da Antonio Quaglietta | Apr 18, 2014 | Blog
Nel viaggio della vita ti fai trasportare dagli eventi senza sapere dove vai nè come muoverti oppure riesci a guidarli sapendo già quali sono le tappe, raggiungendo così tutti gli obiettivi che ti prefiggi? Tempo fa ho letto su un blog straniero, The Change Blog, un articolo molto istruttivo a questo proposito. Ho deciso di proporlo a te oggi, magari potresti trovare spunto per dare una direzione a quegli aspetti della vita che a volte ci sembrano incontrollabili. Ecco l’articolo, buona lettura! Pianifica la vita che desideri di Gary Stokes “E’ l’impegno continuo — non la forza o l’ intelligenza— la chiave che sblocca il nostro potenziale.” – Winston Churchill – Non sono mai stato così convinto del tipo di vita che volessi vivere e non ho mai avuto così successo nell’ottenere ciò che voglio come accade in questo momento della mia esistenza. Ora sono consapevole che la vecchia e semplice pianificazione regolare della mia vita mi permette di ottenere ciò che voglio molto più di qualsiasi altra cosa. In passato probabilmente non potevo comprendere quello che volevo. Per esempio dopo 17 anni del il mio primo matrimonio, quando avevo già tre figli adolescenti, mi sentivo depresso, confuso e alla deriva, senza né una visione né delle strategie per la mia esistenza. Ricordo che verso la fine del matrimonio cercavo di inquadrare le cose nella giusta prospettiva, allibito dal fatto che somigliassimo tutti ai personaggi di una dramma da manicomio. Poi ho capito: noi non avevamo un piano regolare per le nostre vite. HO IMPARATO LA PIANIFICAZIONE REGOLARE Quando un paio di anni più tardi cambiai lavoro, il mio nuovo capo mi disse che tutti i suoi dipendenti erano tenuti a sviluppare quelli che egli chiamava “scopi e obiettivi”. Ero a conoscenza dell’esistenza del lavoro per traguardi, ma non mi era mai stato chiesto da un datore di lavoro di annotare i miei obiettivi lavorativi e i miei propositi per poi accordarmi su questi con lui ogni trimestre. La nostra pianificazione scritta – che noi chiamavamo g’s e o’s (sigle per l’inglese goals and objectives– ndt) era composta solamente di una o due pagine, ma tutti sapevamo esattamente cosa ci si aspettava da noi. Mi piaceva la premura che veniva riservata a questo processo e mi piaceva anche l’attenzione personale che mi veniva data. Ogni trimestre il mio capo si sedeva con me e discutevamo del mio lavoro nel dettaglio, cosa che non avevo mai sperimentato prima. Il nostro ufficio era un ambiente di lavoro altamente concentrato e produttivo. COME CAPO DI ME STESSO HO AGGIUNTO LO SVILUPPO PERSONALE ALLA PIANIFICAZIONE LAVORATIVA Nel mio successivo lavoro di amministratore delegato, ero il responsabile di una piccola azienda con 35 dipendenti. In questo nuovo ambiente lavorativo ho utilizzato la tecnica della pianificazione regolare con ogni singolo dipendente. I miei impiegati la trovarono difficile e terribile, non erano esperti in questo tipo di pianificazione e si sentivano intimiditi dalla responsabilità di rendere conto del proprio operato durante questo processo. Tant’è che molti di loro lasciarono la ditta nei mesi successivi. Ho unito ciò che chiamo Sviluppo Personale alle solite categorie legate al lavoro, in modo che ogni impiegato fissasse degli obiettivi personali per il trimestre con l’aiuto di un supervisore. Questi obiettivi personali potevano comprendere una maggiore istruzione, la salute, i rapporti con i colleghi, lo sviluppo di competenze per le promozioni o anche questioni personali che riguardavano il matrimonio e la famiglia. Con la crescita e lo sviluppo intenzionale di tutti i nostri collaboratori, ci siamo evoluti con una forza innovativa. Siamo diventati dei leader riconosciuti nel nostro settore e, infine, abbiamo insegnato i nostri processi organizzativi a migliaia di imprenditori in tutto il mondo. La chiave del nostro successo non è qualcosa di mistico, si è semplicemente liberato il potenziale di ogni singolo impiegato attraverso un processo di pianificazione altamente regolare che implica questi passaggi: √ IDENTIFICARE I RISULTATI CHE SI VOGLIONO OTTENERE NELLA VITA. Ho estratto dai miei file i prospetti trimestrali di 18 anni fa per vedere su quali priorità il mio piano era focalizzato allora. Ho visto che la sezione dello Sviluppo Personale dei miei progetti trimestrali era concentrata sulla costruzione di un rapporto più stretto con i miei figli, che nel frattempo erano cresciuti e vivevano in altri stati con i loro bambini. Ecco parte di un mio piano trimestrale di 18 anni fa: -Trimestre: Ottobre, Novembre, Dicembre 1995- PIANO DI AZIONE Sviluppo Personale RISULTATO I miei figli sanno che li amo e sperimentano il mio interesse, il mio impegno e il mio supporto. STRATEGIE 1.Chiamare spesso, far loro visita periodicamente e invitarli a casa mia diverse volte all’anno. 2. Fare regali e prestiti per soddisfare le esigenze finanziare. MISURE Chiamare ogni figlio tre volte Invito per il giorno del Ringraziamento Prestito a Randy Fondi supplementari a Amy per il cambio di lavoro PERIODO Mensilmente 25 Ottobre 1 Novembre Quando richiesto Questo tipo di pianificazione mi ha aiutato a rimanere concentrato su una priorità assoluta per la mia vita: imparare ad amare e a dimostrare questo amore ai miei figli. Ho conservato questo obiettivo nelle mie pianificazioni trimestrali per anni, perché convincere i miei figli che li amavo si è rivelato essere più difficile di quanto avessi immaginato. Avevo bisogno della prova reale che sarei riuscito a superare la loro cautela e le loro riserve nel nostro rapporto. Il mio piano regolare si è concluso mantenendo questa priorità assoluta per la mia crescita. Alla fine non ho dovuto lavorare duro per essere amorevole e ora questo avviene in maniera assolutamente naturale. Negli ultimi 2 anni è affiorato un nuovo obiettivo: sentire cosa vuole emergere nella mia vita. Ecco una parte del mio attuale piano trimestrale: -Trimestre: Ottobre, Novembre, Dicembre 2013- PIANO DI AZIONE Sviluppo Personale RISULTATO Mantengo il mio equilibrio restando presente, connesso, grato, creativo e gioioso, indipendentemente da ciò che accade STRATEGIE Rappresentare il sistema dell’equilibrio nel dettaglio Condividere le mie conoscenze attraverso i miei libri, i miei blog,i blog altrui e le pubblicazioni MISURE Pubblicazione di THE POISED LIFE 10 post su thepoisedlife.com 3 post su altri blog di sviluppo personale 1 articolo presentato al NY Times QUANDO Maggio 2014 31 Dicembre 31 Dicembre 30 Novembre Mi sono sentito teso nel rendermi conto della mia autocommiserazione e del mio vittimismo. Il mio più grande desiderio è di rimanere calmo, equilibrato e in uno stato costante di serenità. Pianifico costantemente per ottenere ciò che voglio di più: un equilibrio perenne che mi consenta di vivere una vita fatta di vibrazioni gioiose ma anche di vantaggi pratici. √ IDENTIFICARE LE STRATEGIE CHE TI PORTANO VERSO I RISULTATI DESIDERATI Una volta individuati i risultati che vogliamo ottenere immediatamente nella nostra vita, abbiamo bisogno di strategie per raggiungerli. Le strategie sono il nostro approccio per ottenere ciò che vogliamo. Nel mio attuale piano voglio raggiungere la padronanza dell’equilibrio, quello stato di coscienza che mi permetta di avere accesso al mio amore e ai miei pieni poteri. Le due strategie nel mio piano inquadrano la mia vita sull’espansione della mia consapevolezza in modi ben ponderati. Per prima cosa, sto esaminando le questioni relative all’equilibrio ai livelli più profondi che posso. In secondo luogo, fisso ciò che imparo nei miei scritti e li condivido con gli altri. Queste strategie ora assorbono la mia intera vita lavorativa e mi permettono di mantenere questo equilibrio nella mia quotidianità. Spesso abbiamo bisogno di cambiare le nostre strategie, ma queste due io le mantengo perché stanno funzionando per me ora. √ COSTRUIRE LA RESPONSABILITA’ DELLA CRESCITA CON SPECIFICI INDICATORI DI PROGRESSO. Una pianificazione cosciente deve includere la responsabilità della riuscita. Per costruire questa responsabilità nei nostri piani abbiamo bisogno di individuare degli indicatori specifici che misureranno se le nostre strategie stanno funzionando. Io sono attento nel fissare questi indicatori. Mi piace avere successo e quando vedo alla fine di ogni trimestre che ho realizzato tutto quello per cui mi sono impegnato, so che ho dato il meglio e mi sento in pace con me stesso. √ CHIEDERE E RICEVERE. Ho visto che sì, è vero: chiedi e ti sarà dato… se sei in un certo stato di consapevolezza! Ma per sapere cosa chiedere occorre una certa pianificazione. Dopodiché, armati di un piano preciso, possiamo essere certi che riceveremo ciò che più desideriamo. Link all’articolo originale: http://www.thechangeblog.com/planning-life-want/ E tu pianifichi regolarmente? Quando hai pianificato qualcosa di importante, hai notato la differenza di motivazione e impegno? Facci sapere, commentando qui sotto. Inoltre, condividi l’articolo, facendolo conoscere anche ai tuoi amici, utilizzando i pulsanti che trovi qui sotto. Ti auguro una serena giornata e … un’ottima pianificazione dei tuoi desideri!! Antonio.
da Antonio Quaglietta | Apr 1, 2014 | Blog
Ciao, oggi ti propongo un’intervista ad una mia cara amica: Cecilia Sardeo. Cecilia è una giovane donna che è riuscita a cambiare radicalmente la sua vita in positivo, grazie alla sua voglia di crescere e alla sua tenacia. Facendo dei piccoli passi costanti e credendo in sé stessa è diventata un’imprenditrice nel mondo del web: lei è fondatrice e CEO di Mindvalley Italy e gestisce diversi progetti sul web. Nella sua vita si è verificato il famoso Effetto Butterfly, lo ricordi? Con piccole variazioni delle condizioni iniziali si determina un effetto a cascata in grado di produrre cambiamenti enormi e addirittura imprevedibili. Ho deciso di presentarla alla comunità di Ricomincio da Me perché ritengo che Cecilia possa essere da esempio e da stimolo per tutte quelle persone che vogliono raggiungere degli obiettivi importanti, ma che spesso vengono sopraffatte dal timore di non farcela. A questo proposito cito un concetto riportato da Cecilia durante l’intervista: quando vuoi realizzare un sogno o un obiettivo smettila di essere ossessionato dal ‘come’ raggiungerlo, ma focalizzati su ‘cosa’ vuoi. Quando ti dimenticherai del ‘come’, questo accadrà da sé in un modo così spontaneo che potresti anche non rendertene conto! Non ti dico altro, goditi l’intervista di questa persona speciale! Ti auguro una splendida giornata. Antonio. Ps: ora che hai visto il video, cosa ti colpisce di Cecilia? Quali parole hanno catturato particolarmente la tua attenzione? Commenta e parliamone insieme!
da Antonio Quaglietta | Mar 5, 2014 | Blog
Ciao, oggi voglio presentarti un video da cui potrai trarre ispirazione e saggezza davvero indispensabili per il tuo profondo benessere. Non ti anticipo nient’altro e lascio che la tua curiosità ti guidi all’ascolto di questa persona speciale, David Steindl Rastche, ti farà entrare nel mondo della gratitudine. Sarà lui a farti sperimentare la gratitudine che ti fa scoprire che non è il dono ad essere importante ma… il dono nel dono. Il video ha i sottotitoli automatici in italiano ma alcuni dispositivi, tablet e smartphone non li leggono, se dovessi riscontrare questo problema ti consiglio di guardarlo su un computer. Investi qualche minuto del tuo tempo e immergiti in questa vera lezione di felicità. Ti auguro una splendida giornata! Antonio
da Antonio Quaglietta | Gen 2, 2014 | Blog
Ciao, nel video che stai per vedere ci sono i miei cinque suggerimenti per augurarti un 2014 meraviglioso. Se ti piace condividilo subito per donare a quante più persone possibili la gioia di un nuovo anno diverso e migliore. Al tuo 2014 meraviglioso! Antonio Se ti è piaciuto questo post aiutami a diffondere la voce
da Antonio Quaglietta | Set 29, 2013 | Blog
Devo ammetterlo ciò che davvero amo del mio lavoro è che non risolvo i problemi di nessuno. Accompagnare e guidare, in un percorso di Counseling o Coaching, una persona non significa, infatti, avere delle soluzioni pronte per i suoi problemi ma ampliare la sua prospettiva fino a rendere il cambiamento che desidera e il miglioramento della sua situazione inevitabile. Mi piace essere un consulente di processo, non un esperto di contenuto… amo aiutare le persone ad aiutarsi, guidarle a trovare le proprie soluzioni! Perchè accade questo? Come è possibile? La risposta è contenuta in questa grande verità: Ogni persona a livello consapevole o inconscio sceglie sempre la migliore soluzione tra quelle che vede come disponibili. Concentrati ora sulla fine della frase: la migliore soluzione tra quelle che vede come disponibili… non tra quelle che esistono. E’ questo il vero salto da operare, comprendere e soprattutto accettare che in ogni situazione: La nostra visione delle realtà non è la realtà Un problema non è mai una realtà oggettiva Quando ci sentiamo di fronte a un bivio, la terza strada esiste sempre… solo che non la vediamo. Il nostro punto di vista non è che la vista di un punto Come ha detto un uomo di media intelligenza “Nessun problema può essere risolto con lo stesso livello di consapevolezza che l’ha creato” Albert Einstein In altre parole l’unico modo che abbiamo per uscire da un incubo è svegliarci! Finchè proviamo ad agire nell’incubo, qualsiasi scelta non farà che peggiorare e ci sembrerà ovviamente tutto sempre più disastroso. Svegliarci significa cambiare sistema di realtà, cambiare livello, entrare in una consapevolezza davvero diversa. Molto spesso questo non lo si fa per uno dei nemici principali del cambiamento: l’abitudine… solitamente farcita da una buona dose di orgoglio che dice: “Io ho il problema, io me lo risolvo! Chiedere aiuto è da deboli!” Ma torniamo al punto centrale, la soluzione è sempre là… devi solo concederti di cambiare davvero prospettiva, modificare un po’ le abitudini, andare oltre i tuoi schemi di pensiero, (casomai aiutato da un buon Counselor) e vederla. So già cosa stai pensando “Sì ok, facile a dirsi ma…Come faccio?”. Non te lo dico io, lascio che a suggerirtelo sia una storia davvero istruttiva, leggila con attenzione: Un uomo anziano che viveva da solo, provò a piantare, come faceva annualmente, pomodori nell’orto di casa, ma si trovò in difficoltà perché la terra era troppo dura. Il suo unico figlio, che solitamente lo aiutava, si trovava in prigione, così il vecchio gli scrisse una lettera: “Caro figliolo, mi sento triste perché quest’anno non sono in grado di piantare i pomodori come abbiamo sempre fatto. Sono troppo vecchio per dissodare la terra. So che se tu fossi qui saresti felice di farlo, come nei tempi passati. Con amore. Papà.” Pochi giorni dopo ricevette una lettera dal figlio: “Caro papà, non scavare nel campo. E’ lì che si trova sotterrato il cadavere. Con amore. Tuo figlio.” La mattina seguente, alle prime luci dell’alba, la polizia si presentò a casa del vecchio e in breve mise all’aria l’intero campo, ma non trovarono alcun cadavere. Lo stesso giorno ricevette un’altra lettera dal figlio: “Ora puoi piantare tranquillamente i pomodori. Date le circostanze questo è stato il meglio che ho potuto fare. Con amore. Tuo figlio”. Lascia il tuo commento che sarà certamente un ottimo spunto di riflessione per tanti e condividi adesso questo post su Facebook, cresciamo condividendo! Ti auguro una splendida giornata! Antonio
da Antonio Quaglietta | Giu 10, 2013 | Blog
Avere coraggio non significa non aver paura. Avere coraggio significa affrontare ogni giorno le nostre paure. “Noi non siamo, non possiamo essere tristi!”con queste parole Dolores Ibarruri incoraggiava la sua gente, la gente spagnola sfinita dalla dittatura franchista, a non lasciarsi vincere dalla tristezza, dallo sconforto che rammollisce le membra e aliena il pensiero. La tristezza è un momento, quello in cui prendi coscienza che non puoi permettertela se vuoi andare avanti, se vuoi vincere la tua battaglia per la vita, o l’ingiustizia che rischia di far perdere tuo figlio, o l’iniquità di un governo, deragliato. La tristezza può essere solo un attimo, quello delle lacrime, se ancora sei capace di piangerle o quello del raccoglimento silenzioso, anche solitario, il momento di scegliere se vale ancora, per te, vivere, nonostante tutto, se vale la pena trovare una soluzione per quanto folle, o insensata possa sembrare. La tristezza può essere solo l’attimo in cui, dopo esser precipitato, tocchi il fondo…e sei ancora vivo senza sapere come. In quel momento, un attimo che può sembrare eterno, scegli se vuoi ancora provare a risalire o preferisci rimanere lì sul fondo del tuo pozzo per sempre. Il coraggio, allora, è per me la linea, sottilissima, tra la tristezza e l’allegria ostinata, pazza, che ti spinge, urgente e irragionevole, a provarci ancora e ancora e ancora a sopravvivere alla tua vita, agli eventi, all’iniquità. Il coraggio è in una ragazzina che fugge via, senza dir niente, per andare chissà dove a vedere un’eclissi totale di sole, che non potrà più vedere altrimenti. Folle adolescente che fu, disperata e non amata, che con quel gesto assurdo si salvò dal rischio di disintegrazione. Il coraggio è nel figlio che rifiuta e rinnega le colpe di suo padre, staccandosi dalle radici fangose e parassite, che ne renderebbero il volo radente , anche se forse più facile. Il coraggio è la vita spericolata di un cieco che ogni giorno, ogni giorno, ogni giorno attraversa le strade trafficate della sua città per vivere una vita “normale” comunque. O il coraggio è quello della donna che, rimasta sola con il suo bambino, trova la forza di sorridere dopo una giornata di lavoro massacrante. O il coraggio è nell’uomo che nel successo e nella libertà della sua donna, vede il trionfo del suo amore, del loro amore contro ogni consuetudine, contro ogni chiacchiera e malignità. Il coraggio è in chi ti lascia andare via anche quando il suo dolore è lacerante, la sua paura della solitudine dilata il tempo e rabbuia i giorni, spazza via i vecchi sogni per costringere ad inventarne di nuovi. Il coraggio è al di fuori delle convenzioni e anche della trasgressione ribelle: è oltre i limiti che altri decidono per noi, oltre le esistenze che altri si aspettano da noi. Il coraggio non estingue la paura, non la sostituisce! Talvolta la dissimula, la traveste con i toni forti dell’orgoglio, dell’azione impetuosa. La paura è la compagna, talvolta sleale, del coraggio, che la perdona e sa capirne i tremori, riconoscerne le tentazioni, rispettarne i tempi. Il coraggio quasi mai è eroico, avventato o temerario. Solitamente è costante, attento, entusiasta, motivato. Il coraggio non si perde in chiacchiere, in dichiarazioni di intenti. Fa e basta, un passo alla volta, un giorno alla volta,facendo ancora un respiro, pensando solo a respirare ancora, ancora e ancora, fino a quando, sorridendo, si ritrova in piedi e ricomincia ad andare piano, e poi più svelto e poi, chissà come, correndo!
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