da Antonio Quaglietta | Feb 12, 2021 | Podcast, emozioni (posdcast), relazioni (poscast)
In che modo possiamo superare i nostri difetti? Come possiamo andare oltre il limite che i difetti ci impongono? Ci sono tre difetti principali che ognuno di noi possiede, in quanto essere umano: volontà egoica, orgoglio e paura. Cosa intendiamo per difetti? I difetti sono qualcosa che ci impedisce di vivere pienamente la nostra vita, di realizzare il potenziale che abbiamo dentro di noi. In particolare questi tre difetti principali ci impediscono di star bene e rovinano le nostre relazioni con noi stessi, con gli altri e con Dio. Questi difetti ci impediscono la vita, poiché sono frutto di un pensiero dicotomico e separativo che ci porta a classificare le nostre esperienze in modo escludente e miope: buono o cattivo; piacevole o doloroso, giusto o sbagliato… Per poter iniziare a lavorare sui nostri difetti, è necessario partire dalla considerazione che siamo fatti di parti, ed, in particolare, considerare che abbiamo due parti ben distinte al nostro interno: il sè superiore (o anima) e il sè inferiore (o ego). Sè superiore ed ego lavorano e si comportano secondo due logiche completamente diverse. L’ego basa tutto su una visione dicotomica e separativa e produce permanenza e fissità. L’anima, invece, in una logica unitiva, si basa sull’accettazione dell’impermanenza e sul flusso. La nostra tendenza umana ci porta, secondo una logica prevalentemente egoica, a non voler vedere i nostri difetti: poiché non vogliamo vedere i nostri difetti, tendiamo a coprirli con i nostri meccanismi di difesa e di razionalizzazione e questo complica le nostre relazioni, a partire da quella con noi stessi. Vediamo nel dettaglio questi impedimenti: *La volontà egoica è, sostanzialmente, la pretesa: deve andare come voglio io, solo se andrà così sarò felice. *La paura è l’emozione che spesso si cela dietro altre emozioni che proviamo: paura di scoprire di non valere, di essere sbagliati e cattivi. *L’ orgoglio si concretizza nella testardaggine e piacere di averla vinta, nella logica del potere-dominio. Questi tre difetti non vanno mai da soli e spesso sono nascosti nel nostro inconscio. Cosa possiamo fare per iniziare un percorso di evoluzione e crescita personale? Evitare di nasconderci e di coprire i nostri difetti, a noi e agli altri. In che modo? Mettendoci difronte ai nostri difetti, confrontandoci con i nostri difetti. Quando facciamo questo, possiamo accorgerci di quanto non riusciamo a trovare i nostri difetti, non tanto perchè non ne abbiamo, quanto piuttosto, perchè li copriamo con le nostre resistenze, i nostri meccanismi di difesa ( che ci impediscono di guardarci dentro con onestà). Le nostre difese si concretizzano nella razionalizzazione (trovare la scusa logica a quello che facciamo) e nella proiezione (proiettare sugli altri quello che riguarda noi, prendiamo i tre difetti e li trasferiamo sugli altri). Se togliamo le difese noi vediamo che abbiamo dietro l’ego e anche l’anima. Come si inizia? I tre difetti scatenano sempre le nostre Reazioni Emotive. Quindi il primo passo è individuare le nostre reattività e annotare l’emozione che abbiamo provato e perché la abbiamo provata. Successivamente, in modo onesto verso noi stessi, possiamo analizzare le nostre reazioni emotive alla luce dei tre difetti. Nel senso che guardiamo le nostre pretese (volontà egoica) rispetto alla emozione che stiamo provando; poi cerchiamo la paura dietro alle reattività, e infine, l’orgoglio che emerge.
da Antonio Quaglietta | Gen 25, 2021 | Podcast, emozioni (posdcast)
Molto spesso, ciò che è incerto fa paura. Ci spaventa la precarietà del futuro, oggi più che mai. In questo contesto di incertezza globale, soprattutto a livello relazionale, come posso costruire le mie certezze? O meglio, come posso trasformare l’incertezza in un valore aggiunto? Ed è davvero possibile costruire delle certezze? Noi pensiamo in base ai dati che abbiamo, alle nostre categorie mentali. Il nostro pensiero genera il nostro sentire, che a sua volta produce un comportamento. Quindi pensiero – emozione – azione. In questo particolare momento di pandemia, sentiamo molte incertezze. Come possiamo trasformare l’incertezza in un valore aggiunto? L’incertezza, sostanzialmente, è il non essere sicuri di quello che accadrà, non essere sicuri del futuro. Un passaggio fondamentale da fare è partire dalla consapevolezza che non c’è nulla di più certo dell’incertezza. Infatti, una delle poche certezze che abbiamo è che nulla è certo. E questo ci spaventa. Quando cominciamo ad acquisire consapevolezza sull’incertezza della vita, ci rendiamo conto che in natura nulla è certo. Cosa ci spaventa dell’incertezza? Questa pandemia ha rotto i copioni sociali, le nostre illusioni. Noi cerchiamo di gestire l’ incertezza attraverso il controllo: quando sentiamo incertezza, cerchiamo di combatterla con il controllo. Ma accade un paradosso: più cerco di controllare più sento incertezza, più perdo il controllo, più provo paura. Quindi, il tentativo di controllo ha come effetto la paura. Il controllo si può manifestare con due modalità: possiamo vederlo come un’illusione o come una pretesa. Se attivo il controllo e gli permetto di dominare la mia vita e la mia esperienza, queste non saranno mai appaganti. Avrò malessere, instabilità, paura e rabbia. Dietro il bisogno di controllo c’è il bisogno di sicurezza, che è un bisogno vero. Ma come cerchiamo la sicurezza? Come proviamo a soddisfare questo bisogno? Possiamo cercare all’esterno, oppure trovare solidità interiore e sperimentare l’ affidamento. Questo, però, vuol dire lasciare andare il controllo. Possiamo chiederci cosa possiamo fare ora, e stoppare tutte le previsioni del futuro che ci si presentano come tentativo di controllo: quello che accadrà poi, in futuro, lo affronteremo quando e se accadrà. E possiamo allenarci all’affidamento: possiamo lanciare la richiesta di affidamento a Dio, a qualcosa o Qualcuno di molto più grande di noi, e restare in ascolto del nostro mondo interno. Accogliendo quello che emerge. E tu, riesci a vedere l’incertezza come un valore aggiunto? Quanto sei consapevole che può essere una strada per imparare a vivere il presente?
da Antonio Quaglietta | Gen 25, 2021 | Podcast, emozioni (posdcast)
Come stiamo vivendo questo momento di pandemia? Quali sono le nostre emozioni rispetto al covid? Come reagiamo ad esse? Stiamo vivendo una particolare fase della pandemia, una fase complessa, nella quale entrano in gioco variabili che incidono profondamente sul nostro benessere psicologico, sulla nostra emotività, sulle nostre relazioni. In questo particolare momento, è importante sapersi orientare. Siamo esposti ad un sovraccarico di informazioni: è fondamentale imparare a discernere. Tutte le informazioni che riceviamo hanno un impatto emotivo fortissimo su di noi e le emozioni, infatti, sono il riflesso corporeo di ciò che la mente elabora. Quindi, iniziamo a provare rabbia e paura. Cosa possiamo fare rispetto a questo? Possiamo selezionare il tempo che dedichiamo all’ informazione riguardo al covid, il numero di informazioni da leggere o ascoltare, il tipo di informazioni a cui ci esponiamo. Le nostre reazioni emotive oscillano tra la rabbia e la paura e andiamo in tilt; non sappiamo più che pensare e lasciamo il timone a queste emozioni. Proviamo rabbia perchè sentiamo di subire un’ingiustizia (qualcuno decide per noi, non doveva succedere proprio a noi, non so che fare-impotenza). Abbiamo paura perchè proviamo angoscia per la nostra salute, per quella dei nostri cari, per le persone a cui vogliamo bene. E non vediamo alternative. Ma l’alternativa all’oscillare tra rabbia e paura c’è: è il radicamento nel momento presente. E’ la presenza mentale. La risorsa da sviluppare è l’Adesso, il radicamento nella presenza. Il presente, infatti, è l’unico momento che esiste. Accogliere ciò che è, senza la pretesa di essere sempre presenti e senza la pretesa che sia diverso da come è. Si tratta di cogliere l’opportunità del presente, ben oltre la paura e la rabbia.
da Antonio Quaglietta | Gen 25, 2021 | Podcast, emozioni (posdcast), relazioni (poscast)
Che relazione hai col silenzio? Cosa è il silenzio? Cosa è per te il silenzio? Lo subisci? Lo ricerchi? Lo temi e, quindi, lo eviti? Come stai nel silenzio? È fondamentale farci queste domande perché la dimensione del silenzio può essere una dimensione di riscoperta di noi stessi. Non si tratta semplicemente di arrestare il rumore; non si tratta soltanto di creare spazi vuoti o imbarazzanti da riempire ad ogni costo; non si tratta neanche di sprofondare in comportamenti anestetizzanti per coprire emozioni che non vogliamo provare. il silenzio è una dimensione in cui incontriamo noi stessi, anche se si manifesta come uno spazio poco delineato rispetto a uno spazio in cui c’è rumore; è un luogo, in cui incontriamo anche il nostro mondo interiore. le nostre parti. E’ un modo per poter riconoscere delle voci che nel rumore non ascoltiamo o che vogliamo zittire. Spesso, infatti, utilizziamo il rumore per anestetizzarci, sia il rumore interno, mentale, sia il rumore esterno. E ci anestetizziamo perchè abbiamo paura, poichè il silenzio parla di noi, della nostra intimità. Ognuno di noi dà un significato diverso al silenzio, una connotazione personale, che varia in base all’esperienza che abbiamo vissuto. Ecco che allora può essere vissuto con imbarazzo, timore, come ostilità, rifiuto, indifferenza; ma può essere anche il luogo dell’ascolto, della quiete, della riflessione e della connessione. Qual è la relazione che tu hai oggi con il silenzio?
da Antonio Quaglietta | Gen 25, 2021 | Podcast, emozioni (posdcast)
Cosa è il silenzio? Qual è il potere del silenzio? Cosa significa fare silenzio interno? Quali sono le emozioni, le sensazioni e le difficoltà legate al silenzio? In che modo possiamo imparare a sprigionare il potere del silenzio? Il silenzio ha diverse sfaccettature e tanti significati diversi, a seconda del modo in cui utilizziamo il silenzio. A volte lo subiamo, a volte lo creiamo, a volte abbiamo paura del silenzio. Quando facciamo silenzio, ci accorgiamo che evoca tante sensazioni, riflessioni ed esperienze, ma, soprattutto, possiamo renderci conto che crea un vero e proprio spazio e luogo suoi: lo spazio del silenzio ed il luogo del silenzio sono una dimensione profonda, di ricerca, di ascolto, di comunicazione profonda con noi stessi stessi. Cosa è il silenzio dentro di noi? Cosa è nella relazione? Qual è la nostra relazione col silenzio?
da Antonio Quaglietta | Nov 6, 2020 | emozioni (posdcast), mente (podcast), Podcast
In questo live con Satya Deva, vediamo due aspetti, della consapevolezza di se, fondamentali per il nostro benessere profondo: autenticità e connessione. Man mano che diventiamo più consapevoli di noi, infatti, possiamo essere più autentici e sentirci più connessi agli altri e al tutto. Per prendere consapevolezza di se si ha bisogno di autenticità e connessione e a loro volta queste due esperienze ci permettono di essere sempre più consapevoli. Essere più consapevoli vuol dire innanzitutto rendersi presenti e saper distinguere il proprio dialogo interno. Consapevolezza di se significa consapevolezza dell’attività della nostra piccola mente. Connettendoci al tutto possiamo accrescere questa consapevolezza e tornare alla nostra vera autentica natura. Dialoghiamo su questo in live con Satya Deva vedendo pratiche, tecniche e atteggiamento consapevole.
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