La comunicazione nelle relazioni

Episodio 213 – Libertà da automatismi e dipendenza

Ognuno di noi ha le proprie dipendenze. Ma come funziona la dipendenza?

La dipendenza ha una struttura ben precisa ed è legata al circuito della gratificazione: abbiamo una parte del nostro cervello che gestisce la gratificazione, la ricompensa, per certi comportamenti in modo da promuoverli. Questa parte dà un rinforzo al piacere. La finalità più intrinseca è la conservazione della specie. Abbiamo però anche un’altra parte del cervello, la corteccia prefrontale, più evoluta, che è preposta alla valutazione e previsione delle conseguenze, una specie di supervisore.
Il terzo elemento della struttura psichica della dipendenza a cui prestare attenzione è il craving, ovvero il desiderio smodato irresistibile di una esperienza, che leghiamo ad una sostanza, ad un comportamento, ad una persona. Il craving si gestisce imparando a riattivare la coscienza.

In particolare, quando parliamo di dipendenze si attiva in modo più forte il circuito della gratificazione/piacere e si abbassa l’attivazione della valutazione: so che qualcosa che mi farà male ma non riesco a non farla e non riesco a valutare correttamente se ci sono eventuali rischi nel farlo, né a gestire il craving.

Ma come fa il piacere a superare il controllo del supervisore? Lo fa attraverso delle convinzioni che diventano inconsce e bypassano il livello della coscienza.

Come possiamo uscire da una dipendenza? Ecco alcuni passi che ci possono aiutare ad uscire dalla dipendenza:
• Decisione: non si esce da una dipendenza se non si vuole farlo. Se non c’è la volontà di farlo, un preciso atto di volontà, non si può uscire dalla dipendenza.
• Allenarsi al presente: creare una nuova abitudine che ci riporti nel presente.
• Estrarre le convinzioni (senza giudizio): trovare il pensiero che c’è dietro l’azione che abbiamo compiuto spinti dal piacere/gratificazione. Non si può fare se sprechiamo la nostra energia nel giudizio. È necessario scrivere le nostre convinzioni per poterci lavorare.
• Indagare le convinzioni: una volta estratte le convinzioni, possiamo farci questa domanda: questa convinzione, questo pensiero, è vero? Bisogna, sempre sospendendo il giudizio, semplicemente indagare le nostre convinzioni per potare a coscienza le cose inconsce e poterci finalmente lavorare consapevolmente.

La
comunicazione
nelle relazioni

Episodio 213 – Libertà da automatismi e dipendenza

Ognuno di noi ha le proprie dipendenze. Ma come funziona la dipendenza?

La dipendenza ha una struttura ben precisa ed è legata al circuito della gratificazione: abbiamo una parte del nostro cervello che gestisce la gratificazione, la ricompensa, per certi comportamenti in modo da promuoverli. Questa parte dà un rinforzo al piacere. La finalità più intrinseca è la conservazione della specie. Abbiamo però anche un’altra parte del cervello, la corteccia prefrontale, più evoluta, che è preposta alla valutazione e previsione delle conseguenze, una specie di supervisore.
Il terzo elemento della struttura psichica della dipendenza a cui prestare attenzione è il craving, ovvero il desiderio smodato irresistibile di una esperienza, che leghiamo ad una sostanza, ad un comportamento, ad una persona. Il craving si gestisce imparando a riattivare la coscienza.

In particolare, quando parliamo di dipendenze si attiva in modo più forte il circuito della gratificazione/piacere e si abbassa l’attivazione della valutazione: so che qualcosa che mi farà male ma non riesco a non farla e non riesco a valutare correttamente se ci sono eventuali rischi nel farlo, né a gestire il craving.

Ma come fa il piacere a superare il controllo del supervisore? Lo fa attraverso delle convinzioni che diventano inconsce e bypassano il livello della coscienza.

Come possiamo uscire da una dipendenza? Ecco alcuni passi che ci possono aiutare ad uscire dalla dipendenza:
• Decisione: non si esce da una dipendenza se non si vuole farlo. Se non c’è la volontà di farlo, un preciso atto di volontà, non si può uscire dalla dipendenza.
• Allenarsi al presente: creare una nuova abitudine che ci riporti nel presente.
• Estrarre le convinzioni (senza giudizio): trovare il pensiero che c’è dietro l’azione che abbiamo compiuto spinti dal piacere/gratificazione. Non si può fare se sprechiamo la nostra energia nel giudizio. È necessario scrivere le nostre convinzioni per poterci lavorare.
• Indagare le convinzioni: una volta estratte le convinzioni, possiamo farci questa domanda: questa convinzione, questo pensiero, è vero? Bisogna, sempre sospendendo il giudizio, semplicemente indagare le nostre convinzioni per potare a coscienza le cose inconsce e poterci finalmente lavorare consapevolmente.