da Antonio Quaglietta | Nov 15, 2021 | Podcast, emozioni (posdcast)
Cosa è per me la felicità? È possibile essere felice? Perché non riesco ad essere felice? Tendiamo tutti alla felicità. E’ uno dei nostri obiettivi principali. Ognuno di noi vuole essere felice. La felicità è un concetto così ampio e personale che il significato che gli diamo cambia da persona a persona. Qualcuno dice che la felicità non esiste, qualcun altro afferma che è fatta di attimi brevissimi, o che si può trovare in Dio; per qualcun altro ancora è pericolosa, perché un’illusione. Cosa unisce tutte queste categorie? Il tratto comune è che noi abbiamo un concetto infantile di felicità, ci portiamo dentro la nostra visone infantile della felicità, che crediamo sia la soddisfazione immediata dei nostri bisogni da parte dell’esterno e sostanzialmente assenza di dolore. Spesso confondiamo la felicità con le emozioni, ma a differenza delle emozioni la felicità è uno stato esistenziale, è uno stato dell’essere, ed è molto più stabile delle nostre emozioni. Spesso però noi mettiamo delle condizioni alla felicità. ‘Sono felice se…sono felice solo quando…sono felice nonostante…sono felice perché… Quali sono gli ostacoli che ci impediscono di essere felici? • Concetti infantili: restiamo bloccati nell’idea di felicità e infelicità che ci siamo creati e aspettiamo che la soddisfazione delle condizioni che mettiamo alla felicità arrivi dall’esterno. • Conflitti interni: siamo fatti di parti, che entrano in conflitto tra di loro e che hanno diverse idee di felicità; se non impariamo a gestire queste parti e i conflitti tra essere non possiamo essere felici; • Pensiero B o N, il pensiero dicotomico: bianco o nero, è la dualità, il disadattamento alla realtà; questo ci spacca e viviamo di conflitti. Dentro viviamo dilaniati, ci sentiamo incoerenti, vogliamo mostrare solo una parte di noi e passiamo il tempo a combattere tra ciò che mostriamo e ciò che vogliamo essere e ciò che siamo; • senso di colpa: deriva dal pensiero dicotomico: se baglio merito di essere infelice; i sensi di colpa spesso sono coperti da arroganza e menefreghismo; dietro c’è tanta fragilità e paura della fragilità. Nascondono il moralismo. Se togliamo il moralismo, facciamo l’ esperienza. Quali sono invece le risorse per la felicità? • Concetti adulti • Guardare all’interno: armonia interna che poi crea armonia esterna. Guardare all’interno vuole dire chiedersi: Quali sono le mie reattività? Le mie emozioni? è imparare a conoscersi; • Pensiero B e N, bianco e nero: riuscire a vedere la vita per quella che è: se il nero ci fa paura ci domina, va visto, ascoltato e rieducato, perchè è energia divina deviata, che va reincanalata in modo costruttivo. • Accettare le imperfezioni: perché reagiamo alle imperfezioni degli altri? Perché non accettiamo le nostre imperfezioni. Per poter essere felici è necessario vivere l’amore come uno stato di coscienza. La felicità è portare sempre maggiore armonia, avvicinarsi con umiltà e lavoro interiore alla possibilità di amare. Quanta più armonia hai dentro tanto più la porti fuori. Ed impari ad amare veramente. E per te cosa è la felicità? Quali sono gli ostacoli che incontri nel raggiungere la felicità?
da Antonio Quaglietta | Nov 15, 2021 | Podcast, emozioni (posdcast), relazioni (poscast), struttura dell’amore (posdcast)
E’ sicuramente capitato ad ognuno di noi di vivere un conflitto nella propria coppia. Spesso però, quando siamo in coppia, non riusciamo a gestire i conflitti che si verificano perché non abbiamo gli strumenti adatti per farlo. Accade quindi che siamo reattivi e che ripetiamo sempre gli stessi comportamenti pensando di risolvere i problemi, ma alimentiamo, in questo modo, conflitto e problemi. Innanzitutto è necessario partire dal comprendere cosa è la coppia. La coppia non è un entità ferma, ma attraversa delle fasi. Non esiste una coppia, ma esiste una coppia in una determinata fase. La prima fase è quella della seduzione: è una fase in cui proviamo a portare l’altro verso di noi, a noi interessa piacere all’altro e cerchiamo di fare in modo di piacere all’altro. La seconda fase è quella dell’ innamoramento: questa è una fase molto importante che ci permette di avvicinarci, di mostrare e conoscere il meglio di noi; è un incontro tra le diverse parti di noi. La terza fase è quella della relazione: per entrare in questa fase è necessario superare quella dell’innamoramento e occorre andare oltre l’aspetto di delusione dell’innamoramento, dell’ “e vissero tutti felici e contenti”, ci confrontiamo con la relazione, con l’altro, con le parti egoiche dell’altro e con quelle animiche. E anche noi mostriamo entrambe le nostre parti. In questa fase comincia l’impegno per passare alla fase successiva. La quarta fase è quella della stabilizzazione: questa è la fase in cui si raggiunge la stabilità e la maturità nella coppia. Il raggiungimento di questa fase richiede sforzo e impegno. Ma è l’unico modo per raggiungere l’intimità. Come si arriva alla fase della stabilizzazione? È un percorso che ha come obiettivo principale quello di raggiungere un equilibrio in 4 aree principali: *area attaccamento-distacco: trovare un equilibrio tra attaccamento e distacco, trovare la giusta distanza, restare liberi appartenendo ad un legame. *Area Novità-intimità: la coppia inizia dalla novità e va verso l’intimità; all’inizio è adrenalina pura, piano piano si raggiunge l’ intimità . *Area Emozioni-sentimenti: all’inizio è tutto emozioni, non c’è un sentimento. L’amore arriva dopo. Spesso erroneamente pensiamo che le emozioni siano il test per il funzionamento della coppia. In realtà i sentimenti sono qualcosa di più complesso rispetto alle pure importantissime emozioni. *Area Carpe diem-progettualità: è il passaggio da “viviamo alla giornata” al progetto, all’ avere un’idea di una vita insieme. Non si arriva alla stabilizzazione senza progettualità. Uscire dai conflitti di coppia vuol dire maturare una crescita personale, che richiede auto-osservazione consapevole . Nella costruzione della nostra coppia incontriamo ostacoli che possono generare il conflitto in coppia: *karma familiare *Illusioni: no sforzo…. *Egocentrismo. Possiamo però sviluppare delle risorse per liberarci: *Essere più attenti al linguaggio: quanto c’è di etichettamento nel linguaggio? Quanti giudizi esprimiamo sull’altro? *Sentire il giudizio sull’altro: con quali termini descrivi l’altro? che idea hai dell’altro? *Restare nel presente: quanto riusciamo a parlare di un fatto, senza scivolare nel giudizio? Quanto riusciamo a stare nel momento? A restare focalizzati sul fatto e non già solo sulla relazione?
da Antonio Quaglietta | Nov 15, 2021 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast)
Trovare lo scopo è un cammino, un percorso che può avvenire in modo graduale e che può essere definito distinguendo principalmente tre livelli della nostra vita. *Primo livello: è il livello della realizzazione; è il livello concreto dell’attività, è il livello degli obiettivi concreti, in cui ci concentriamo sul fare e sulle risorse di cui abbiamo bisogno per realizzare i nostri obiettivi. *Secondo livello: è il livello dell’ autorealizzazione: io come posso realizzare me stesso? In questo livello è fondamentale ascoltarsi per passare dal fare all’essere ed è importante conoscere i propri valori. *Terzo livello: è il livello della realizzazione del sé; si tratta di imparare a conoscersi davvero. È il livello in cui comprendiamo che il vero scopo è la realizzazione della propria umanità, dell’anima. Per poter attraversare i vari livelli e trovare lo scopo della nostra vita possiamo fare delle pratiche per acquisire le risorse necessarie per liberarci. Quali sono? *Cercare nel passato: tornare a delle esperienze vissute soprattutto nei primi sei anni di vita. Tornare indietro nel tempo ai ricordi più belli e gioiosi per recuperare l’esperienza vissuta. *Andare nel futuro …fino alla fine: rintracciare i propri valori e chiedersi da qui a tre anni cosa piacerebbe fare, definendo obiettivi precisi. Inoltre può essere molto utile fare l’esperienza di confrontarsi con la morte, immaginando il proprio funerale. Questo può darci un’idea della autorealizzazione e realizzazione del sé, perché se noi immaginiamo il nostro funerale possiamo chiederci: quali saranno i rimpianti che avrò? Cosa sentirò di non avere realizzato? E quindi possiamo scoprire cosa concretamente possiamo ora per realizzare ciò che desideriamo. *Stare nel presente: vuol dire ascoltarsi , dar voce alle tutte le parti di noi, anche di quelle che consideriamo e giudichiamo non amabili, inadeguate e non vogliamo vedere ed accogliere. Questi passaggi ci consentono di trovare il nostro scopo e la nostra mission.
da Antonio Quaglietta | Set 16, 2021 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast), struttura dell’amore (posdcast)
In questo video, attraverso l’intervista guidata da Assunta Corbo, amica, giornalista, autrice, ho toccato alcuni punti essenziali della mia vita. Ci sono esperienze che ci segnano, passaggi obbligati da attraversare, emozioni da vivere, sofferenze da elaborare. In questo video ho raccontato alcuni episodi, cercando di trasmettere l’insegnamento concreto che si può trarre dalla vita vissuta. Il lavoro su noi stessi non finisce mai; la personale conoscenza interiore può sempre essere approfondita; la crescita e le scoperte possono essere fonte di arricchimento per ognuno. Per questo ringrazio la mia amica Assunta Corbo per avermi guidato nel ripercorrere ricordi e scelte, per aver in modo leggero e allo stesso tempo delicato scavato nel mio passato e nel mio mondo privato, facendo emergere ancora una volta i miei valori e il mio impegno a portarli nel mondo. Riporto la risposta, per sottolinearne l’importanza per me, all’ultima domanda che mi ha fatto a conclusione dell’intervista: “Qual è stata la più grande lezione della vita?” La vita fin qui mi ha insegnato che senza relazioni e condivisione puoi avere tutto, ma sei destinato alla tristezza e alla rabbia. La relazione è lo spazio della vita, è quello spazio vitale in cui può avvenire la crescita. Quindi, relazioniamoci!
da Antonio Quaglietta | Set 16, 2021 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast)
Il nucleo principale del ricominciare è iniziare a vedere, comprendere ed incarnare il fatto che ricominciare è l’essenza della vita; è una possibilità che abbiamo momento dopo momento quella di ricominciare. Ma queste infinite possibilità accadono se ci ancoriamo al presente. La vita è un continuo ricominciare. Poi c’è l’attività della mente che ci fa sembrare che è difficile e ci mette difronte degli ostacoli. Quali sono? Cosa ci ostacola nel ricominciare? 1) Il passato: l’ingombro che il passato ha nella nostra mente può impedirci di ricominciare, poiché la mente non vive il presente. Noi spesso vogliamo cancellare il nostro passato, ma elaborare il passato è prendere ciò che possiamo prendere dall’esperienza e poi chiudere il cerchio. Come si fa ad elaborare? Occorre guardare i dati di realtà e distinguerli da emozioni e sensazioni che proviamo. 2) Confusione: spesso tendiamo a confondere emozioni, fatti e giudizi; ma i cambiamenti li realizziamo quando sono chiare le nostre idee su cosa vogliamo raggiungere. Quindi occorre prestare attenzione al linguaggio astratto che utilizziamo. 3) Convinzioni: cosa che ci blocca? A tutti i livelli, sia consapevolmente, sia inconsapevolmente, abbiamo delle convinzioni che possono bloccarci nel cambiamento, nel ricominciare. Fare un lavoro sulle convinzioni è fondamentale per vedere cosa concretamente ci blocca. Quali sono invece le risorse che abbiamo a disposizione per poter ricominciare? Cosa possiamo fare? 1) Elabora il passato: non sei la storia che ti racconti: occorre prendere il buono dal passato, comprendere gli errori e vedere quali sono le aree di miglioramento. Utilizzare il passato in modo costruttivo ed evolutivo. 2) Scrivi il futuro: l’atto dello scrivere ci consente di fare ordine e chiarezza su ciò che vogliamo cambiare e su come possiamo ricominciare. 3) Visualizza il futuro: spesso pensiamo al futuro, ma non siamo in grado di visualizzare ciò che vogliamo. 4) Accetta il presente: spesso noi viviamo il cambiamento con la spinta del rifiuto di ciò che abbiamo. Invece è necessario partire dall’accoglienza proprio di ciò che abbiamo già. 5) Controlla i valori: cosa è importante per te nella vita? Quali sono i valori che ti guidano nelle tue scelte? 6) Condividi: i migliori cambiamenti avvengono anche nella condivisione. Vuoi ricominciare? Torna nel presente!
da Antonio Quaglietta | Set 16, 2021 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast)
La libertà è un tema molto ampio. È qualcosa di cui è necessario fare esperienza, per poter essere compresa. È uno stato mentale, oltre che fisico. Parliamo, in questo video, con Fabrizio Giuliani, maestro di meditazione, di libertà intesa come liberazione, così come se ne parla nel buddismo: si tratta di libertà interiore, di coltivare le nostre qualità, di affinare il nostro potere di osservazione, la nostra fiducia, la dedizione, la pazienza e tutte quelle qualità mentali che portano alla liberazione, senza dover necessariamente applicare delle etichette. Coltivare queste nostre qualità rende la mente meno rigida, più malleabile e più presente. Ma cosa è la libertà interiore? Avere libertà interiore vuol dire essere a proprio agio in qualsiasi situazione. È una qualità che va allenata e questo può essere possibile anche attraverso la pratica di meditazione. La pratica può aiutare ad affinare l’osservazione della mente e a disidentificarci da essa e dai pensieri. Molta della nostra sofferenza, infatti, è dovuta proprio al fatto che coltiviamo ed alimentiamo stati negativi. È la nostra identificazione con i pensieri che ci fa restare attaccati all’ego. Se ci fermiamo ad osservare, però, vediamo che non abbiamo controllo e quindi i pensieri non sono nostri. Non sono frutto del causa ed effetto. Non c’è niente di personale. Noi, però, ci spaventiamo difronte a questo e siamo talmente identificati che ci chiediamo: chi sono senza i miei pensieri? Praticare vuol dire togliere energia a questi pensieri, che al 90% sono negativi, ripetitivi e automatici. Osservandoli possiamo vederli per quello che sono (solo pensieri e non la realtà) e decidere cosa vogliamo coltivare, quali energie vogliamo portare a noi stessi e al mondo e in che modo vogliamo e possiamo farlo. Si parte dall’osservazione, dall’auto-osservazione. E ci si allena per accrescere il tempo e lo spazio da dedicare ad attraversare ciò che emerge per arrivare alla conoscenza di noi stessi, con coraggio, per iniziare, e con pazienza, per perseverare. E tu, quali stati vuoi coltivare?
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