da Antonio Quaglietta | Apr 9, 2012 | Blog
Si potrebbero definire l’intensità delle sensazioni di disagio come ansia, stress, paura…in proporzione alla separazione che c’è tra corpo e mente. Maggiore è la divisione tra il nostro corpo, che dimora sempre nel qui ed ora e la mente che tende a fuggire nel passato e nel futuro, maggiori e più intense sono le sensazioni negative che si sperimentano. Un modo straordinariamente semplice ed efficace per eliminare queste sensazioni di disagio è gettare un “ponte” tra corpo e mente. La pratica consiste nel allenare la mente a dimorare nel corpo. Un ottimo punto di partenza è sviluppare la consapevolezza e la presenza al respiro e da lì espandere la consapevolezza alle sensazioni del corpo. In questo stato di radicamento nel momento presente abbiamo accesso a straordinarie e inaspettate risorse. E i benefici per la salute, la lucidità mentale e la stabilità emotiva sono notevoli. Allo stesso tempo, tuttavia, niente di straordinario se consideriamo questo stato di benessere e perfetto allineamento tra il fare e il sentire tra interno ed esterno tra corpo e mente come la nostra condizione originale e nostro diritto di nascita. Diritto che solo noi stessi possiamo riprenderci. L’ostacolo più grosso è l’impazienza. Siamo sempre più abituati ad avere tutto e subito, rendere solido questo tipo di coscienza richiede una vera e propria disciplina. Dopo vari anni di pratica mi sento di dire che i benefici che ne derivano sono ampiamente maggiori a quello che è l’impegno o la “fatica” di questo tipo di allenamento. Soprattutto ne và di mezzo la qualità della nostra vita e la possibilità di fluire, vivendo una condizione di stabilità, armonia e fiducia, piuttosto che sentirsi in guerra con il mondo e la quotidianità. Il Sorriso Interiore. Con gli occhi chiusi prenditi qualche minuto al giorno per questa pratica, che consiste semplicemente di distendere le labbra ad accennare un lieve sorriso. Semplicemente lasciati respirare e lascia che la radiosità del tuo sorriso si diffondi in tutto il corpo. L’aria entra ed esce, la luce del tuo sorriso risplende e dissolve ogni tensione, corpo e mente perfettamente allineati È una pratica conosciuta e utilizzata da millenni in oriente per portare energia e vitalità. Oggi interessanti ricerche ci dimostrano che sorridere anche se il sorriso non è spontaneo, attiva la produzione di endorfine, dopamine, serotonina che potremmo definire gli ormoni della gioia e della vita! . Buona pratica e per qualsiasi riflessione o condivisione fammi sapere!! Alla prossima Shanti
da Antonio Quaglietta | Apr 1, 2012 | Blog
Bentrovato, oggi il nostro viaggio nella crescita personale si ferma nuovamente su un concetto tanto in voga e spesso abusato: l’autostima e il suo miglioramento. Hai mai provato l’effetto “Ping Pong”, quello cheti fa sentire a volte una persona che vale, altre una persona priva di valore, esattamente come una pallina che rimbalza? Perchè troppo spesso ci percepiamo così? Partiamo dall’ambiente in cui viviamo. In questa società frenetica e ipercomplessa, in cui “fare, fare, fare…” è l’imperativo e le relazioni crescono in numero ma perdono di senso, la valutazione di noi setssi, del nostro valore e del nostro essere, sembra dipendere sempre più da ciò che facciamo o non facciamo. Ci identifichiamo con ciò che facciamo, nel bene e nel male e così l’autostima rimbalza come una pallina nel vuoto. Allargando un po’ la consapevolezza puoi vedere chiaramente che il tuo sè non coincide con ciò che fai ma ha molte più componenti. Nel tuo sè, nel tuo senso di identità profonda ci sono i tuoi valori, la tua spiritualità, le tue capacità sviluppate e da sviluppare, i tuoi atteggiamenti mentali,le tue convinzioni, le tue relazioni, i tuoi ricordi, le tue aspettative, i tuoi obiettivi… per citarne solo alcune. Per dirla in modo estremamente semplice, troppo spesso dimentichiamo che siamo molto di più di ciò che facciamo o pensiamo. Noi siamo l’entità che produce i pensieri e agisce i comportamenti. Siamo Persone, ovvero creature in cammino che continuamente scelgono e che grazie alle proprie scelte possono crescere, cambiare, evolvere. In ogni singolo istante possiamo migliorare ciò che non ci piace! Spesso, però, l’identificazione con i nostri comportamenti ci fa perdere di vista l’enorme potenziale da realizzare che è dentro di noi. Nei due video seguenti, estratti da un mio corso di crescita personale, cerco di chiarire l’errore fondamentale che spesso ci porta ad una percezione limitata di noi stessi e ad un abbassamento dell’autostima. Fornisco inoltre qualche indicazione utile per cogliere questo errore e riportare la giusta visione su noi stessi, sulla nostra identità, sfruttandola come fonte di apprezzamento personale e dunque di innalzamento dell’autostima. Vedili con attenzione entrambi e facci sapere cosa ne pensi. Grazie di essere parte della comunità e dello spazio di crescita Ricomincio da Me, il tuo contributo è fondamentale perchè il nostro motto è Cresciamo Condividendo! Alla prossima. Antonio
da Antonio Quaglietta | Mar 18, 2012 | Blog
Ciao, riprendiamo il nostro percorso di crescita e sviluppo personale parlando del centro della nostra vita. Immagina la tua vita come un insieme di cerchi concentrici, come le orbite dei pianeti che ruotano intorno al sole. I più esterni rappresentano i tuoi interessi più superficiali, quelli più interni le parti più importanti. Esattamente al centro cosa c’è? Intorno a cosa ruota la tua vita? Qual’è il sole della tua esistenza? In modo più o meno consapevole, gli aspetti della nostra vita sono gerarchizzati. Ambienti, persone, interessi, comportamenti, capacità, convinzioni e idee hanno un ordine di importanza. Nei casi estremi, infatti, ci ritroviamo a dire frasi come “Oggi so che l’unica cosa che mi manda avanti è…” Definito questo concetto è molto utile guardare alla propria vita cercandone i cerchi più ristretti e interni, ovvero i più importanti fino a giungere a quello fondamentale, il centro della nostra vita. Le risposte con cui spesso mi trovo a confrontarmi sono relative a persone, attività, emozioni, convinzioni, beni materiali: il centro della mia vita attuale è mio figlio, il mio partner, i miei amici, etc. il centro della mia vita attuale è il mio lavoro e la mia realizzazione professionale Il centro della mia vita è il piacere, l’innamoramento il centro della mia vita attuale è la convinzione che ce la farò… la mia autostima il centro della mia vita attuale è il denaro Al di là da ogni giudizio di valore proviamo a valutare in modo semplice ognuno di questi “centri della vita”. Centro Collocazione Visione Stabilità Potere Persone (Partner,Figli) Il centro della tua vita è esterno Guardi il mondo e la tua vita con gli occhi di qualcun altro. Bassa stabilità. Le persone e i rapporti cambiano inesorabilmente nel tempo Ciò che puoi fare o non fare dipenderà da altre persone. Attività (Lavoro) Il centro della tua vita è esterno La lente che filtra la tua visione del mondo è legata alle sole attività che svolgi e non a chi sei. Se non fai…non sei. Bassa stabilità. Ogni attività cambia e può terminare Vivi in funzione di ciò che fai, ti identifichi nelle attività che svolgi. Emozioni (Piacere) ll centro della tua vita è esterno Guardi ogni esperienza dal solo punto di vista delle emozioni che ti da al momento. Perdi la visione prospettica Bassa stabilità. Le emozioni hanno durata sempre limitata. Limiti il tuo raggio d’azione a ciò che è in grado di generare scariche emotive Convinzioni (Autostima) ll centro della tua vita è esterno Guardi ogni cosa in base a ciò che già pensi e ti chiudi a ciò che mette a rischio le tue idee/ convinzioni. Media stabilità. Finchè riesci a mantenere solo il tuo punto di vista e le tue idee. Agisici ripetendo copioni fissi per non mettere a rischio le tue convinzioni Beni materiali (Denaro) ll centro della tua vita è esterno Tutto ciò che fai, pensi e dici si rifà all’unica valutazione di guadagno economico. Bassa stabilità. Le condizioni economiche mutano facilmente e se sono al centro diventano una spirale che ti spinge a guadagnare sempre più di ciò che hai. Agisci in modo standard dovendo ignorare o mettere da parte ogni altro tipo di valutazione. Questa sintesi non può rendere ovviamente esauriente la trattazione di ogni singolo “centro” considerato ma può fornire ottimi spunti di riflessione. La domanda allora è: qual’è un buon centro per la nostra vita? I valori! I nostri valori, i principi profondi in cui crediamo, la libertà, l’amore, la giustizia, la fede, etc. etc. etc. sono quelli che possono darci la direzione per dirigere la nostra vita. Con i valori al centro, tutto ciò che orbita attorno a noi, persone, attività, emozioni, convinzioni, beni materiali non può che crescere ed essere al sicuro ma è una conseguenza del nostro benessere, non l’origine. La cosa più importante è che i valori sono profondi e dunque connessi al nostro essere più vero, all’identità, alla spiritualità. Ogni volta che li “tradiamo” o cerchiamo di ignorarli, infatti, aumenta la nostra incoerenza interna e il malessere cresce. Vediamoli utilizzando lo schema precedente: Centro Collocazione Visione Stabilità Potere Valori Il centro della tua vita è interno Guardi il mondo e la tua vita con i tuoi occhi e alla luce di ciò che è veramente importante per te. Alta stabilità.I valori non cambiano al mutare delle condizioni esterne La tua possibilità d’azione è legata solo alla comprensione dei tuoi valori.Non si limita a te soltanto ma può coinvolgere altri che condividono gli stessi valori. Ogni volta che mettiamo al centro fattori esterni al nostro essere profondo l’esito è quasi scontato: la delusione. Ogni volta che scendiamo a compromessi con i nostri valori per fattori esterni stiamo firmando una cambiale in bianco di malessere… è solo questione di tempo ma dovremo pagarla. Ti invito a fare tre semplici cose: Individua i tuoi valori chiedendoti “Cosa è davvero importante per me?” Puoi aiutarti con il post Scopri e realizza i tuoi valori. Valuta in quali situazioni attuali della tua vita non sono i tuoi valori profondi a direzionare i tuoi comportamenti e le tue scelte. Trova cosa concretamente cambiare per sentire l’aderenza ai tuoi valori. Ti auguro che questo piccolo grande passo ti conduca lontano sul cammino del tuo benessere profondo. Facci sapere come va. A presto! Antonio
da Antonio Quaglietta | Mar 4, 2012 | Blog
Ciao, bentrovato in questa nuova esperienza di crescita personale. Oggi voglio raccontarti una storia di cambiamento e di cambiamento profondo: la storia di Ania Goledzinowska. Una storia che personalmente interpreto come un cambiamento personale dal ben-avere al ben-essere. Ho avuto modo di incontrare Ania, qualche giorno fa, grazie ad amici comuni e di organizzare con lei un incontro, una sua testimonianza, con tante persone che volevano ascoltare la sua storia. Ania si è subito presentata come una ragazza normale, aperta, dolce e disponibile eppure la sua vita fino a pochi mesi fa non era proprio definibile come normale. Ania ha un trascorso da top model e showgirl televisiva molto in vista. Fino a poco tempo fa era inoltre la fidanzata del nipote di Silvio Berlusconi. Guardie del corpo, jet privato, fama e denaro. Una vita in cui apparentemente non manca nulla, quella da molti desiderata. Per dirla con le parole di Ania “Una vita in cui devi solo chiedere per ottenere senza alcun limite.” Eppure Ania non era felice. La sua storia in effetti inizia molto prima da un’ infanzia povera in un piccolo paese della Polonia, la precoce perdita del padre, inizio di eccessi e ricerca del piacere… ma tanto dolore accumulato. Poi, come la nostra buona società ci insegna, spinta al riscatto sociale, tanta voglia di “diventare qualcuno” dimostrando di “potercela fare”. Ania, al top della carriera, continuava a sentire un grande vuoto dentro ma cercava di riempirlo, come ognuno di noi fa, con le opzioni che vedeva dunque nuovi contratti, case, auto vestiti e feste con le persone che contano. Oggi dice: “Quella non ero io… lo sentivo. Quella non era la mia vita.” Un giorno però ha deciso che, se il suo mondo non riusciva a colmare il vuoto interiore, forse continuare in quella direzione poteva solo significare peggiorare la situazione. Ania, come ci ha raccontato, ha avuto la forza di vedere che “Ciò che davvero mi serviva era amore… ma quello non si poteva comprare.” Qui la svolta. Ania accetta di guardare in altre direzioni e di esplorare strade che aveva visto ma giudicato inutili a priori. Per una serie di “coincidenze” si ritrova a fare un viaggio a Medjugorie, incontra persone nuove, si confronta con valori diversi e qualcosa di grande e di incredibile per lei accade… ma non voglio raccontartelo io lascio che sia Ania a farlo… I due video che trovi qui sotto sono un po’ il prima e il dopo, per me rappresentano la differenza tra maschera e identità. Spero che vedere e ascoltare questi due video così diversi possa farci riflettere sulla vita che vogliamo, sulle maschere che ogni giorno senza accorgecene indossiamo e su chi realmente siamo. Ania è passata dalle cene in Sardegna con i flash che l’accevano a una pizza tra amici in cui gioia e condivisione umana sono il piatto forte… ti assicuro che l’altra sera Ania, come tutti noi, era gioiosa. Oggi Ania sa chi è e non sente più di dover diventare qualcuno. Ti auguro una splendida giornata! Antonio
da Antonio Quaglietta | Feb 20, 2012 | Blog
Bentrovato in questa nuova tappa del nostro splendido viaggio nel benessere e nella crescita personale. Oggi Impariamo a rilassarci! La parola che comunemente si associa allo yoga è rilassamento…che non è del tutto sbagliato, ma a partire da questo vorrei introdurre quello che è il senso del rilassamento nello yoga. Se rifletti sulle tue abitudini, spesso le attività che fai per rilassarti altro non sono che una distrazione…quando percepisci una sensazione di disagio, tensione o malessere cosa fai per eliminarle, per portare un cambiamento? Accendere la televisione, chiamare amici, uscire…azioni che non hanno nulla di sbagliato di per se se non fosse che piuttosto che curarci del malessere che percepiamo lo soffochiamo e nascondiamo ingombrando la nostra attenzione di altro…qualsiasi sensazione di disagio che senti è una parte di te che chiede attenzione e cura. Ignorarla e nasconderla è una modalità che a lungo andare produce tensioni profonde che si manifestano come blocchi del respiro, rigidità muscolari…tutta energia vitale bloccata a trattenere, soffocare sensazioni e disagi che abbiamo nascosto a noi stessi. Il tempo passa e procediamo affaticati e contratti da tutti gli inutili pesi che ci portiamo dietro. L’esempio che può descrivere questa situazione è quella di una macchina in folle a cui si dà continuamente gas. Non va da nessuna parte ma si consuma un sacco. E ci troviamo stanchi senza sapere perché. È una questione di migliorare la comunicazione che abbiamo con noi stessi. Anche qui richiede una scelta, un impegno a nostro favore. Niente pillole magiche o miracoli, ma autodisciplina e profondo rispetto di sé stessi. Come tutte le pratiche di yoga se si ha la possibilità di farsi guidare da un’insegnante è un buono e prezioso stimolo…ma anche da soli si possono avere degli ottimi risultati! Se hai voglia fammi sapere difficoltà e benefici che hai ottenuto! Yoga Nidra Pratica del Sonno Cosciente Questa pratica è chiamata così perché ha lo scopo di rilassare profondamente il corpo mantenendo la mente vigile. È un modo per “abbracciare” le tensioni e i disagi, che incredibilmente nel momento che ci fermiamo ad ascoltarli scivolano via . È quindi sì un rilassamento, ma un rilassamento che non comporta una distrazione ma al contrario una totale presenza a noi stessi, presenza che con il tempo si può accrescere e sviluppare, raffinando e approfondendo la nostra capacità di concentrazione e sensibilità. Nota bene: se sei una persona molto proiettata all’esterno e poco abituata ad ascoltarti può essere che le prime volte che fai questa pratica sentirai sensazioni di agitazione e nervosismo…sono tutte le tensioni che nel fare quotidiano la maggior parte del tempo ignori e dal momento che ti fermi vengono a “galla”. Se hai voglia di fare un passo importante per migliorare la comunicazione tra corpo e mente così che diventino alleati e affidabili compagni di viaggio…abbi pazienza e insistendo in questa pratica i benefici non tarderanno a manifestarsi!! Ogni momento della giornata è buono per questa pratica, ma è particolarmente indicata la sera per permettere al corpo di scivolare nel sonno senza portarsi dietro le tensioni accumulate durante la giornata. Yoga Nidra Pratica del Sonno Cosciente Esecuzione del rilassamento: Sdraiati sulla schiena, abbandona le braccia, le ginocchia piegate e i piedi appoggiati alla terra aperti la misura del bacino. Gli angoli delle labbra si distendono un poco ad abbozzare un lieve sorriso, il tuo volto si illumina e ogni tensione si distende. È un attenzione rilassata e sorridente quella che offri al tuo corpo. Per qualche attimo ascolta il ritmo del respiro spontaneo e naturale. Percepisci la forza di gravità che agisce sul tuo corpo, ad ogni respiro lo senti diventare pesante, piacevolmente pesante. Con totale fiducia ti lasci andare al contatto del tuo corpo alla terra. Porta l’attenzione alla gamba e al piede destro, il piede la gamba, si rilassano. La stessa cosa con la gamba e il piede sinistro. Gradualmente a salire: la pancia il petto, la schiena la mano e braccio destro, mano e braccio sinistro, spalle, collo, viso testa. Prendi coscienza del fatto che è sufficiente portare l’attenzione al corpo per sentirlo rilassarsi, per percepire la tensione che si allenta. Quando hai attraversato tutto il corpo, se lo desideri puoi ripetere, poi ritorna al respiro e al suo ritmo spontaneo, prenditi qualche attimo per stare con le sensazioni e intuizioni che affiorano. Il corpo è la “casa” che abiteremo per più tempo ogni tanto fermarsi offrigli tutta la nostra attenzione come a dirgli: “caro corpo eccomi sono qui per te” è ristabilire una comunicazione e un rapporto fondamentali. Goditi il relax e facci sapere come va! Alla prossima. Shanti
da Antonio Quaglietta | Feb 12, 2012 | Blog
Ciao, vediamo oggi come il mito dell’incomunicabilità nella coppia nasconda invece una comunicazione molto efficace… ma distruttiva. Questo post ha come base un ottimo articolo del mio amico e collega Massimo Carrozza al quale ho apportato piccole modifiche per i lettori di Ricomincio da Me. Il fine è capire insieme quali trappole comunicative rendono inefficace la comunicazione nella coppia e quali piccoli “antidoti” ci aiutano a uscire da questi disastri comunicativi quotidiani. Molte coppie si trovano, più o meno frequentemente, impegnate in situazioni di contrasto o di litigio rispetto alle quali sperimentano un senso di ineluttabilità e dalle quali traggono un senso di delusione rispetto al partner. Le insoddisfazioni rispetto a comportamenti dell’altro generano sensazioni di frustrazione e di chiusura e spesso sono causate da malintesi o da caratteristiche della comunicazione. I problemi della coppia nel menage familiare si esplicano in problemi di comunicazione, questa rappresenta il teatro dei piccoli e grandi drammi familiari ed allo stesso tempo è fonte di risorse e di opportunità. Alcune coppie, in determinati momenti della loro vita, soffrono per la sensazione d’essere paralizzate; non avvertono nessuna possibilità di scelta, non hanno nessuna possibilità di azione, sperimentano la condizione esistenziale di non aver nessun potere rispetto a se stessi e alle possibilità di scelta che gli si presentano. Inizia la rassegnazione: “questo è il nostro rapporto, non c’è più niente da fare… nè da dire!” Ciò che risulta straordinariamente interessante è che non è il mondo ad essere troppo limitato, ma sono loro stessi come coppia ad impedirsi di scorgere tutte le opportunità disponibili, solo perché queste non sono comprese nei loro modelli del mondo. I momenti di crisi e i vincoli possono rappresentare delle opportunità, i problemi delle occasioni di crescita, i punti deboli e le credenze limitanti possono trasformarsi in punti di forza e in credenze potenzianti e motivanti. Le barriere e le distorsioni della comunicazione fanno la loro comparsa nel dialogo soprattutto quando l’interlocutore o l’argomento rappresentano oggetto di investimento emotivo, quando cioè ci importa della persona coinvolta o si sta parlando di argomenti che coinvolgono i nostri valori, le nostre convinzioni su noi stessi o sugli altri o sulla vita in generale. Molte sono le distorsioni della comunicazione che due partner utilizzano nell’affrontare i problemi della vita quotidiana: credenze e convinzioni su se stesso e sull’altro nominalizzazioni generalizzazioni presupposti cancellazioni messaggi paradossali tutti trasformabili abilmente e strategicamente da vincoli in opportunità. Spesso, però, non ci fermiamo a fare qualche domanda, a chiarire davvero di cosa stiamo parlando, a cercare un dialogo ma ci sentiamo attaccati, non compresi, rifiutati e partiamo al contrattacco trasformando la relazione di coppia in una guerra. Entriamo negli esempi pratici: una frase come “Ero sicura che ti saresti comportato così, sei il solito disordinato!”, analizzata dal punto di vista di un esperto di comunicazione è un perfetto esempio di una comunicazione mal formata. Analizzando la frase notiamo che già “ero sicura” dichiara la non appellabilità di una credenza. “Posso chiederti come fai a esserne sicura?” potrebbe essere la frase da dirsi e/o da dire al partner per aprire il dialogo ed evitare che l’inappellabilità non consenta all’interlocutore sufficienti chance di poter smentire il giudizio dato; il “così” riferito al comportamento è inoltre una nominalizzazione, ossia non definisce precisamente il comportamento di cui si parla. Viene utilizzato un termine generico all’interno del quale potrebbero esserci caratteristiche e modi non condivisi. Per riaprire il dialogo ottime domande sono “Così come, cara?”, “In che modo più precisamente?”; infine “sei il solito disordinato”, esprime un giudizio (“disordinato”) che già rappresenta una nominalizzazione alla quale si può rispondere con domande tipo “cosa intendi per disordinato?”, “Cosa faccio in particolare per essere disordinato?”; contiene, inoltre, una generalizzazione, si assume cioè come rappresentativo della persona un unico comportamento o serie di comportamenti (si presume che la persona non abbia mai avuto, non abbia e non avrà mai comportamenti di natura diversa); “sei il solito…” esprime un giudizio sull’identità della persona su come è, dichiara il presupposto che sia disordinata e che non possa essere in altri modi. Così si genera un automatico e giustificato meccanismo di difesa che porterà ad un conflitto!Una buona regola è imparare a discutere dei comportamenti non dell’identità del partner:Evitiamo “TU SEI DISORDINATO/A….”, “TU SEI IL SOLITO CHE MI TRASCURA SEMPRE”.Utilizziamo “QUESTO COMPORTAMENTO NON MI PIACE…”, “QUANDO FAI COSì IO MI SENTO TRASCURATA”. Questo è solo un piccolo esempio di quante emozioni, idee, convinzioni trasferiamo anche in una semplice frase. Un utilizzo più consapevole ed efficace del potere enorme della comunicazione può letteralemente ridefinire un rapporto di coppia. Come abbiamo visto, facendo più domande e meno affermazioni la comunicazione può essere chiarificatoria e può trasformare un conflitto certo in momento di reale confronto e di crescita per i partner e per la relazione di coppia. Impariamo a esplicitare gli impliciti comunicativi, facciamo domande. Ricordiamo che le parole sono come pallottole, possono ferire e persino uccidere un rapporto! Nel prossimo post sulla comunicazione di coppia vedremo altri esempi e altre domande utili. A presto Antonio e Massimo
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