Oggi parliamo di come gestire al meglio la nostra motivazione per tradurre i nostri obiettivi in risultati concreti!
La motiv-azione è una potentissima azione o serie di comportamenti direzionati, la cui potenza è data da tutti quei personalissimi motivi, sogni e desideri che danno la direzione e ci permettono di trasformare in risultati quello che ci sembrava irraggiungibile e impossibile. Quando conosciamo quello che ci piacerebbe diventare, apprendere, fare siamo in grado di tracciare una rotta, stabilire un piano di azione attivare risorse, sentirci estremamente motivati.
La motivazione ha una intensità, il più o meno sembra essere in relazione con la “qualità” della “vision”, cioè con la consapevolezza più o meno dettagliata e dunque appetibile di quello che vorremmo essere o fare nel futuro prossimo, con la nostra capacità di tradurlo in obiettivo concreto e raggiungibile (se quello che vogliamo è concreto riusciamo facilmente ad individuare anche il modo per ottenerlo e questo ci fa sperimentare un senso di powerfullness). La motivazione è sempre direzionata verso il raggiungimento di un obiettivo, più o meno consapevole, nasce e si sviluppa dai bisogni, ed acquista forma, consistenza e direzione attraverso i nostri valori che informano i bisogni riguardo la meta verso cui direzionare il comportamento e riguardo il modo in cui poter essere soddisfatti.
I Bisogni secondo lo schema di Maslow si suddividono in
- primari
- secondari
- di espansione o autorealizzazione.
Quelli primari sono quelli di sopravvivenza, mangiare, dormire etc;
quelli secondari sono quelli di socializzazione, amici, partner, sesso, etc;
quelli di autorealizzazione sono quelli che ci spingono verso mete come la realizzazione professionale, la ricerca del senso della nostra vita, etc.
I valori intervengono specificando il modo attraverso cui esprimere i bisogni e verso quale meta indirizzarli. Rispondono alla domanda “Cosa è importante per noi? … in amicizia, amore, lavoro etc.” e traducono i bisogni in desideri e sogni e questi ultimi in una serie di comportamenti indirizzati all’obiettivo che ci rappresentiamo. Quando sento il desiderio di trovare una partner, probabilmente il bisogno che spinge è quello secondario, il modo in cui approcciare, cominciare una storia, e tracciare le regole del rapporto sarà determinato dai nostri valori. Il bisogno spinge quindi senza direzione precisa, i valori forniscono la direzione e la rappresentazione dei comportamenti che attuerò, mi fanno sperimentare la motivazione.
La motivazione è sempre direzionata, e per sua natura non può esistere il suo contrario, la demotivazione, si è motivati verso qualcosa o verso altro. Posso essere consapevole di quello che voglio e la mia motivazione risulta essere “verso” qualcosa, o al contrario consapevole di quello che non voglio e la mia motivazione risulta essere “lontano da”qualcosa. Quando siamo in posizione “lontano da” siamo motivati ad allontanarci da un punto preciso, siamo consapevoli di quello che non ci piace ma l’alternativa non ci è chiara e la motivazione non ben direzionata. Non voglio più lavorare in banca, potrebbe essere un esempio, la persona è consapevole di quello che non vuole, ma l’alternativa… il mondo possibile delle scelte… e la motivazione?
Se non si traduce la rappresentazione di cosa non voglio (lontano da) in rappresentazione di cosa desidero (verso) fare/essere in alternativa e se questa rappresentazione non è in armonia con i valori della persona rischia di trasformarsi in malessere e stress.
Molto spesso, infatti, quando non siamo orientati verso qualcosa ma siamo consapevoli unicamente del “lontano da” ovvero di ciò che non desideriamo possiamo sperimentare sensazioni quali stress, confusione, timore, apatia,immobilismo rispetto alla situazione. In quel caso può risultare molto utile assumere un nuovo punto di vista: accettato come presupposto che non desideriamo X, che vogliamo allontanarci da X…chiediamoci cosa desideriamo.
La nostra mente direziona i nostri comportamenti ma se essa stessa non ha una direzione, dove può condurci?
La motivazione è il propulsore delle nostre azioni ma qual è il carburante per questo propulsore?
Cosa alimenta la nostra motivazione?
Certamente non si può rispondere in modo esaustivo a queste domande con poche parole, i fattori in gioco, come sempre, sono diversi. Una cosa, però, sembra essere ricorrente in tutte le esperienze di forte motivazione: abbiamo una chiara rappresentazione dei risultati che otterremo e questi risultati ci attraggono, come una calamita…attira il ferro!
Un atleta che si allena duramente, probabilmente si vede sul podio…uno studente che mantiene costanza nello studio,presumibilmente, vede il giorno della propria laurea o magari si vede a fare un lavoro che lo attira. Qualche giorno fa un mio amico, conversando sulla sua situazione lavorativa, che vive come dura e stressante, mi ha detto ”Sai, continuo a fare tutto questo solo perché mi vedo tra un po’ a lavorare in proprio…altrimenti avrei già mollato da un pezzo!”.
È la visione del futuro che alimenta la nostra motivazione. Il carburante è la rappresentazione mentale che ci costruiamo. Questa, quanto più è concreta, “seducente” e congruente con i nostri valori, tanto più ci attira e informa il nostro sistema mente-corpo che si attiva per realizzarla.
Consideriamo per un attimo l’esempio opposto, immaginiamo di (o forse semplicemente ricordiamo una volta in cui ci siamo ritrovati a) fare qualcosa con scarsa motivazione…cosa pre-vediamo di ottenere da questa situazione o da questa azione?( verosimilmente niente di allettante!)…Cosa ci diciamo?(probabilmente frasi come: ”Tanto so già come andrà a finire!…Tutto questo non serve a niente!…Mi chiedo perché devo farlo!…etc”)[1].
H. Ford diceva” Che voi crediate di farcela o di non farcela…avrete comunque ragione!” noi possiamo tradurlo così: “Più o meno consapevolmente, tendiamo a realizzare la visione che ci costruiamo!”.
Il lato positivo di tutto questo è che se tendiamo a realizzare (indirizzando micro e macro comportamenti, consci ma soprattutto inconsci) la visione che ci costruiamo, imparando a “curare meglio la regia”[2] delle nostre rappresentazioni mentali, a costruire obiettivi concreti[3], a conoscere e rispettare i nostri valori, possiamo accedere alle nostre risorse in modo più completo e soddisfacente. Conoscendo gli ingredienti della motivazione possiamo imparare a gestirla ed incrementarla.
Il ragazzo che a scuola non è attento e che magari scrive un messaggio d’amore alla sua ragazza, viene definito demotivato dall’insegnante, in realtà la sua motivazione è forte e ben direzionata ad altro obiettivo che non è la scuola. Il bisogno per questo ragazzo è quello della socialità, ed i suoi valori informano i comportamenti (Accendere il telefono a scuola).
Un altro ragazzo con altri valori avrebbe, pensato alla sua ragazza, senza telefonare e qualcun altro non sarebbe proprio andato a scuola. I bisogni nascono con noi alla nostra nascita, i valori si strutturano con le esperienze che facciamo durante tutta la nostra vita, soprattutto le esperienze di attaccamento con i nostri genitori. Visione e rappresentazione di quello che vorremmo, obiettivo concreto, valori, comportamenti progettati per raggiungere l’obiettivo, consapevolezza e accesso alle risorse sono tutte variabili gestibili in noi e negli altri.
[1] Le risposte tra parentesi sono quelle sincere degli autori
[2] Esistono specifiche tecniche di PNL che, incrementando la capacità di gestione della qualità delle nostre rappresentazioni interne, permettono una ottimale gestione della motivazione.
[3] La costruzione di un obiettivo con caratteristiche specifiche è molto importante nella gestione della motivazione. Essa rappresenta, dunque, un ulteriore argomento, che tratteremo in un prossimo articolo.