Episodio 212 – Cosa ruba la nostra energia? (seconda parte)

Episodio 212 – Cosa ruba la nostra energia? (seconda parte)

Cosa ruba la nostra energia? (seconda parte) Continuiamo a parlare di cosa ci toglie energia. Cosa è che ci toglie maggiormente energia nella relazioni con gli altri? La prima cosa che ci toglie energia è la lamentela. La lamentela è uno stile di pensiero pericoloso e fortemente distruttivo. Infatti, il circuito della lamentela indebolisce noi e l’altro, creando conflitto. Finché non impariamo a gestire la lamentela, rischiamo di restarne schiacciati. La lamentela è spesso un chiedere, in modo indiretto, senza prendersi la responsabilità di ciò di cui abbiamo bisogno. Chi si lamenta, esprime che qualcosa va male, vuole una soluzione, ma non si attiva per cercarla e boccia tutte le soluzioni proposte dall’altro. Il vantaggio più grande che ne ricava è proprio la deresponsabilizzazione. Però nella lamentela tutte le persone coinvolte si sentono totalmente impotenti, perché non c’è la soluzione al problema. Cosa possiamo fare concretamente quando siamo davanti alla lamentela? Possiamo abbandonare la relazione in quel momento, o allontanandoci dal lamentoso, oppure entrando in un dialogo interno per non dare corda alla lamentela. Possiamo, inoltre, chiedere in che modo aiutare l’altro in quello specifico bisogno. In questo modo spezziamo la lamentela e la persona si renderà conto che non ci sta facendo una richiesta concreta. A differenza dello sfogo, che ha un fine-quello di condividere per stare meglio- e ha una fine-termina nel momento in cui finisce la condivisione-, la lamentela non ha né un fine, né una fine, poiché dietro la lamentela c’è un’incapacità di esprimere il proprio bisogno. Oltre la lamentela, vi sono altri due virus che ci tolgono energia: la pretesa e l’accusa. Insieme alla lamentela, questi due comportamenti contribuiscono a scaricare esclusivamente sull’altro la responsabilità della relazione. Un altro comportamento che ci toglie energia nella relazione con l’altro è l’incapacità a mettere confini. Non riuscendo a mettere confini ci sentiremo invasi e sentiremo di doverci difendere e ci allontaneremo dall’amore. Cosa fare quindi? Riconoscere le proprie lamentele, pretese e accuse e allargare la lista delle possibilità di azione in ogni situazione.
Episodio 210 – Trasformare lo stato di coscienza

Episodio 210 – Trasformare lo stato di coscienza

Cosa è lo stato di coscienza? Quando parliamo di stato di coscienza dobbiamo tener conto di due variabili: la vigilanza, cioè lo stato di veglia, e la coscienza, ovvero la consapevolezza dell’ambiente esterno e di noi stessi. Noi uomini viviamo nella consapevolezza dell’ambiente, degli altri e di noi stessi: abbiamo cioè l’autocoscienza. Oltre a pensare, siamo consapevoli del fatto che pensiamo, siamo gli unici a poter indagare i nostri pensieri. Il problema è che noi non utilizziamo l’autocoscienza e diamo al nostro pensiero il senso di verità, di realtà. Qual è il punto interessante dello stato di coscienza? È che noi, con la nostra mente, possiamo cambiare il nostro punto di vista. Come? Per cambiare realmente punto di vista non dobbiamo usare il dialogo interno o il ragionamento, ma la visualizzazione (capacità di vedere le cose nella nostra mente). Ogni volta che noi percepiamo un evento, abbiamo emozioni, viviamo l’esperienza, la viviamo da un punto di vista preciso: noi viviamo la realtà vista e percepita da un punto di vista. Se impariamo a modificare i nostri punti di vista possiamo cambiare il nostro stato di coscienza. Si tratta di confrontarsi con una visione ampia e allargata della vita. Come possiamo modificare il punto di vista? 1) Innanzitutto possiamo visualizzare le situazioni in cui siamo coinvolti dall’alto attraverso l’osservazione esterna. In questo modo diveniamo consapevoli anche di noi stessi. 2) Per cambiare il nostro punto di vista, e quindi stato di coscienza, possiamo inoltre chiederci: chi dentro di noi sta vivendo questa situazione/problema? Il bambino, l’ adulto, la parte ansiosa? Chi sta vedendo dentro di noi? Quale parte? La parte che vede ci indica il nostro punto di vista. A seconda della parte, l’attenzione sarà rivolta ad un preciso punto. 3) infine per cambiare lo stato di coscienza occorre sapersi centrare. Che vuol dire? Invece di sfuggire alle proprie sensazioni, ci focalizziamo sulle nostre emozioni, ascoltando il corpo. Senza rifiutare le nostre emozioni, ma accogliendole. Quando impariamo a guardare da più punti di vista, viviamo una realtà più ricca. Una vita più piena. E senza dubbio più soddisfacente. E tu, da che punto di vista guardi la tua vita?
Episodio 209 – Trovare la pace

Episodio 209 – Trovare la pace

Trovare la pace: come si fa? Ognuno di noi cerca la felicità. E la felicità passa attraverso la pace. Ci sono però degli ostacoli che ci impediscono di raggiungerla, primo tra tutti la paura. La pace è un elemento centrale per l’umanità e per il percorso individuale di ognuno di noi. Quando parliamo di pace non possiamo prescindere dall’aspetto spirituale. La pace è uno stato profondo che non arriva dalla mente. La mente, infatti, è conflittuale, funziona sul dualismo. Mentre la pace è equilibrio e armonia. Cosa ostacola la pace? Ciò che ostacola la pace è il cuore turbato dalla guerra della mente e dalla paura che questo produce. La nostra mente è conflittuale e il continuo lavoro di pensieri e rimuginii ci allontana dalla pace. La pace è oltre la mente. Ognuno di noi involontariamente genera conflitto, innanzitutto al proprio interno. Ed è questo a contribuire poi ai conflitti più grandi. Se non cominciamo a imparare a gestire i piccoli conflitti avremo paura e non sapremo gestire quelli più grossi. Quanta guerra portiamo noi nelle nostre relazioni? E quanta guerra portiamo in noi stessi? Lo sguardo va rivolto all’interno. La pace deve discendere dall’anima e pervadere la personalità: è necessario guardare i conflitti e fare pace con se stessi. Se non risolviamo i conflitti interni, all’esterno porteremo paura e rabbia. Ed è per questo che il lavoro interno da fare, concreto e quotidiano, per poter raggiungere la pace è imparare a conoscere noi stessi, che vuol dire avere padronanza di sé, che diventa capacità di rimanere in pace. Che cosa possiamo fare concretamente per trovare pace? Concederci del tempo per cercare la pace che è dentro di noi (non c’è da costruire, è già dentro di noi) e ascoltarsi, stare sul respiro, ascoltare le tensioni e starci sopra. Possiamo inoltre costruire dentro di noi un posto di pace, che non sia esterno, su cui spostare la nostra attenzione e poi dimorare in questo luogo di pace, per respirare, vivere, fare esperienza, sentire, percepire la pace. Antonio
Episodio 207 – Manipolazione psicologica: come funziona?

Episodio 207 – Manipolazione psicologica: come funziona?

Manipolazione psicologica: come funziona? La manipolazione e la comunicazione manipolativa sono un tema centrale nelle relazioni. In tutti i tipi di relazione, sia quella con noi stessi sia in quella con gli altri. Il passaggio fondamentale dal quale partire per comprendere come funziona la manipolazione è che tutti manipoliamo e tutti siamo manipolati. La manipolazione è una forma di comunicazione finalizzata ad ottenere un tornaconto per chi manipola, spacciandolo per un comportamento spontaneo dell’altro. La manipolazione è portare l’altro a fare quello che noi vogliamo, senza fare richieste chiare e esplicite. Attraverso la manipolazione noi agganciamo emotivamente l’altro e proviamo ad indurlo a fare qualcosa che volgiamo noi, spesso facendolo sentire in colpa o in debito con noi. La manipolazione spesso viene utilizzata attraverso l’adulazione: l’altro viene messo sul piedistallo, viene adulato appunto per ottenere qualcosa in cambio. Si fa sentire unico e speciale, per poi ricevere il proprio tornaconto. Un altro tipo di manipolazione è la svalutazione: se non fai non vali. Si fa all’altro la richiesta implicita: dimostrami di valere e se non lo fai sarò costretto ad allontanarmi da te. E sarà stata solo colpa tua. Questi due modi molto spesso si alternano tra loro. L’obiettivo è sempre ottenere qualcosa in cambio, in particolare ottenere il controllo sull’altra persona, che non sarà più libero di scegliere. Lo scopo della manipolazione è infatti il controllo emotivo dell’altro. Perché, quindi, si manipola? Per avere e mantenere il controllo sull’altro. Facendo questo non siamo in una posizione adulta, non esponiamo i nostri bisogni e non ci esponiamo al rischio del rifiuto. Sostanzialmente non ci prendiamo la responsabilità della relazione. Spesso tendiamo a vedere la manipolazione dell’altro, ma difficilmente siamo consapevoli di quella che mettiamo in campo noi. E come possiamo liberarci dalla manipolazione? In realtà serve un percorso, perché solo nel momento in cui impariamo a gestire le nostre emozioni, a conoscere ed esprimere i nostri bisogni e ad utilizzare una comunicazione non violenta, possiamo imparare anche a gestire la manipolazione nella nostra vita.
Episodio 202 – Cosa guida le tue scelte?

Episodio 202 – Cosa guida le tue scelte?

Come facciamo le nostre scelte? Quali sono gli elementi principali che ci guidano nelle scelte? Ogni relazione ha 4 pilastri. Questi pilastri sono le emozioni, le convinzioni i bisogni e l’attenzione. Ogni pilastro ha una funzione. La maggior parte del malessere che noi viviamo è dovuta al fatto che non mettiamo al giusto posto gli elementi che costituiscono i pilastri. Abbiamo le risorse ma spesso non sappiamo come usarle. Che ruolo hanno questi pilastri? E in che modo il ruolo che gli affidiamo ha delle ripercussioni nella nostra vita? Nella nostra vita che ruolo hanno le emozioni? Le emozioni sono ciò che ci permette di agire, è l’energia che ci fa muovere. Spesso lasciamo che siano le emozioni a guidare la nostra vita e le nostre scelte. Così facendo, cosa si produce? Lasciar guidare le emozioni genera instabilità: è come vivere sulle montagne russe. Non è tanto importante controllare le emozioni, quanto piuttosto gestire le emozioni. Imparare ad avere il controllo sull’emozioni vuol dire essere in grado di dosarle, cambiare ed adeguare le emozioni ai cambiamenti. Le convinzioni che ruolo hanno? Le convinzioni sono ciò che ci orienta nella vita, ciò che ci permette di valutare e scegliere. Se lasciamo che siano le convinzioni a guidare le nostre scelte rischiamo di cadere nell’assolutismo e nella rigidità. Le convinzioni vivono di conferme. Il rischio è che la convinzione diventi delirio e ci faccia distaccare dalla realtà. Sono comunque fondamentali nelle nostre scelte perché ci danno un modello di condotta, ci danno una strada da seguire. Sono uno strumento utilissimo in questo. I bisogni invece che ruolo hanno? I bisogni sono legati a ciò che è necessario o percepiamo come necessario per mantenere il sistema in equilibrio. I bisogni psicologici non hanno conferme fisiche e si divino in falsi e veri bisogni. Se noi andiamo dietro ai falsi bisogni (ho bisogno che tu…) cosa otteniamo? Se lasciamo guidare i nostri falsi bisogni generiamo conflitto e deresponsabilizzazione. I veri bisogni invece sono ciò che ci avvicina maggiormente ai nostri valori e producono vera crescita e coerenza interna. Che ruolo hanno i valori? I valori fungono da pilota delle nostre scelte. I valori rappresentano ciò che è importante per noi. È grazie ai valori che noi decidiamo dove andare, gestiscono le emozioni, danno una direzione. Ci indicano non come arrivare, ma dove andare. Cosa si produce se ci lasciamo guidare dai valori? Equilibrio, stabilità, fiducia, fede positiva. Ed è proprio grazie ad i valori che noi possiamo conoscere e imparare a gestire emozioni, convinzioni e bisogni. Cosa guida le tue scelte?