da Antonio Quaglietta | Ott 21, 2022 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast)
Il cambiamento ha alcune caratteristiche fondamentali che lo contraddistinguono: • il cambiamento è inevitabile e continuo: la vita è cambiamento; se cristallizziamo il tempo, ci opponiamo alla vita. L’impermanenza è una delle leggi fondamentali della vita. • Il cambiamento attiva resistenze: una parte di noi non è mai soddisfatta e vuole cambiare oppure vuole che le cose restino così come sono; quindi queste parti entreranno in conflitto, attivando delle resistenze al cambiamento. • Il cambiamento è desiderato e temuto allo stesso momento. • Il cambiamento attiva significati e convinzioni profonde: ci rapportiamo al cambiamento in modo razionale, ma in realtà ci sono in gioco molti significati e convinzioni inconsce e profonde: non scegliamo razionalmente. In realtà il cambiamento avviene sempre, che noi ne siamo consapevoli o meno. La paura del cambiamento è uno degli ostacoli più grandi al cambiamento. Spesso ci opponiamo al cambiamento perché non abbiamo le idee chiare su cosa vogliamo e perché. Quindi è necessario porsi delle domande per poter dare una direzione al cambiamento: • Cosa vogliamo davvero? • Perché lo vogliamo? Cosa ci spinge, qual è la motivazione? • Quali effetti speriamo di ottenere? • Cosa ci fa stare bene e cosa no? Bisogna scrivere le risposte a queste domande, perché è scrivendo che emergono i conflitti interni e le incoerenze che abbiamo.
da Antonio Quaglietta | Ott 21, 2022 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast)
Come si fa a cambiare? Quante volte ci siamo posti questa domanda! Il cambiamento in noi avviene continuamente, che ne siamo consapevoli o meno. Cosa vuol dire cambiare? Non si può dare una definizione univoca del cambiamento perché assume un significato specifico a seconda delle persone, un significato che cambia anche in base alle convinzioni di ognuno. Prima di approfondire 4 passaggi perché si possa cambiare davvero, è necessario vedere alcune caratteristiche principali del cambiamento: • il cambiamento è inevitabile e continuo: tutto ciò che è vivo, cambia costantemente; • Ogni cambiamento attiva delle resistenze: non esiste cambiamento privo di resistenze; • Il cambiamento è desiderato e temuto allo stesso tempo: anche quando lo desideriamo fortemente, c’è qualcosa del cambiamento che ci spaventa; • Il cambiamento attiva significati e convinzioni profondi: si tratta di significati e convinzioni inconsci ed è proprio per questo che anche quando vogliamo cambiare, restiamo bloccati e non ci riusciamo. Molto spesso commettiamo due errori con il cambiamento: 1) Il primo errore è spingere il cambiamento, forzarlo, costringerci al cambiamento, sulla spinta del dovere e della morale; 2) Il secondo errore è quello di attendere passivamente il cambiamento, aspettare che le cose cambino da sole. Ma il cambiamento possiamo produrlo solo noi, gettando i semi perché accada e aspettando che fiorisca. Ciò che possiamo fare è rimuovere gli ostacoli che impediscono il cambiamento. E possiamo iniziare partendo da una pratica: scrivendo su un foglio, completiamo le frasi seguendo i passaggi indicati nel video • io non sono in grado di… • io non so ancora…. • io posso imparare a… • io voglio imparare a… Questi passaggi sono necessari al cambiamento poiché ci consentono di passare dal vincolo e dal blocco che sentiamo e che ci impedisce il cambiamento alla possibilità che il cambiamento accada davvero. In quale di questi passaggi hai trovato maggiore difficoltà?
da Antonio Quaglietta | Ott 21, 2022 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Ognuno di noi in qualche misura ha le proprie dipendenze. E’ fondamentale imparare a gestirle per poter modificare i nostri comportamenti dipendenti. Cosa possiamo fare per gestire le dipendenze? Per poter gestire le dipendenze è necessario imparare a conoscere alcune caratteristiche fondamentali. La prima di queste caratteristiche è che la dipendenza ci porta a mentire a noi stessi e agli altri: cerchiamo tante scuse diverse per non riconoscere che siamo in una trappola e cerchiamo scuse per giustificare noi stessi e la nostra dipendenza. Se destrutturiamo queste menzogne, possiamo cercare altre soluzioni per poter uscire dalla dipendenza. La dipendenza inoltre ha un’altra caratteristica importante da tenere in considerazione: promette di risolvere il problema che essa stessa crea. Prima di essere dipendenti vivevamo senza la dipendenza e la trappola della dipendenza ci fa credere proprio il contrario, ovvero risolvere il problema/malessere che crea. La via d’uscita non è assolutamente continuare con quella esperienza, ma vedere la trappola. Come si vince l’astinenza? 1) Uno degli strumenti che spesso usiamo è la forza di volontà: ma con la forza di volontà si regge fino ad un certo punto e poi si regredisce. Non se ne esce con la forza di volontà proprio perché è una dipendenza. 2) Una via d’uscita potrebbe essere il non concentrarsi e non far concentrare sugli effetti negativi. Se proviamo a guardare ed esasperare gli effetti negativi, si alzano le difese, sminuendo i reali pericoli e minimizzando. Il nucleo sta proprio nel comprendere come funziona la trappola, riconoscendola e vedendo che non ci sono effetti positivi nella dipendenza. Lo sappiamo che ci fa male, c’è il conflitto dentro di noi e lo sentiamo e viviamo. Il craving sarà gestibile se gli diamo il volto che ha: vediamo chiaramente che questa dipendenza ci sta rovinando la vita, non ci da effetti positivi, così da non desiderare più quella cosa, abbandonando l’ illusione che ci sia un lato positivo che crea la sensazione di mancanza. Per superarle si deve affrontare il craving. Quando vediamo la trappola, possiamo lavorarci per poter uscire dalle dipendenze. I passaggi sono sostanzialmente i seguenti: *acquisire la consapevolezza di trovarsi in una dipendenza *decidere di uscirne *Allenarsi a tornare presenti ( non stare nel turbinio della mente-osservare i pensieri) *Estrarre le convinzioni limitanti senza giudizio.
da Antonio Quaglietta | Ott 21, 2022 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Come uscire dalle dipendenze? Come si può allenare la presenza per superare una dipendenza? Allenare la presenza è necessario per poter gestire al meglio il craving, ovvero il desiderio, che si crea rispetto all’oggetto della dipendenza. Riuscire ad essere presente non significa non avere più desiderio, ma vuol dire non reagire al craving. Come facciamo ad essere presenti nel craving? Innanzitutto occorre comprendere che le nostre emozioni, i nostri stati mentali, sono impermanenti e impersonali per loro natura: questo significa che sono passeggeri, che hanno un inizio e una fine. Se non ne siamo consapevoli, però, se non siamo allenati alla presenza, non vediamo l’inizio e la fine di questi stati mentali e ci identifichiamo con essi e con la storia che la mente ci racconta rispetto a questi nostri stati mentali. Se non siamo consapevoli della loro impermanenza, questa storia diventa onnipresente e provocherà in noi emozioni spiacevoli, che avranno effetto sul corpo e che continueranno ad alimentare la storia e si crea un circolo vizioso di pensieri ed emozioni. Per poter essere presenti è necessario dunque allenare la consapevolezza. In questo modo possiamo iniziare ad agire invece di reagire. Ognuno di noi ha le proprie dipendenze. Alla base della dipendenza c’è la brama, il desiderio. Nel momento in cui c’è desiderio e ignoranza rispetto agli effetti che questo produce, ecco che proviamo sofferenza. Cosa fare? Non bisogna distruggere il desiderio, ma vedere come si comporta la mente quando è posta difronte ad una cosa da cui è attratta. E Imparare a decidere. Poiché più cerchiamo di bloccare qualcosa più gli diamo forza. Se quando succede ne siamo consapevoli, non ne siamo più schiavi, perché siamo in ascolto di quello che succede. Non possiamo bloccare la brama. Ma se riusciamo a vederla possiamo scegliere. Lo vediamo e agiamo di conseguenza. Con la consapevolezza e la concentrazione cominciamo a vedere la vera natura delle cose e nell’esperire le cose cominciamo ad avere la saggezza. Altre due qualità che è necessario sviluppare sono la pazienza e la compassione verso noi stessi: non dobbiamo giudicarci e pretendere di risolvere la nostra dipendenza o le nostre sofferenze in breve tempo. E tu, come gestisci la tua dipendenza?
da Antonio Quaglietta | Ott 21, 2022 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Ognuno di noi ha le proprie piccole dipendenze. Ma perché è così importante lavorarci su? Poiché cambiando la comprensione che abbiamo dei nostri fenomeni interni, di come funzionano alcuni meccanismi interni, possiamo cambiare i nostri comportamenti. Liberarsi dalle dipendenze vuol dire liberarsi da qualcosa che ci ruba la vita. Vuol dire iniziare a lavorare sul come ci procuriamo il nostro malessere. La dipendenza è una struttura di pensiero che si basa sul sistema della gratificazione. Il sistema della gratificazione regola il piacere e permette al nostro cervello di apprendere nello specifico qualcosa di evolutivo per poterlo ripetere. Provando piacere, non fine a se stesso, ma finalizzato a registrare ciò che ci porta all’esperienza, c’è un apprendimento che motiva a ripetere l’esperienza. Quando c’è una dipendenza questo sistema viene alterato in maniera artificiale. Quando il sistema è naturale, lo schema è provo piacere – lo voglio; quando il sistema è dipendente, lo voglio, ma non c’è piacere, che viene sostituito dal craving, dal desiderio smodato. A forza di provare quel tipo di piacere, si crea tolleranza e quindi avrò bisogno di più per avere lo stesso piacere. E allo stesso tempo proviamo meno piacere nelle attività che facciamo normalmente. Nella dipendenza l’oggetto da cui siamo dipendenti diventa l’unica fonte di piacere. L’obiettivo è riequilibrare la chimica del cervello. Come possiamo ritornare all’equilibrio? Per riequilibrarsi innanzitutto ci vuole il riconoscimento di quello che sta succedendo. È un processo, un percorso. Poi bisogna decidere di uscirne e ci vuole la volontà di farlo; il passo successivo è allenarsi al presente e a staccarsi dai propri pensieri; il passo seguente è trovare ed estrarre le proprie convinzioni; infine indagare le proprie convinzioni. Uno degli aspetti fondamentali per poter uscire dalle dipendenze è avere una rete sociale: la condivisione è fondamentale. Qual è la tua dipendenza?
da Antonio Quaglietta | Ott 20, 2022 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Ognuno di noi ha le proprie dipendenze. Ma come funziona la dipendenza? La dipendenza ha una struttura ben precisa ed è legata al circuito della gratificazione: abbiamo una parte del nostro cervello che gestisce la gratificazione, la ricompensa, per certi comportamenti in modo da promuoverli. Questa parte dà un rinforzo al piacere. La finalità più intrinseca è la conservazione della specie. Abbiamo però anche un’altra parte del cervello, la corteccia prefrontale, più evoluta, che è preposta alla valutazione e previsione delle conseguenze, una specie di supervisore. Il terzo elemento della struttura psichica della dipendenza a cui prestare attenzione è il craving, ovvero il desiderio smodato irresistibile di una esperienza, che leghiamo ad una sostanza, ad un comportamento, ad una persona. Il craving si gestisce imparando a riattivare la coscienza. In particolare, quando parliamo di dipendenze si attiva in modo più forte il circuito della gratificazione/piacere e si abbassa l’attivazione della valutazione: so che qualcosa che mi farà male ma non riesco a non farla e non riesco a valutare correttamente se ci sono eventuali rischi nel farlo, né a gestire il craving. Ma come fa il piacere a superare il controllo del supervisore? Lo fa attraverso delle convinzioni che diventano inconsce e bypassano il livello della coscienza. Come possiamo uscire da una dipendenza? Ecco alcuni passi che ci possono aiutare ad uscire dalla dipendenza: • Decisione: non si esce da una dipendenza se non si vuole farlo. Se non c’è la volontà di farlo, un preciso atto di volontà, non si può uscire dalla dipendenza. • Allenarsi al presente: creare una nuova abitudine che ci riporti nel presente. • Estrarre le convinzioni (senza giudizio): trovare il pensiero che c’è dietro l’azione che abbiamo compiuto spinti dal piacere/gratificazione. Non si può fare se sprechiamo la nostra energia nel giudizio. È necessario scrivere le nostre convinzioni per poterci lavorare. • Indagare le convinzioni: una volta estratte le convinzioni, possiamo farci questa domanda: questa convinzione, questo pensiero, è vero? Bisogna, sempre sospendendo il giudizio, semplicemente indagare le nostre convinzioni per potare a coscienza le cose inconsce e poterci finalmente lavorare consapevolmente.
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