazioni, vedile ogni tanto dall’esterno, chiedi pareri a chi non è coinvolto; misura la temperatura “reale”, non accontentarti di quella che tu percepisci. Diciamocelo, ciò che ci blocca è la paura di testare l’acqua e scoprire che è già calda e continua a riscaldarsi. Pensiamo cose come:“E se poi capisco che sta andando male? Meglio continuare… e rimandare!” E i benessere? e la Crescita personale? Sicuro che sia una saggia decisione scegliere di non scegliere? E quando poi… finisci bollito? Lascia un commento, raccontaci una tua esperienza, aiutaci a darti sempre il meglio: CRESCIAMO CONDIVIDENDO! Per approfondire il mondo della crescita personale, scarica l’ebook gratuito “Convinzioni personali”. Ti auguro una splendida giornata!
da Antonio Quaglietta | Dic 1, 2010 | Blog
Continuiamo il nostro viaggio nel mondo della crescita personale e della CNV Comunicazione Non Verbale. Impariamo, questa volta, come decifrare i segnali del corpo che indicano piacere, gradimento, interesse e coinvolgimento emotivo; tutti quegli atti o comportamenti non verbali emessi dal nostro interlocutore e da noi stessi alla presenza di stimoli sentiti come emotivamente gradevoli. Ti ricordo ognuno di noi risponde in modo automatico, innato e geneticamente codificato alle stimolazioni emotive attraverso l’intero comportamento non verbale espresso dai quattro canali comunicativi della CNV: la prossemica (gestione degli spazi comunicativi attuata con il proprio corpo), la cinesica (gesti e movimenti di parti del corpo), la paralinguistica (suoni vocali senza significato specifico logico) la digitale (toccamenti delle mani e del corpo). Ricordiamo anche che: per stimolazioni emotive s’intendono persone, argomenti, azioni, cose, pensieri, comportamenti che esercitano su di noi un effetto emozionale… Tutto ciò che ci emoziona, che modifica il nostro stato d’animo, a livello manifesto o inconscio. Nota quei semplici e apparentemente gesti spontanei che riguardano la zona della bocca: ad esempio, mentre penso alla mia compagna o al mio compagno mi passo la lingua sulle labbra, o accarezzo le bocca con la mano. Che sta succedendo? Semplice, a livello cosciente sento semplicemente un piccolo stimolo sulle labbra che mi fa portare la mano esattamente ad accarezzarle; a livello inconscio però la cosa è molto diversa:quei gesti indicano “gradimento” dello stimolo proposto: Molto probabilmente, cioè, questo pensiero ha innescato una reazione emotiva di piacere subliminale che è espressa e scaricata proprio da questo gesto della lingua sulle labbra o delle dita che accarezzano la bocca. Quando l’effetto è di piacere, infatti, l’insieme del comportamento non verbale (gesti, movimenti del corpo, toccamenti, suoni vocali etc.), prodotto in risposta alle stimolazioni, indica all’istante che è stata creata una tensione emozionale ed è stato risvegliato un “desiderio non appagato” riferito allo stimolo che lo ha prodotto. Il corpo cioè ci indica all’istante che lo stimolo (persone, argomenti, azioni, cose, pensieri, comportamenti) che ha innescato la risposta non verbale è piacevole e gradito dal nostro interlocutore. Quello stimolo rappresenta cioè qualcosa che stiamo cercando e alla quale vogliamo avvicinarci, un desiderio da appagare. Un esempio pratico chiarisce sempre meglio: se in un colloquio di lavoro il selezionatore mentre legge il mio CV si accarezza i capelli e si sporge con il corpo verso di me avvicinandosi, molto probabilmente il suo corpo esprime in quel momento interesse (gradimento) per quello che legge e quindi per me. Posso allora chiedere cosa lo interessa in particolare del mio cv e vedere ancora, oltre alle sue risposte, come il suo corpo reagisce. Trovandomi a cena con una ragazza/o, le/gli chiedo se vuole venire con me al cinema in settimana, lei/lui si avvicina con il corpo, accenna (in modo quasi impercettibile) un bacio con le labbra socchiuse (bacio analogico), accarezzandosi i capelli, con molta probabilità accetterà il mio invito. Attenzione:anche se non dovesse accettare, il suo corpo ci dice che è stata emozionata/o piacevolmente. I gradimenti ci indicano proprio quando gli altri (e noi stessi) si emozionano piacevolmente, anche se non esprimono a parole, logicamente il proprio gradimento. Sono atti analogici di gradimento secondo la classificazione di S. Benemeglio: il bacio analogico, cioè un bacio accennato con le labbra, la pressione della lingua sulla parte interna della guancia, leccarsi le labbra, il linguino, cioè la protusione della lingua con le labbra socchiuse, il mordicchiamento delle labbra, la suzione del dito, la suzione di un oggetto (portare una penna alla bocca), l’accarezzamento dei capelli, le variazioni posturali in avanti, il tronco in avanti, l’avvicinamento di oggetti, il soggetto tocca la mano o gli oggetti del proprio interlocutore, toccarsi l’interno dell’orecchio, massaggiarsi parti del corpo, allargare braccia e/o gambe. Come usare i gradimenti? Beh, riconoscere e notare questi segnali significa sapere che ciò che proponiamo è coinvolgente, gradito, interessante e piacevole per l’altro…lo attrae emotivamente; continuare, quindi, a proporre l’argomento o lo stimolo contribuirà a creare empatia. Ora non puoi più non farlo…inizia a notare in te e negli altri queste risposte di Comunicazione Non Verbale e facci sapere come va. Buona scoperta! Lascia subito un commento per indicarci il tuo grado di interesse per la CNV e il linguaggio del corpo. Ciao, a presto.
da Antonio Quaglietta | Nov 28, 2010 | Blog
Benvenuto a questa nuova tappa del nostro percorso di crescita e sviluppo personale. Corri, produci, pensa… Ripensa, rianalizza, insegui continuamente un tempo che non basta mai… questo è stress. Ovunque tu sia, fermati un attimo e n o t a b e n e: Quanti colori ci sono intorno a te? Quanto è forte la luce che ti sta avvolgendo in questo preciso istante? Come stai respirando in questo preciso istante? Cosa stai provando in questo preciso istante? Quanto sei consapevole del calore del tuo corpo? Dei suoni sottili di questo preciso istante? Di cosa parlo? Il famoso QUI ED ORA! Essere presenti a se stessi, consapevoli, svegli, vivi. La maggior parte del nostro tempo lo passiamo immersi nella mente in dimensioni che fisicamente non esistono: FUTURO, quello che sarà (forse)… PASSATO, quello che è stato (non è più). Sai bene di cosa sto parlando: Si fa una passeggiata e uno dice: “Scusatemi ero soprappensiero, vi ricordate ieri sera il proprietario del ristorante com’è stato sgarbato…roba da matti!”. L’altro risponde, leggermente ansioso : ”In effetti anch’io riflettevo: ricordi quella situazione di cui ti ho parlato. Tra tre settimane dobbiamo presentare i risultati e non so se raggiungerò gli obiettivi. Ci hanno dato solo tre settimane…roba da matti!”. E il paesaggio? L’aria fresca? I colori? I particolari? La passeggiata? E LORO DUE?? Hanno ragione però, roba da matti: fare una passeggiata per portare a spasso il passato ed il futuro. Sarebbe più onesto dire “Cara è una bella giornata, che ne dici di portare a spasso le preoccupazioni. Dai, prendono un po’ d’aria…”. Non parliamo poi della piena attenzione, dell’ascolto profondo, della comunicazione aperta e interessata che si instaura durante la passeggiata: magari ognuno parlasse di sé…nooo…uno parla della sera precedente…l’altro risponde con le tre settimane successive! È favoloso: stamattina ho notato che mentre mi buttavo l’acqua fredda sul viso in realtà avevo l’immagine chiara di me che prendevo il caffè e mi dicevo in mente “Mmmh… sì…prima metto la caffettiera sul fuoco e poi mi vesto mentre il caffè sale…”. Preparavo la caffettiera e pensavo alla camicia da abbinare al pantalone. Bevevo il caffè e pensavo alla posta da controllare. Leggevo la posta e pensavo al pranzo. Pranzando pensavo a come organizzare il pomeriggio. Mi addormenterò pensando a quando domani mi laverò la faccia. In tutto questo il presente dov’è? Da bambini sentivamo l’acqua sulla faccia, ridevamo correndo tra la stanza da letto ed il bagno, gustavamo il latte, ci incantavamo nel momento e spesso dovevano tirarci fuori i grandi dai nostri momenti infiniti. Ma lo so, lo so…dobbiamo fare così…oggi tutto è veloce e così guadagniamo tempo! Posso chiederti…guadagni tempo per cosa precisamente? Siamo proprio sicuri che il tempo manca? Ho una triste notizia: di tempo finché ce n’è, ce n’è…quando finirà…non te ce ne accorgeremo! Una cosa però a volte ci sfugge davvero: l’unica realtà in cui viviamo e in cui possiamo agire è il presente. Bene, ora prendi otto minuti qui e ora, ferma la mente e goditi questo breve video che parla proprio del qui e ora. Lascia il tuo commento è importante avere il tuo parere per migliorare costantemente. A prestissimo. Splendida Giornata a Te!
da Antonio Quaglietta | Nov 25, 2010 | Blog
Eccoci a una nuova tappa del nostro viaggio nel mondo dello Sviluppo Personale. La vita è una splendida avventura! La vita è una guerra! La vita è come una scatola di cioccolatini perché non sai mai quello che ti capita! Quale di queste tre frasi è vera? Tutte!… O forse nessuna, poiché la tua convinzione sulla vita è semplicemente un’altra, diversa da queste e non compresa nell’elenco. Una cosa però è certa non puoi non pensare a cosa la vita è. Se provi a completare la frase: la vita è ……? Ci riuscirai immediatamente. Ecco, uscirà esattamente quello che stai pensando in questo momento sulla vita, verrà fuori una tua convinzione sulla vita. In parte radicata, in parte dettata dal tuo stato d’animo attuale, recente o antica, risalente alla tua infanzia o acquisita da poco, questo è ciò che oggi ritieni vero sulla vita. Sì, una convinzione è esattamente questo: un pensiero cui diamo valore di verità. Qualcosa che per noi rappresenta la realtà. Immagina un bel tempio, ognuna delle colonne su cui poggia il tetto è una convinzione. Il tempio è la nostra vita e quel tetto è la nostra verità. Ognuno di noi vive immerso nelle proprie convinzioni come un pesce nell’acqua, non ne è consapevole. Senza esagerare potremmo dire che ognuno di noi è un fascio di convinzioni. Nulla di strano e nulla di male, ma assolutamente fondamentale da sapere, perché la qualità delle nostre convinzioni determina la qualità della nostra vita. Tornando all’esempio iniziale, quanta differenza c’è tra Marta, che si sveglia ogni giorno con la convinzione “La vita è una guerra!” e il suo vicino Marco che si sveglia con la convinzione “La vita è una splendida avventura!”? È lampante che la differenza è tanta! Vediamola meglio, approfondiamo questa differenza: probabilmente, Marta, convinta che la vita è una guerra, sa che deve combattere per sopravvivere, si attrezzerà e avrà: uno stato d’animo difensivo e/o aggressivo emozioni quali paura, distacco e rabbia; il suo stato fisico sarà probabilmente teso e pronto a scattare; la postura rigida e la sua attenzione costantemente rivolta all’esterno per parare i colpi; il tono di voce alto e potente per mostrare forza Con questi pensieri, emozioni, atteggiamenti fisici, quali comportamenti metterà in pratica da quando si sveglia a quando andrà a dormire? Immagina bene la sua giornata! Marco, invece, che si sveglia con la convinzione che la vita è una splendida avventura probabilmente sa che lo attendono scoperte e sorprese interessanti, si attrezzerà e avrà: uno stato d’animo curioso e/o attivo emozioni quali gioia, piacere, serenità; il suo stato fisico sarà probabilmente rilassato ma carico e pronto a scoprire, la postura flessibile e la sua attenzione rivolta all’esterno per scoprire e all’interno per riflettere; il tono di voce pacato e avvolgente per mostrare piacere; Con questi pensieri, emozioni, atteggiamenti fisici, quali comportamenti metterà in pratica da quando si sveglia a quando andrà a dormire? Immagina bene la giornata di Marco! Questi sono esempi reali e quotidiani di ciò che possiamo osservare in noi e nelle persone che incontriamo. La domanda fondamentale è: Quali sono le tue personali convinzioni su te stesso sui tuoi obiettivi sugli altri sulla vita sull’amore? RICORDA BENE: INIZIA A RICONOSCERE E SCEGLIERE ATTENTAMENTE LE TUE CONVINZIONI… PERCHÈ ESSE DETERMINANO LA QUALITÀ DELLA TUA VITA! Vedi anche post su azione e reazione Se sei interessato al mondo delle convinzioni personali puoi avere gratuitamente l’intero Ebook di sviluppo personale “Convinzioni Personali”, iscrivendoti alla newsletter: VAI ALLA HOMEPAGE per iscriverti Splendida giornata a te! A prestissimo. Antonio
da Antonio Quaglietta | Nov 21, 2010 | Blog
Riprendiamo il nostro viaggio nello sviluppo personale e CNV Comunicazione Non Verbale. Le persone hanno la capacità di rispondere in modo automatico, innato e geneticamente codificato alle stimolazioni emotive attraverso l’intero comportamento non verbale espresso dai quattro canali comunicativi: la prossemica (gestione attuata con il proprio corpo degli spazi comunicativi), la cinesica (gesti e movimenti di parti del corpo), la paralinguistica (suoni vocali senza significato specifico logico) la digitale (toccamenti delle mani e del corpo). Per stimolazioni emotive s’intendono persone, argomenti, azioni, cose, pensieri, comportamenti che esercitano su di noi un effetto emozionale. Questo effetto può essere di piacere e gradimento, rifiuto e infine di tensione emotiva ancora non connotata, diciamo neutra. Quando ci troviamo di fronte ad un pubblico e dobbiamo parlare, quando ci troviamo di fronte ad una scelta, quando raccontiamo un viaggio, quando pensiamo alla persona amata etc. il corpo comunica costantemente e in modo inequivocabile quale emozione si sta provando. L’insieme del comportamento non verbale (gesti, movimenti del corpo, toccamenti, suoni vocali etc.), prodotti come risposta a queste stimolazioni, indicano all’istante che tipo di emozione si è prodotta, scaricata e quindi comunicata attraverso di esso. Tutto questo avviene inconsciamente, al disotto della soglia della nostra consapevolezza. L’insieme del comportamento non verbale prodotto in reazione a persone, argomenti, azioni, cose, pensieri che esercitano su di noi un effetto emotivo rappresenta, infatti, la risposta corporea subliminale e quindi non ancora cosciente dell’emozione che diverrà consapevole se le stimolazioni perdureranno. S. Benemeglio suddivide in tre categorie il comportamento non verbale in risposta a stimolazioni: lo scarico tensionale e cioè tutti quei comportamenti legati a stimoli che suscitano uno stato d’ansia o semplice tensione emotiva il gradimento cioè quelli che indicano una sensazione piacevole il rifiuto cioè quelli che indicano una sensazione sgradevole Divertiamoci ora a scoprire, individuare e interpretare questi comportamenti. Comincerò con gli scarichi tensionali, cioè quei comportamenti non verbali che ci permettono di individuare quando il corpo scarica tensione in base alle stimolazioni prodotte da pensieri, persone, discorsi, situazioni etc. Immaginiamo ora di discutere con un amico e parlare di donne: a un certo punto, il discorso va su un nome specifico e… la voce, del nostro amico, si affievolisce pian piano fino a diventare afona e poi vediamo che deglutisce e si schiarisce la voce per poi ricominciare a parlare. Ecco! Quello cui abbiamo assistito è una variazione emotiva, un innalzamento della tensione innescata da una stimolazione; in questo caso il nome della ragazza determina un aumento di tensione interna che è immediatamente scaricata dal corpo in questo modo. In un altro caso, immaginiamo di essere a un colloquio di lavoro e che nel momento in cui chiediamo al nostro ipotetico futuro datore di lavoro a quanto potrebbe ammontare la nostra retribuzione, questi si allontani con il busto e accavalli braccia e gambe. Anche in questo caso registriamo un aumento di tensione suscitato dall’argomento retribuzione. Altro caso è, ad esempio, quello in cui chiediamo a una ragazza il primo appuntamento e lei, per risposta, cambia postura, sorride forzatamente e contraendo i muscoli del viso, lo congela. Anche in questo caso registriamo un aumento di tensione in relazione alla proposta. Vorrei sottolineare che, in questi casi, non è ancora cosciente la reazione per chi la sperimenta e non è avvenuta la verbalizzazione di tali reazioni, ma conoscendola, possiamo apprezzare la risposta inconscia attraverso il corpo. In tutti questi casi presi ad esempio quando si individua l’argomento (pensiero, persona, situazione, etc.) che genera tensione, abbiamo la possibilità di scoprire cosa c’è dietro, se insistere su quello e capire se la tensione si tramuta in gradimento o rifiuto o cambiare argomento. Abbiamo trovato comunque un accesso al mondo emotivo dell’altro. A volte registriamo uno scarico tensionale anche in relazione a stimolazioni non verbali. Immaginiamo, quando alziamo la voce, o la abbassiamo, quando ci avviciniamo a una persona o ci allontaniamo (vedi le variazioni prossemiche), quando la tocchiamo, quando le diamo la mano o la guardiamo negli occhi, e tutto questo senza parlare, di poter verificare come il suo corpo reagisce, se scarica, ad esempio, tensione. Potrebbe la persona, a queste stimolazioni, reagire allontanandosi, grattandosi il naso o la fronte, potrebbe diventare rossa, deglutire, etc. Ora passiamo in rassegna la classificazione degli scarichi tensionali proposta da S. Benemeglio e cominciamo a individuarli in noi stessi e nei nostri interlocutori. In seconda istanza cerchiamo collegare persone, pensieri, argomenti, situazioni, etc. con gli scarichi tensionali per capire a cosa si riferiscono. Ricordo che lo scarico non è connotato qualitativamente, indica solo che in relazione a “qualcosa” esiste un aumento di emotività che viene immediatamente dal corpo scaricato. Rassegna degli scarichi tensionali (S. Benemeglio): le variazioni nella prossemica (avvicinamento dell’interlocutore o allontanamento). I pruriti o grattamenti sulla fronte, sul viso, vicino alla bocca, vicino al naso, grattamento verticale del naso, pressione sulle narici. Grattamenti sul collo, braccio/spalla, polso. Le variazioni di postura o i dondolii, l’accavallamento di gambe e braccia. Le contrazioni muscolari del volto, la deglutizione salivare, il sorriso nervoso l’irrigidimento mascellare la fuga dello sguardo I suoni del corpo : il raschiamento della gola, l’inspirazione o espirazione nasale la riduzione del tono della voce. Le variazioni neurofisiologiche: il rossore, il pallore, la tachicardia, l’ipersudorazione, l’accapponamento della pelle, la respirazione affannosa Proposta: Lavoraci su, comincia a individuare alcuni di questi segnali in te e negli altri. Cerca di individuare a “cosa” si riferiscono (persone, comportamenti, situazioni etc.). Scrivi sul Blog l’esperienza che hai fatto, descrivi cosa è stato facile e cosa è stato difficile. Continua… Iscriviti alla nostra newsletter : lascia semplicemente la tua mail nel form che trovi in alto a destra e riceverai aggiornamenti costanti, video e audio esclusivi sui temi del blog e sulla CNV.
da Antonio Quaglietta | Nov 15, 2010 | Blog
Riprendiamo il nostro percorso di Sviluppo Personale. Come tutti ormai sappiamo, la maggior parte delle nostre reazioni, delle nostre azioni, dei nostri risultati, di ciò che facciamo o non facciamo, dei nostri pensieri, di ciò che emotivamente proviamo non è frutto di una scelta razionale, della nostra mente logica, della nostra cosiddetta “parte razionale” ma della nostra “mente inconscia”. La mente inconscia è quella parte di noi che contiene tutti i dati, non immediatamente disponibili alla coscienza ma immagazzinati, che determinano gran parte di ciò che siamo. L’antipatia e la simpatia, l’attrazione o la repulsione, il pianto o la risata, l’innamoramento… sono sensazioni ragionate e decise? Direi di no. Sono reazioni emotive, spontanee, a pelle… inconsce. Perché, però, spesso la nostra parte inconscia non va nella direzione che noi vorremmo? Quante volte ci ritroviamo a fare o pensare l’esatto opposto di ciò che razionalmente riteniamo valido? Beh le risposte sono ovviamente tante ma iniziamo a vedere le piccole grandi cose utili da sapere per il nostro percorso di sviluppo personale. Come sempre, sono le domande giuste il nostro primo strumento indispensabile. Come possiamo comunicare bene con la nostra mente inconscia e farcela amica? Che linguaggio parla la mente inconscia? Semplice il linguaggio dei sogni! La mente inconscia non comunica tramite ragionamenti, logica, statistica ma con semplici immagini. I sogni sono fatti di immagini, suoni e sensazioni, come il pensiero. Le regole di questo linguaggio sono semplici: Non vede ciò che è astratto Ciò che non può visualizzare non lo riconosce. Ciò che visualizza anche se lo neghi lei lo vede (vedi post su mente inconscia e negazione) Ciò che vede tende a realizzare (vedi post sulla realizzazione degli obiettivi) Niente si realizza prima che sia stato un sogno. Sognare, immaginare vuol dire costruire delle immagini chiare e definite. La capacità di visualizzare con la nostra mente è fondamentale per programmare letteralmente noi stessi e permetterci di: Pre-vedere nuovi obiettivi, Agire nuovi comportamenti, Acquisire nuove capacità Motivarci all’azione L’importante è, però, parlare il linguaggio “giusto”, in altre parole, un linguaggio concreto che mi permetta di visualizzare chiaramente ciò che voglio. Proviamo: Visualizza una casa…un bicchiere…una sedia. Nella tua mente hai avuto tre immagini di questi tre oggetti. Questi sono, infatti, concreti: hanno caratteristiche fisiche precise, una forma, un colore, una grandezza, etc. Visualizza la professionalità…il rispetto…la felicità. Nella tua mente non puoi avere un’immagine definita di queste tre cose…perché queste sono astratte; non hanno caratteristiche fisiche precise, una forma, un colore, una grandezza etc. Ricorda ora la terza regola della mente inconscia: Ciò che non può visualizzare, non lo riconosce. Quando inseguo concetti astratti come il rispetto, la felicità, l’amore… se non trovo i rispettivi risvolti concreti visualizzabili e realizzabili, sono destinato spesso a delusione e fallimento. L’argomento è abbastanza complesso, facciamo così ti offro due video “live” (tanto live da vere il telefono che squilla bello forte) di un corso di Sviluppo Personale con: un esercizio pratico che ti aiuterà a sperimentare la differenza tra linguaggio astratto e concreto una breve trattazione dell’impatto dei due linguaggi nella comunicazione con gli altri. dopo averli visti lascia un commento e apriamo una discussione sull’argomento, sarò felice di approfondire e rispondere a tutte le vostre domande. A prestissimo! Splendida giornata a te!
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