da Antonio Quaglietta | Ott 11, 2024 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast)
Quando parliamo di depressione possiamo distinguerla e suddividerla in diversi livelli. • Livello lieve: questo livello è caratterizzato da umore triste persistente, perdita di interesse e live perdita del sonno. • Distimia: stato depressivo cronico, simile ad una depressione lieve che però dura più tempo ed è caratterizzato da bassa autostima e irritabilità. • Depressione moderata: gli stessi sintomi della lieve diventano più insistenti e si ha in aggiunta una riduzione dell’attività sociale; inoltre iniziano problemi di concentrazione • Depressione maggiore: a questo livello si aggiunge sentimenti di inutilità, pensieri suicidari. • Depressione grave con sintomi psicotici: a questo livello si aggiungono allucinazioni e deliri. Ogni sintomo è una forma di comunicazione della nostra mente. Ogni sintomo è un messaggio. Cosa vuole dirci la depressione? Ci parla di squilibri e bisogni repressi o insoddisfatti per lungo tempo, di cui non riusciamo a trovare la causa. Spesso la depressione ci parla di una fatica inutile che abbiamo fatto per reprimere i nostri bisogni. In qualche modo il corpo reagisce a questo silenziamento rispetto ai nostri bisogni, attraverso i sintomi. E questi si manifestano in seguito a stress cronico, traumi non elaborati, bisogni relazionali insoddisfatti, squilibri biochimici, necessità di cambiamento, richiesta di autocompassione, esaurimento creativo. Quindi il primo passo fondamentale è proprio dare ascolto a questi sintomi per imparare a conoscerci e riconoscere come stiamo davvero e di cosa abbiamo davvero bisogno.
da Antonio Quaglietta | Ott 4, 2024 | Podcast, emozioni (posdcast), relazioni (poscast), struttura dell’amore (posdcast)
Quando parliamo di felicità siamo certi di parlare di un argomento importante per tutti: chi è che non vuole essere felice? Però per poter essere felici occorre capire cosa è la felicità e provare a superare alcuni miti sulla felicità. La felicità non è una meta finale, ma un viaggio. Uno studio di Harvard dimostra che la felicità dipende principalmente dalle relazioni significative che manteniamo nella vita. La felicità non è uguale per tutti. Uno studio dell’Università della California mostra che è molto personale e unica per ciascuno. Qui è necessario comprendere che esistono due tipi di felicità: quella illusoria (legata a condizioni esterne) e quella interiore (più autentica e duratura). La ricerca ossessiva della felicità può essere controproducente. Uno studio del Journal of Happiness Studies dimostra che chi cerca ossessivamente la felicità spesso prova meno soddisfazione. La felicità non è uno stato costante o eterno. È un’abilità da coltivare per affrontare al meglio i diversi momenti della vita. Il “segreto” è la pratica della gratitudine, che è importante per apprezzare ciò che si ha nel presente. Inoltre è fondamentale imparare a osservare e essere presenti nel momento, vivendo il presente per come è.
da Antonio Quaglietta | Ott 4, 2024 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast)
In questo video proveremo a sfatare alcuni miti che ci sono intorno alla depressione. Ma cosa è la depressione? Innanzitutto occorre partire dal fatto che ognuno di noi ha una parte depressiva: quello che poi diventa un grave disturbo è l’amplificazione di un tratto che ognuno di noi ha. Diventa disturbo quando diventa pervasiva e impedisce il normale svolgimento della vita. La parte depressiva è quella parte che ci spinge al ritiro sociale; ci spinge all’autocritica e al senso di inadeguatezza, a provare rabbia verso se stessi. Altri sintomi a cui prestare attenzione sono la lamentela e la mancanza di speranza. Ci sono però dei miti sulla depressione da sfatare. Vediamone alcuni. Primo mito: la depressione è solo tristezza. La depressione non è solo tristezza. È come una nebbia che piano piano ci avvolge, che si manifesta nella perdita di interessi ed interesse per ciò che ci circonda. Secondo mito: la depressione è un segno di debolezza. In realtà non ha nulla a che vedere con la forza di volontà e quindi non è un segno di debolezza perché non dipende solo da noi. Terzo mito: se hai una buona vita non puoi essere depresso! Questo non è vero. Quarto mito: la depressione passa da sola. Bisogna chiedere aiuto quando ci rendiamo conto di averne bisogno. Quinto mito: i farmaci cambiano la personalità. Non è vero neanche questo. Sesto mito: parlare della depressione la peggiora. Non è vero: spesso crediamo che parlarne non serve a nulla. Settimo mito: colpisce solo gli adulti. Non è vero, poiché sta aumentando anche nei più giovani. Ottavo mito: la depressione è sempre causata da un evento esterno. Non è detto, poiché può essere espressione anche di altri elementi. Nono mito: se sei depresso devi solo tirarti su. Non funziona proprio così. Spesso da soli non riusciamo a superare i nostri momenti depressivi. Decimo mito: la depressione è permanente. Non è così: dalla depressione si esce con successo. È necessario trovare il modo giusto per noi.
da Antonio Quaglietta | Set 20, 2024 | Podcast, emozioni (posdcast), relazioni (poscast), struttura dell’amore (posdcast)
Quando mi manca qualcosa, cosa vado a cercare? L’ esatta forma che mi completa! Sento un vuoto dentro di me e vado a cercare l’esatta forma che mi completa e credo che queste siano relazioni nutrienti; addirittura, in slanci di umanità incredibile inizio a chiamarlo amore questo. Non parlo solo di coppia, può trattarsi anche di amicizia. Quindi, bisogno, soddisfazione di quel bisogno e credo di amare quella persona e qui c’è una confusione di termini incredibile, perché quella è la soddisfazione di un bisogno carenziale: ho avuto una carenza nella mia infanzia e cerco la persona che riempia questo mio vuoto.
da Antonio Quaglietta | Ago 23, 2024 | Podcast, emozioni (posdcast), relazioni (poscast), struttura dell’amore (posdcast)
Ognuno di noi desidera delle relazioni sane, equilibrate e nutrienti. Quali sono i fattori per poter dire che le nostre relazioni sono equilibrate? In questo video vediamo cinque fattori chiave per valutare e migliorare l’equilibrio nelle relazioni interpersonali, poiché una relazione equilibrata è fondamentale per il benessere emotivo. Il primo fattore sottolinea l’importanza di una valutazione pratica delle dinamiche relazionali, come la divisione delle responsabilità e delle decisioni quotidiane. Una relazione può essere paragonata a un ponte sospeso, che regge solo se entrambe le parti contribuiscono in modo equo. Il secondo punto evidenzia l’importanza di sentirsi valorizzati nella relazione e di portare valore ad essa. È fondamentale non solo aspettarsi di essere valorizzati dall’altro, ma anche valorizzare sé stessi e il proprio ruolo nella relazione. Il terzo aspetto riguarda la gestione delle aspettative: è essenziale confrontarle con la realtà e accettare l’altro per ciò che è, evitando di creare squilibri dovuti a aspettative irrealistiche. Il quarto punto sottolinea l’importanza dell’autocura all’interno della relazione. Non bisogna delegare completamente all’altro il proprio benessere emotivo, ma essere capaci di prendersi cura di sé stessi per mantenere un equilibrio sano. Infine, il quinto fattore riguarda il bilanciamento emotivo: è necessario accettare e gestire le diverse emozioni che caratterizzano una relazione, evitando di essere sopraffatti dalle emozioni negative e mantenendo un equilibrio tra positività e negatività. Cerchiamo e creiamo relazioni “belle” che portino energia e soddisfazione e benessere nella nostra vita.
da Antonio Quaglietta | Ago 10, 2024 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast)
Quanto è importante conoscersi bene? Come possiamo divenire più consapevoli di noi stessi? In questo video parliamo proprio dell’importanza della consapevolezza dei propri pensieri ed emozioni. La mancanza di consapevolezza, infatti, porta i pensieri ed emozioni non elaborati a depositarsi nell’inconscio, rendendo il peso emotivo più pesante. Con una mente che produce 70.000 pensieri al giorno, è difficile tenerli sotto controllo. La consapevolezza permette di fermare questi pensieri ed emozioni e di analizzarli. Attraverso cinque domande quotidiane, si può navigare interiormente: identificare le preoccupazioni, riconoscere la tristezza, analizzare le irritazioni, ascoltare il corpo e apprezzare la bellezza. Ogni domanda offre una pratica semplice per sviluppare la consapevolezza, liberandoci da pensieri e emozioni non elaborati.
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