da Antonio Quaglietta | Nov 21, 2011 | Blog
Immergiamoci in una nuova tappa del nostro viaggio nel mondo della crescita personale! Prima di lasciarti al post di Shanti sull’ascolto del nostro corpo, faccio una precisazione a seguito delle molte utili mail che ho ricevuto sullo Yoga. Sul nostro sito non si fanno mai riferimenti impliciti a forme di spiritualità o religione. Personalmente sono un Cristiano e ho costruito questo spazio come un luogo virtuale di libertà e confronto focalizzato su strumenti che possano dare ad ognuno possibilità di accrescere il proprio benessere. Se ci saranno post di carattere spirituale o religioso saranno espliciti, riconoscibili e ognuno potrà commentarli liberamente in un clima di confronto costruttivo e pacifico. In pieno accordo con Shanti, che cura gli interventi sullo Yoga, i post proposti vogliono solo fornire strumenti pratici di miglioramento dell’equilibrio fisico e mentale e prescindono da qualsiasi forma specifica di spiritualità e religione che gli si possa attribuire. Con questa precisazione ti lascio al contributo di Shanti sull’ascolto profondo del proprio corpo. Antonio “Come posso sentire me stesso tutt’uno con la creazione?” Chiese l’allievo al maestro “Ascoltando” rispose il maestro “diventa un orecchio che ascolta ad ogni singola cosa che l’universo dice“…Detto Zen Un aspetto fondamentale che sempre deve accompagnare la pratica dello Yoga e che costantemente si affina e approfondisce con il tempo, è l’ascolto. Un ascolto che accetta incondizionatamente tutto ciò che sentiamo e viviamo in ogni istante. I vari esercizi ci portano a sperimentare le possibilità del nostro corpo, ma anche a confrontarci con i suoi limiti, limiti che vanno conosciuti e gradualmente superati o accettati. Il costante ascolto diventa la nostra guida. La nostra attenzione che per la maggior a parte delle volte è dispersa verso l’esterno e quello a cui siamo stimolati oggi è di vivere il nostro corpo come un oggetto che giudichiamo e valutiamo esteriormente. Offrirci l’opportunità di tornare al nostro corpo attraverso un profondo ascolto è di per se leva di trasformazione ed espansione. Ritornare al nostro “centro” senza dovere più correre, dimostrare nulla a noi stessi o ad altri, tornare a percepire il corpo per quello che è: una straordinaria ed unica espressione di vita. Con tutti i suoi acciacchi e limiti è pur sempre meraviglioso ed è tutto quello che abbiamo per vivere questa esistenza. In questo ascolto lascia andare ogni forma di giudizio su di te, e SENTI! Nulla è immobile nel corpo e come l’infinto dell’universo tutto costantemente vibra e si trasforma. E quando la percezione di se stessi è diretta e la presenza totale e libera l’emozione di stupore e commozione che si può avere è simile a quello che si prova vedendo uno spettacolo meraviglioso della natura. Fermati e nella pratica osservati ascoltati, anche per poco offriti tutta l’attenzione che ti meriti sei un’espressione unica e meravigliosa della Vita, commuoviti bell’indescrivibile bellezza che sei! Sarduli mudra. Il Gesto della Tigre. Sarduli: la Tigre. Sinuosa, forte, flessibile e anche aggressiva. Esecuzione: A carponi, le mani appoggiate alla terra aperte la misura delle spalle, le ginocchia un po’ distanziate tra di loro. La distanza dalle mani alle ginocchia è della stessa misura della lunghezza del busto. La schiena è ben diritta e parallela alla terra. Senti il peso del corpo ben distribuito tra braccia e gambe; il respiro è lento e profondo. Inspirando spingi il coccige verso l’alto, lascia scendere l’addome inarcando la schiena e solleva il viso verso il cielo. Espirando, spingi il bacino verso la terra, curva la schiena come a formare un ponte e avvicina il più possibile il mento al petto. Il movimento parte sempre dal bacino e la testa è sempre l’ultima a sollevarsi (nell’inspirazione) e l’ultima ad abbassarsi (nell’espirazione). Ripeti con attenzione il gesto completo almeno per una decina di volte, avendo cura di coordinare il movimento e il respiro. Dopo l’esecuzione, rimani per un poco ad ascoltare il ritmo spontaneo del respiro e le sensazioni che affiorano. Benefici: Rafforza ed elasticizza la schiena, ne allenta le tensioni muscolari prevenendo ed eliminando dolori. Aumenta la capacità respiratoria. Favorisce lo scorrere dell’energia vitale attraverso il canale di energia che attraversa tutto il corpo. BUONA PRATICA! Shanti Brancolini
da Antonio Quaglietta | Nov 13, 2011 | Blog
Ciao, continuiamo il nostro viaggio nel mondo della crescita personale. Nel post che trattava della conoscenza di se stessi nel passato abbiamo imparato a muoverci lungo la Time Line della nostra vita, distinguendo accuratamente Passato (chi sono stato), Presente (chi sono) e Futuro (chi sarò) e abbiamo imparato a conoscere noi stessi esplorando il passato. Oggi invece scopriamo il Presente: Chi sono io oggi? Eh… bella domanda. Troppo spesso siamo talmente concentrati sulle nostre esperienze passate e sui nostri progetti da dimenticare che il tempo presente è l’unica certezza che abbiamo. Solo “qui e ora” possiamo fare qualcosa e quindi essere attivi. Probabilmente potremmo esserlo anche più tardi, domani, tra una settimana, ma non ci è dato saperlo. Già nel ‘500 un “tizio” noto con il nome di Lorenzo il Magnifico scriveva: “Chi vuol essere lieto sia, di doman non v’è certezza!” Se continuiamo a ripetere “farò domani” non faremo mai. L’unico momento che conta e che posso avere, sul quale veramente posso contare è ORA!. Presente è l’attimo, esattamente quello che stai vivendo leggendo queste righe, le prossime ore, al massimo il giorno di oggi. Cosa provi oggi? Qual è il tuo stato d’animo in questo momento? Quali sentimenti sperimenti adesso? Sembra facile rispondere ma molte delle risposte rischiano di essere ancorate al passato o al futuro. Ricorda che il tempo è un’illusione, solo l’istante presente è realtà. Ci riesce molto più facile vivere in una dimensione che non è quella presente. Quanti di noi vivono con la fobia di guardare l’orologio? Tra 10 minuti ho una riunione importante, speriamo vada bene. Tra due giorni parto, ho bisogno di questa vacanza, l’ho programmata in tutti i particolari, mi servirà staccare. Ieri a quest’ora ero in giro per la città a fare shopping. La settimana scorsa ero a quel ristorante… Proprio da questo ci facciamo condizionare il presente: Sono triste perché la scorsa settimana ho dovuto rinunciare ai programmi per il weekend. Mi sento carico perché fra dieci giorni partirò per una vacanza. Il Qui e ora in tutto questo dov’è? Con il pensiero siamo ovunque… siamo nel nostro vissuto già passato, siamo nel nostro futuro sperato e auspicato. Siamo ovunque, tranne che in noi stessi. E la cosa della quale proprio sembra non volerci rendere conto è che non sappiamo se ci sarà un poi per noi, un domani o il mese prossimo. L’unica cosa certa è il momento presente che stiamo vivendo, allora sgombra adesso la mente percependo solo e semplicemente ciò che ora hai dentro. Ferma il tempo, entra nell’attimo presente e ascoltati. Che cosa provi nell’attimo presente? Qual è il tuo stato d’animo in questo momento? Quali sentimenti sperimenti adesso? Vivere il presente non significa dimenticarsi del passato o del futuro, non significa non fare progetti, non porsi degli obiettivi e non ricordarsi degli eventi passati. Siamo quello che siamo grazie a ciò che siamo stati. E saremo quello che saremo grazie a ciò che siamo stati e a ciò che siamo. Saper rimanere ancorati al presente è, però, un’abilità da sviluppare sempre più poiché ci insegna a mettere ordine nella nostra vita svincolandoci dalle pre-occupazioni per il futuro e dalle post-occupazioni del passato. La difficoltà nel concedersi attimi di immersione profonda nel presente ci fa capire quanto noi guidiamo la nostra mente e quanto la nostra mente guida noi. Se i pensieri del passato e del futuro sono talmente assillanti e ingombranti da non concederci attimi di totale immersione nel presente, significa che sono i pensieri a pensare noi… e non noi a pensare i pensieri! Meglio prenderne consapevolezza e sviluppare la capacità di vivere il presente. Vivere il qui e ora è, in definitiva, avere la capacità di rallegrarci per gli eventi gioiosi, ridere di gusto per qualcosa che ci diverte, piangere per eventi dolorosi, essere concentrati su quello che stiamo facendo quando dobbiamo svolgere un compito. Non affliggiamoci per cose che non possiamo cambiare. Non affliggiamoci per cose che ancora non conosciamo. Acquisita questa capacità, per conoscere meglio se stessi adesso, è utile porsi qualche domanda sulla nostra vita attuale ricavando indicazioni su chi siamo oggi: Come mi sta andando la vita ora? Cosa è veramente importante per me adesso? Se potessi cambiare qualcosa di me, in questo preciso istante, cosa cambierei? Cosa m’impedisce di modificare ciò che ora non va? Quali paure stanno frenando la mia gioia di cambiare e di vivere pienamente la mia vita? Se sapessi che la mia vita terminerà a breve…come vivrei? Avete mai visto “Kung Fu Panda”? Vi lasciamo con due frasi tratte dal film di animazione della Walt Disney: “Devi lasciare andare quella roba del passato perché non ha nessuna importanza. La sola cosa che ha importanza è chi tu scegli di essere ora!” “Mollare non mollare, spaghetti non spaghetti…ti preoccupi troppo di ciò che era e di ciò che sarà! C’è un detto: ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono…per questo si chiama presente!” Come stai vivendo il tuo presente? Come vuoi vivere il tuo “dono”? Ti auguriamo una splendida giornata… oggi!
da Antonio Quaglietta | Ott 24, 2011 | Blog
Bentrovato in questa nuova tappa del nostro viaggio nel mondo della crescita personale e benessere. “Così come uno scultore deve tagliare, smussare, scalpellare per tirare fuori la forma dal blocco marmoreo; così l’essere umano affinchè il Se possa affiorare, non deve aggiungere nulla al Se ma tagliare, smussare, scalpellare…” Shankaram L’idea di fondo è una bella idea: non c’è niente da aggiungere a quello che sei ma da togliere, togliere tutto quello che copre e limita l’essere meraviglioso che sei. La pratica non è finalizzata a modificare, “aggiustare” qualcosa che non và o a diventare altro da quello che sei ma piuttosto di ritrovare la condizione di benessere e gioia, caratteristiche della la tua vera natura ed essenza. Lo yoga parte dal presupposto che il nucleo più autentico e profondo di ogni essere umano è perfetto, buono, puro e splendente. Nella visione più classica e tradizionale dello yoga, le numerosissime tecniche che agiscono su ogni aspetto del nostro essere con pratiche sul corpo, respiro, voce, posture, concentrazione visualizzazione, rilassamento ecc…hanno come scopo principale di risvegliare la nostra coscienza rispetto a chi veramente siamo. Le sensazioni di rilassamento, flessibilità e tono muscolare, miglioramento del respiro, maggiore sicurezza di se ecc…da questo punto di vista li possiamo indicare come “effetti collaterali positivi” della pratica. Il corpo è perfetto così come è: adempie incredibili e complicatissime funzioni di auto equilibrio e auto rigenerazione senza che ci pensiamo, giorno e notte; sarebbe assurdo e folle pensare che esista una qualche pratica per suggerirgli come fare meglio il suo lavoro. Non è questo. Porsi anzi in un atteggiamento di controllo è controproducente. Lo scopo è di eliminare le troppe tensione che ostacolano la sua naturale azione in direzione della salute più piena e la modalità è l’ascolto profondo e rispettoso di tutto quello che, nella sua immensa saggezza ci dice. Sciogliendo tensioni del corpo anche la nostra dimensione emotiva si rilassa e distende. Tutte le esperienze dolorose non elaborate della nostra vita rimangono nella memoria del corpo determinandone la postura la respirazione…che in un ciclo vizioso influenzano i nostri pensieri ed emozioni e viviamo trascinandoci inutili persi con gli anni sempre più pesanti, croste che ci ricoprono sempre più spesse…liberando le tensioni di corpo e respiro inevitabilmente si attiva un circolo virtuoso che risveglia pensieri ed emozioni positive che a loro volta sostengono il fisico ad adempiere al meglio le sue funzioni per una vita intensa e gioiosa. E siccome “un lungo viaggio incomincia con un solo passo” ti propongo una semplice pratica di Yoga Ratna, con la speranza che sia una piccolo contributo a realizzare il meglio di ciò che sei! Bastrika Mudra. Il gesto del Mantice. Mudra significa gesto e così sono chiamate tutte quelle pratiche di movimenti guidati dal respiro. Il gesto del Mantice, facile ed utilissimo si può eseguire ogni mattina appena svegli anche nel proprio letto. Esecuzione: 1) In posizione supina fletti le ginocchia, se possibile mantienile unite e afferrale con le dita intrecciate. 2) Inspirando, distendi le braccia allontanando così le gambe dal corpo, espirando piega i gomiti e avvicina le ginocchia il più possibile al petto. 3) Ripeti alcune volte, seguendo il ritmo lento e profondo del tuo respiro. Poi mantieni per un poco la posizione nell’immobilità, con le ginocchia e le gambe strette all’addome. 4) Ascolta il movimento del respiro e senti espandersi dalla pancia una piacevole sensazione di calore che si espande a sciogliere la colonna. Benefici: Allevia e previene il mal di schiena, elasticizza la colonna in particolare il tratto sacro-lombare, massaggia e tonifica tutti gli organi interni dell’addome migliorandone le funzioni. Più la pratica è regolare, maggiori i benefici!! Quindi…BUONA PRATICA! Shanti Brancolini Insegnante di Yoga Ratna www.shantibrancolini.it
da Antonio Quaglietta | Ott 3, 2011 | Blog
Oggi parliamo di come gestire al meglio la nostra motivazione per tradurre i nostri obiettivi in risultati concreti! La motiv-azione è una potentissima azione o serie di comportamenti direzionati, la cui potenza è data da tutti quei personalissimi motivi, sogni e desideri che danno la direzione e ci permettono di trasformare in risultati quello che ci sembrava irraggiungibile e impossibile. Quando conosciamo quello che ci piacerebbe diventare, apprendere, fare siamo in grado di tracciare una rotta, stabilire un piano di azione attivare risorse, sentirci estremamente motivati. La motivazione ha una intensità, il più o meno sembra essere in relazione con la “qualità” della “vision”, cioè con la consapevolezza più o meno dettagliata e dunque appetibile di quello che vorremmo essere o fare nel futuro prossimo, con la nostra capacità di tradurlo in obiettivo concreto e raggiungibile (se quello che vogliamo è concreto riusciamo facilmente ad individuare anche il modo per ottenerlo e questo ci fa sperimentare un senso di powerfullness). La motivazione è sempre direzionata verso il raggiungimento di un obiettivo, più o meno consapevole, nasce e si sviluppa dai bisogni, ed acquista forma, consistenza e direzione attraverso i nostri valori che informano i bisogni riguardo la meta verso cui direzionare il comportamento e riguardo il modo in cui poter essere soddisfatti. I Bisogni secondo lo schema di Maslow si suddividono in primari secondari di espansione o autorealizzazione. Quelli primari sono quelli di sopravvivenza, mangiare, dormire etc; quelli secondari sono quelli di socializzazione, amici, partner, sesso, etc; quelli di autorealizzazione sono quelli che ci spingono verso mete come la realizzazione professionale, la ricerca del senso della nostra vita, etc. I valori intervengono specificando il modo attraverso cui esprimere i bisogni e verso quale meta indirizzarli. Rispondono alla domanda “Cosa è importante per noi? … in amicizia, amore, lavoro etc.” e traducono i bisogni in desideri e sogni e questi ultimi in una serie di comportamenti indirizzati all’obiettivo che ci rappresentiamo. Quando sento il desiderio di trovare una partner, probabilmente il bisogno che spinge è quello secondario, il modo in cui approcciare, cominciare una storia, e tracciare le regole del rapporto sarà determinato dai nostri valori. Il bisogno spinge quindi senza direzione precisa, i valori forniscono la direzione e la rappresentazione dei comportamenti che attuerò, mi fanno sperimentare la motivazione. La motivazione è sempre direzionata, e per sua natura non può esistere il suo contrario, la demotivazione, si è motivati verso qualcosa o verso altro. Posso essere consapevole di quello che voglio e la mia motivazione risulta essere “verso” qualcosa, o al contrario consapevole di quello che non voglio e la mia motivazione risulta essere “lontano da”qualcosa. Quando siamo in posizione “lontano da” siamo motivati ad allontanarci da un punto preciso, siamo consapevoli di quello che non ci piace ma l’alternativa non ci è chiara e la motivazione non ben direzionata. Non voglio più lavorare in banca, potrebbe essere un esempio, la persona è consapevole di quello che non vuole, ma l’alternativa… il mondo possibile delle scelte… e la motivazione? Se non si traduce la rappresentazione di cosa non voglio (lontano da) in rappresentazione di cosa desidero (verso) fare/essere in alternativa e se questa rappresentazione non è in armonia con i valori della persona rischia di trasformarsi in malessere e stress. Molto spesso, infatti, quando non siamo orientati verso qualcosa ma siamo consapevoli unicamente del “lontano da” ovvero di ciò che non desideriamo possiamo sperimentare sensazioni quali stress, confusione, timore, apatia,immobilismo rispetto alla situazione. In quel caso può risultare molto utile assumere un nuovo punto di vista: accettato come presupposto che non desideriamo X, che vogliamo allontanarci da X…chiediamoci cosa desideriamo. La nostra mente direziona i nostri comportamenti ma se essa stessa non ha una direzione, dove può condurci? La motivazione è il propulsore delle nostre azioni ma qual è il carburante per questo propulsore? Cosa alimenta la nostra motivazione? Certamente non si può rispondere in modo esaustivo a queste domande con poche parole, i fattori in gioco, come sempre, sono diversi. Una cosa, però, sembra essere ricorrente in tutte le esperienze di forte motivazione: abbiamo una chiara rappresentazione dei risultati che otterremo e questi risultati ci attraggono, come una calamita…attira il ferro! Un atleta che si allena duramente, probabilmente si vede sul podio…uno studente che mantiene costanza nello studio,presumibilmente, vede il giorno della propria laurea o magari si vede a fare un lavoro che lo attira. Qualche giorno fa un mio amico, conversando sulla sua situazione lavorativa, che vive come dura e stressante, mi ha detto ”Sai, continuo a fare tutto questo solo perché mi vedo tra un po’ a lavorare in proprio…altrimenti avrei già mollato da un pezzo!”. È la visione del futuro che alimenta la nostra motivazione. Il carburante è la rappresentazione mentale che ci costruiamo. Questa, quanto più è concreta, “seducente” e congruente con i nostri valori, tanto più ci attira e informa il nostro sistema mente-corpo che si attiva per realizzarla. Consideriamo per un attimo l’esempio opposto, immaginiamo di (o forse semplicemente ricordiamo una volta in cui ci siamo ritrovati a) fare qualcosa con scarsa motivazione…cosa pre-vediamo di ottenere da questa situazione o da questa azione?( verosimilmente niente di allettante!)…Cosa ci diciamo?(probabilmente frasi come: ”Tanto so già come andrà a finire!…Tutto questo non serve a niente!…Mi chiedo perché devo farlo!…etc”)[1]. H. Ford diceva” Che voi crediate di farcela o di non farcela…avrete comunque ragione!” noi possiamo tradurlo così: “Più o meno consapevolmente, tendiamo a realizzare la visione che ci costruiamo!”. Il lato positivo di tutto questo è che se tendiamo a realizzare (indirizzando micro e macro comportamenti, consci ma soprattutto inconsci) la visione che ci costruiamo, imparando a “curare meglio la regia”[2] delle nostre rappresentazioni mentali, a costruire obiettivi concreti[3], a conoscere e rispettare i nostri valori, possiamo accedere alle nostre risorse in modo più completo e soddisfacente. Conoscendo gli ingredienti della motivazione possiamo imparare a gestirla ed incrementarla. Il ragazzo che a scuola non è attento e che magari scrive un messaggio d’amore alla sua ragazza, viene definito demotivato dall’insegnante, in realtà la sua motivazione è forte e ben direzionata ad altro obiettivo che non è la scuola. Il bisogno per questo ragazzo è quello della socialità, ed i suoi valori informano i comportamenti (Accendere il telefono a scuola). Un altro ragazzo con altri valori avrebbe, pensato alla sua ragazza, senza telefonare e qualcun altro non sarebbe proprio andato a scuola. I bisogni nascono con noi alla nostra nascita, i valori si strutturano con le esperienze che facciamo durante tutta la nostra vita, soprattutto le esperienze di attaccamento con i nostri genitori. Visione e rappresentazione di quello che vorremmo, obiettivo concreto, valori, comportamenti progettati per raggiungere l’obiettivo, consapevolezza e accesso alle risorse sono tutte variabili gestibili in noi e negli altri. [1] Le risposte tra parentesi sono quelle sincere degli autori [2] Esistono specifiche tecniche di PNL che, incrementando la capacità di gestione della qualità delle nostre rappresentazioni interne, permettono una ottimale gestione della motivazione. [3] La costruzione di un obiettivo con caratteristiche specifiche è molto importante nella gestione della motivazione. Essa rappresenta, dunque, un ulteriore argomento, che tratteremo in un prossimo articolo.
da Antonio Quaglietta | Set 25, 2011 | Blog
“If you do not go within you go without” Crescita personale e yoga. In questo particolare momento storico di velocissimi e grandi cambiamenti in molti e sempre più si percepisce che quelli che consideravamo le nostre sicurezze e punti fermi diventano sempre più incerti… Non è a caso quindi che la disciplina dello yoga, oggi diventa sempre più necessità per molti: la pratica costante ci aiuta a trovare quel centro di immutabile pace e stabilità che c’è in ognuno di noi. Sperimentare questo porta a vivere la vita in modo totalmente nuovo e la possibilità di affrontare i cambiamenti con fermezza e calma cosa che determina direttamente l’efficacia e i risultati del nostro agire. In questa prospettiva le tecniche dello yoga diventano tecniche di crescita personale di incredibile attualità ed efficacia per evolverci interiormente e concretamente nel mondo con il mondo. Dato che parliamo di pace interiore è giusto chiarire che lo yoga non è una religione e come tale non si può opporre a nessuna religione. L’elemento della spiritualità dello yoga è inteso in senso ampio. Lo yoga è un’insieme di tecniche che aiutano, tra gli altri benefici, a ritrovare un profondo contatto con sé stessi e la propria spiritualità, qualunque essa sia. La pratica, inoltre, fa bene alla schiena, migliora la respirazione, la circolazione, è drenante, tonifica ed elasticizza i muscoli, migliora la postura… riporta in contatto con la profondità di sé stessi e la meravigliosa vita che siamo, qui, ora; questa è crescita personale. Dato che lo scopo non è di offrire semplici informazioni ma strumenti concreti di trasformazione e crescita, se hai letto fino a qui offriti la possibilità di praticare e sperimentare direttamente verificando su di te! Nessuno può farlo al posto tuo, decidi di farti questo regalo: per te, solo 10 minuti al giorno almeno per tre settimane dedicati a questa pratica. Non ti accontentare di trovarti più o meno d’accordo su quello che hai letto, non ti accontentare di accumulare ulteriori informazioni… SPERIMENTA!! ANAPANA Pratica di osservazione del respiro. Questa pratica nella sua semplicità offre incredibili benefici fisici, emotivi e mentali che non ti anticipo specificandoli dettagliatamente per non toglierti il piacere della scoperta! Requisito numero uno per farli propri: pratica regolare!! Assumi una posizione comoda, importante che la schiena sia dritta ma rilassata. Scegli un posto dove nessuno ti può disturbare e se possibile alla stessa ora. Chiudi gli occhi e con attenzione osserva l’aria che entra, l’aria che esce. Lasciati respirare e osserva questo ritmo del respiro che è il ritmo stesso della Vita che pulsa in te; meravigliosamente dopo ogni respiro ne segue un altro senza che tu debba fare nessuno sforzo. Siedi comodamente e osserva con sorridente attenzione l’aria che entra, che esce. Osserva tutte le differenze che noti tra l’inspirazione e l’espirazione: durata, temperatura, spessore dell’aria… l’attenzione al respiro ti guiderà sempre più vicino a quel centro di immutabile pace e gioia interiori che non dipende dagli eventi esterni. Con la pratica si rafforza la concentrazione, e con la concentrazione sarà sempre più facile!! Semplice? Banale? A un giudizio superficiale può sembrare così, ma farlo tutti i giorni ti apre a un nuovo universo e una nuova percezione di te e della vita. Probabile che incontrerai difficoltà, distrazione, impazienza…fammi sapere come procede e se hai qualche domanda fammi sapere!! Ricorda: è un dono meraviglioso che solo te puoi farti, è gratis e richiede pure poco tempo ;-)!!! Più la pratica è regolare, maggiori i benefici!! Quindi…BUONA PRATICA! Shanti Brancolini
da Antonio Quaglietta | Ago 12, 2011 | Blog
Respirazione yoga: “Quando il respiro è agitato la mente è instabile, quando si acquieta la mente ritrova la sua pace naturale” Hatha Yoga Pradipika La scienza moderna conferma quello che gli antichi saggi del passato avevano intuito chiaramente partendo dall’osservazione profonda di loro stessi: il corpo, l’emotività e la mente sono differenti aspetti di un’unica inscindibile realtà, che costantemente comunicano e si modificano a vicenda. Ed è questa la visione che caratterizza lo yoga, che significa appunto unione. Disciplina millenaria ma incredibilmente attuale offre, anche a chi non è un appassionato praticante, eccezionali spunti di riflessione e soprattutto delle pratiche attraverso le quali tutti possono sperimentare un concreto benessere, miglioramento della qualità della propria vita e gestione emozioni. Oggi parliamo di respirazione e yoga. Ciò che andrò a presentare è qualcosa che mi sta particolarmente a cuore,
è uno dei cardini dello yoga ed il bene più prezioso di ognuno di noi: il respiro. Il respiro è vita, emozione, sensazione….possiamo stare alcuni giorni senza mangiare né bere, ma senza respirare?…eppure… Quanta attenzione offri solitamente al tuo respiro? Quanto lo conosci? Come si modifica e cambia durante la giornata? Come è quando sei rilassato e tranquillo? Quando ti arrabbi? Quando ridi? Come si è strutturato il tuo respiro in base alle esperienze che hai vissuto? Rispetto allo stile di vita che fai, alle emozioni che provi per la maggior parte del tempo, come si è trasformato il tuo respiro? Che schema ha acquisito? Osserva il respiro di un bambino piccolo, è spontaneamente profondo e regolare, la pancia si espande ogni volta che inspira e si abbassa un poco quando espira. Diventando adulti , il respiro, per la maggior parte delle persone, diventa superficiale e breve e viviamo in una specie di apnea che ci permette la sopravvivenza …ma non certo una vita piena e ricca di emozioni, sensazioni e vitalità! Esplorare, conoscere il proprio respiro e liberarlo da tensioni e rigidità è un appassionante e incredibile viaggio di consapevolezza e trasformazione. E come ogni viaggio…inizia con un solo passo!
È un argomento vasto che non potrò esaurire pienamente in queste poche righe, ma posso esporre alcune utili indicazioni per questo primo passo. Quale che sia il nostro stato d’animo vi è una qualità di respiro che vi corrisponde, e se il respiro è così intimamente collegato con le nostre emozioni e il nostro stato mentale, è altrettanto vero che se andiamo a governare il nostro respiro, la mente e le emozioni cambiano.
Ed è per questo che lo yoga ci propone numerosissime tecniche di pranayama, controllo del respiro, ognuna delle quali offre specifici benefici sul piano fisico e mentale. Esercizio pratico di respirazione yoga, Vayu Pranayama: il respiro del vento che soffia via i pensieri. Questa pratica è particolarmente adatta la sera prima di coricarsi per conciliare un profondo riposo. Ma può essere eseguita in qualsiasi momento della giornata quando sentiamo il bisogno di maggiore tranquillità e rilassatezza. Esecuzione: Scegli un momento in cui puoi stare in silenzio e fare questa pratica senza interruzioni.
Siediti in una qualsiasi posizione confortevole avendo cura che la schiena sia ben dritta ma non tesa. Chiudi gli occhi .
Per qualche attimo porta l’attenzione al respiro senza cercare di modificarlo in alcun modo. Osserva il tuo respiro così com’è, osserva il suo ritmo, il ritmo della Vita in te…
Fai un’inspirazione lenta e profonda dal naso. Poi arriccia un poco le labbra che disegnano come un piccolo cerchio da cui può passare l’aria, ed espira lentamente dalla bocca svuotando bene i polmoni.
L’aria che esce nell’espirazione crea un sibilo simile al soffio del vento.
Ripeti per qualche minuto con attenzione, senza affaticarti avendo cura di espirare svuotando i polmoni più che puoi.
Immergiti nell’ascolto di questo soffio. Come il vento spazza via le foglie secche, questo soffio spazza via vecchi e inutili pensieri.
Continua per qualche minuto senza sforzarti eccessivamente. Infine rimani qualche attimo in ascolto del ritmo spontaneo del respiro e delle sensazioni che affiorano. Se hai praticato correttamente ti accorgerai di una piacevole sensazione di leggerezza e tranquillità nel corpo e nella mente.
Ed è questa calma interiore che ti permetterà di affrontare tutto quello che la vita ti presenta con facilità e gioia. Più la pratica è regolare, maggiori i benefici!! Quindi…BUONA PRATICA! Shanti Brancolini www.shantibrancolini.it
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