da Antonio Quaglietta | Ott 27, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Con Fabrizio Giuliani, maestro di meditazione, abbiamo parlato della pratica nella vita quotidiana. La meditazione ha benefici notevoli ormai noti e riconosciuti a diversi livelli. Ma come si fa a coltivare la presenza con la meditazione? E’ possibile farlo nelle attività che svolgiamo durante le nostre giornate? Spesso ci approcciamo alla pratica formale come se fosse la panacea di tutti i mali, la risoluzione ai nostri problemi. E quando pratichiamo magari stiamo anche meglio. Ma poi, cosa accade nella quotidianità delle nostre vite? Per poter praticare nella quotidianità è necessario aprire il cuore e la mente ad un’esperienza diversa. Occorre prestare attenzione ad ogni cosa che facciamo. Mindfulness è proprio non dimenticare, non dimenticare di essere presente, di prestare attenzione a quello che stiamo facendo. Certamente la pratica formale è utile per allenare il muscolo dell’attenzione, ma durante la giornata dobbiamo ricordarci di non dimenticare. Mindfulness è infatti la capacità di osservare quello che succede senza giudizio. La consapevolezza è come uno specchio: riflette quello che sta succedendo; è importante fare la pratica formale, ma è importante anche portarla nella vita di tutti i giorni. Questo significa: fai quello che stai facendo. Non è importante cosa stai osservando, ma l’importante è osservare. Fare tutto con presenza. Questo cambia anche le relazioni tra le persone. Spesso noi ci distraiamo pensando a quello che dobbiamo rispondere e non a quello che gli altri dicono. Ma se riusciamo a prestare attenzione, cambiano le nostre risposte. E quindi le nostre relazioni. Perché cambia la presenza nella relazione. Quando usciamo dall’inferno della mente permettiamo alla vita di fluire. La vita si vive nella pratica quotidiana. Crea la tua presenza e fammi sapere cosa cambia quando vivi il quotidiano nella presenza.
da Antonio Quaglietta | Ott 20, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), relazioni (poscast), struttura dell’amore (posdcast)
Come costruire le buone relazioni? Quali sono i punti fondamentali per riconoscerle? La relazione autentica non è misurata dal tempo trascorso insieme, ma dalla profondità dell’eco che lascia nell’anima. Per poter fare una valutazione rispetto alle nostre relazioni, se siano sane e nutrienti o tossiche e distruttive, il primo elemento da tenere in considerazione è comprendere quale parte di noi compie questa valutazione, cioè se è il nostro ego o la nostra parte adulta e animica. L’ ego ha i suoi criteri per dire che una relazione è sana che sono semplici, ma che non ci consentono di stare bene davvero, in quanto prevalentemente basati su pretese. Quali sono i criteri dell’anima? Che cosa è che ci fa stare bene davvero? Una relazione sana ha bisogno di connessione emotiva. In cosa consiste la connessione emotiva? Eccone i punti principali: • comprensione reciproca, ovvero la capacità di esprimere i propri sentimenti cercando di farsi comprendere dall’altra persona e di ascoltare i sentimenti degli altri; • apertura emotiva: capacità di mostrare le proprie emozioni, nonostante il timore del giudizio; • curiosità verso l’altro: cioè avere attenzione e desiderio a conoscere l’altro; • benessere condiviso: stiamo bene quando stiamo insieme? • Apprendimento condiviso: quanto andiamo avanti insieme? quanto cresciamo insieme? C’è scambio? • Presenza interiorizzata: sentire che dentro abbiamo le persone a cui vogliamo bene, anche quando non sono fisicamente con noi. Ma come si fa ad arrivare a questo livello di connessione emotiva? • Dialogo sincero: io sento…io penso… • Essere veri: mostrarsi per ciò che siamo, ciò che sentiamo, ciò che pensiamo…significa non fingere • Empatia attiva: mi impegno attivamente a sentire e capire come sta l’altro • Momenti condivisi: momenti in cui si vive davvero un’esperienza insieme • Fiducia condivisa: la possibilità di fidarsi dell’altro; • Rispetto dell’alterità: valorizzare e accettare le peculiarità dell’altro e comprendere che l’altro sente in modo diverso da me, pensa, crede, agisce in modo diverso da me e questo va rispettato. • Dedizione alla relazione: mettere impegno, energia e voglia in una relazione.
da Antonio Quaglietta | Ott 19, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Il cambiamento è una costante nella nostra vita: cambiare è inevitabile e necessario. Spesso però il cambiamento ci spaventa, anche perché non ne conosciamo le caratteristiche e la tipologia. Solo conoscendo quale tipo di cambiamento stiamo vivendo possiamo gestirlo al meglio. Vediamo insieme i 5 tipi di cambiamento: 1) Cambiamento incrementale: è un cambiamento che va fatto un passo alla volta. È un cambiamento che riguarda soprattutto le nuove abilità da apprendere. Si tratta di fare piccoli passi continui nel tempo. La costanza è l’elemento cruciale. Tra i vantaggi c’è che è facile da gestire ed è meno stressante e consente di adattarsi gradualmente. Tra i contro c’è il fatto che è necessario più tempo per vedere i risultati. Cosa possiamo fare? Riserviamo 10 minuti al giorno da dedicare a ciò che vogliamo cambiare. 2) Cambiamento a valanga: è il cambiamento dovuto ad un unico passo grande ed importante che scatena tanti altri cambiamenti. Tra i vantaggi ci sono i risultati raggiunti in modo rapido e il fatto che produce trasformazioni profonde. Tra i contro potrebbe esserci lo stress e la fatica di questo tipo di cambiamento. Cosa fare? Prendersi del tempo per riflettere prima di prendere decisioni impulsive. 3) Cambiamento per insight: è una vera e propria rivelazione e deriva da tutto ciò che l’inconscio ha già dentro di sé. Proprio per questo è più potente. È una rivelazione che porta un cambiamento. Tra i vantaggi c’è il fatto che è motivato da una profonda comprensione. Tra i contro c’è il fatto che può essere inaspettato. Cosa fare? Possiamo tenere un diario per non ignorare le intuizioni e le riflessioni che ci vengono in mente. Scrivere le intuizioni ci fa capire che magari ritornano nel tempo o se sono state solo un pensiero del momento. 4) Forzato: è quel cambiamento che non dipende da noi, arriva e lo dobbiamo accettare. Tra i pro c’è che può portare nuove opportunità ed evoluzione e crescita personale. Tra i contro c’è che è difficile da accettare e gestire. Cosa fare? Possiamo prepararci ed essere pronti, creando una rete di supporto e creando risorse, allenando la pazienza. 5) Cambiamento evolutivo: è un tipo di cambiamento naturale perché rispecchia delle fasi della nostra esistenza, che noi spesso possiamo ostacolare. Tra i vantaggi c’è che fa parte del processo naturale di crescita e di evoluzione. Tra i contro c’è l’incertezza che porta con sé e le sfide che ne derivano. Cosa fare? Abbracciare ogni fase della vita e cercare di imparare da ogni esperienza. Un elemento da tenere in considerazione quando parliamo di cambiamento è che è inevitabile e porta sempre con sé una buona dose di resistenze e di paura, legate appunto al timore di cambiare. Ma partendo da questa consapevolezza possiamo procedere nella nostra vita gestendo anche le nostre resistenze e paure.
da Antonio Quaglietta | Lug 28, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast)
Da sentirsi KO a sentirsi OK: strategie per affrontare le avversità e crescere. Quante difficoltà affrontiamo quotidianamente? La vita spesso è generosa nel metterci di fronte a sfide ed avversità da affrontare. Come possiamo passare dal sentirsi ko al sentirsi ok? La vita è costituita al 10% di quello che ci accade e al 90% del nostro modo di reagire a quello che ci accade. E questo ci fa paura. Perché? Perché ognuno di noi, nella propria vita, ha bisogno d certezze. Ma non siamo disposti a rinunciare alla certezza che la sofferenza sia oggettiva, siamo convinti che siamo vittime di quello che stiamo vivendo. Questo dipende dal fatto che la nostra mente, il nostro ego, lavora su categorie opposte; la nostra mente è duale (o è colpa dell’esterno o è colpa mia). Non riusciamo a andare oltre questo conflitto. Da dove iniziare per superare questo conflitto? • La prima cosa da fare è fermarsi, fermare il turbinio della mente e vedere cosa realmente sta accadendo, come la mente sta guardando la nostra realtà. La realtà sono i dati oggettivi (non sono l’interpretazione che la nostra mente dà della realtà), la mente ne dà una interpretazione. Come riconoscere i dati di realtà? Possiamo notare i verbi che utilizziamo, se riferiamo all’esterno la nostra sofferenza (chiediti: cosa di ciò che sta accadendo mi fa soffrire?). L’ego invece ci agita quando abbiamo bisogno di calma. Quando scatta questo dialogo interno bisogna fermarsi. • Il secondo passo è imparare a distinguere la rassegnazione dall’accettazione e smettere di sentire di subire la vita con atteggiamento passivo. Rassegnazione vuol dire mantenere lo stato di opposizione verso qualcosa, di rifiuto, di agitazione verso qualcosa e appesantirlo con emozioni negative; la rassegnazione è una doverizzazione al peggio. L’accettazione, al contrario, è accettare semplicemente, vedere le cose che stanno accadendo, sentire il proprio rifiuto e gestirlo, accogliendo ciò che sta accadendo. L’accettazione è uno stato pre-mentale: prima che la mente esprima il proprio giudizio di attaccamento o avversione, io accolgo quello che accade. È apertura. Come si cresce e come si passa dal sentirsi ko al sentirsi ok? • Allenarsi e accrescere conoscenza e consapevolezza: far diventare ogni prova un momento di crescita: cosa mi vuole insegnare questa prova? • Allenarsi ed accrescere la fede/fiducia/speranza e quindi avere prospettiva • Supporto relazionale e condivisione
da Antonio Quaglietta | Lug 21, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Ci sono insegnamenti e lezioni che possono arricchire la nostra esistenza, se siamo disposti ad aprirci alla bellezza del messaggio che portano con sé. Insieme ad Enrico Ruggini, psicologo e psicoterapeuta, abbiamo parlato dell’esperienza del Cerchio Firenze 77. I maestri del Cerchio Firenze 77 hanno lasciato i loro insegnamenti, che hanno come obiettivo quello di andare oltre la separatività, che caratterizza la nostra condizione umana, e arrivare, ampliando la propria coscienza, all’apertura verso l’altro. Si tratta quindi di accrescere la conoscenza del proprio mondo interiore e la propria consapevolezza, prendendo coscienza che la vita è un insieme di eventi che, per esperienza e livelli di conoscenza, ci porta al momento che viviamo, il tutto all’interno di un processo evolutivo. L’uomo parte da uno stato di evoluzione basso, in cui si sente separato dal tutto e da tutti, e, nel corso della sua esistenza, evolve attraverso precisi apprendimenti e insegnamenti che gli arrivano dalle esperienze che vive. Siamo qui per imparare, crescere, evolvere e connetterci sempre di più all’altro.
da Antonio Quaglietta | Lug 21, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast)
Tutti vogliamo stare bene e ognuno cerca delle strategie per poter accrescere il proprio benessere emotivo. Ma da dove possiamo partire? Quali sono i passaggi per fare una valutazione sul nostro stato emotivo? Prestare attenzione alle proprie emozioni e comprendere come valutare il proprio stato emotivo è di fondamentale importanza. Il benessere emotivo non consiste nell’ essere sempre felici, ma nel saper gestire efficacemente le diverse emozioni che si provano. Per valutare il benessere emotivo possiamo iniziare con l’identificazione delle emozioni provate e la valutazione dell’intensità da 1 a 10 in situazioni specifiche. Possiamo, per esempio, valutare diverse situazioni come la frustrazione, il conflitto e la rinuncia alla gratificazione e le emozioni provate in tali contesti. E’ importante essere onesti con se stessi nella valutazione del proprio benessere emotivo e prestare attenzione al fatto che valori elevati di emozioni negative possono richiedere un lavoro di gestione e miglioramento. Ma quali sono i sintomi legati al malessere emotivo a cui prestare attenzione? In primo luogo, il pensiero dicotomico, ossia la tendenza a vedere le situazioni in modo polarizzato, con la necessità di dimostrare di avere ragione o di considerare gli altri come nemici. Questo può generare reattività e tensioni nelle relazioni interpersonali. In secondo luogo, il pensiero catastrofico, che consiste nella tendenza a immaginare scenari negativi e catastrofici anche di fronte a situazioni di minore entità. Questo tipo di pensiero può alimentare ansia e preoccupazione costante. Inoltre, la personalizzazione, ovvero la tendenza a personalizzare situazioni ed eventi, come se il mondo girasse intorno a noi. Infine la difficoltà di gestire le emozioni di secondo livello, ovvero quelle generate dalla mente, riflettendo sulle situazioni che scatenano queste emozioni e a registrando quando si verificano, per poter lavorare sulla comprensione delle situazioni e dei pensieri associati, al fine di modificare la percezione e le reazioni emotive. L’obiettivo è sviluppare una migliore gestione delle emozioni. Cosa possiamo fare? Osservare e riconoscere le proprie emozioni, attraversarle senza paura e smettere di giudicarle. Fare un check-up delle situazioni che attivano le emozioni e valutare l’intensità di sintomi come la rabbia, la paura o la tristezza. Praticare la meditazione per osservare e riconoscere i propri pensieri, senza cercare di zittire la mente. Questi sono solo alcuni esempi di strategie da utilizzare per iniziare a lavorare con le proprie emozioni e aumentare il proprio benessere emotivo.
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