da Antonio Quaglietta | Dic 24, 2021 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Come si fa a decidere bene? Tutti vogliamo prendere le decisioni giuste. Ma come possiamo fare? Ogni giorno prendiamo delle decisioni, che riguardano la nostra vita, le nostre relazioni e i nostri intenti. Come facciamo a scegliere? Cosa ci spinge a prendere una decisione piuttosto che un’altra? Quando decidiamo è importante ascoltare le nostre parti interne coinvolte nella scelta, ognuna delle quali porta motivazioni valide. Spesso, però, non è possibile accontentare tutte le parti. quindi ci convinciamo di non saper decidere. In realtà noi decidiamo costantemente. A volte in modo consapevole, a volte inconsapevolmente. Arriviamo anche al punto di decidere di non decidere, che è comunque una decisione. Ma se decidiamo costantemente nella nostra vita, perché a volte ci blocchiamo? Di solito, quello che ci blocca è la sovrastima di quella decisione: carichiamo la decisione di più del necessario. E questo provoca dentro di noi la paura. Se non contattiamo questa paura che c’è dietro, rischiamo di utilizzare come alibi tutto ciò che pensiamo blocchi le nostre scelte. Un prerequisito delle decisioni è decidere di decidere: spesso viviamo le decisioni come un obbligo, che significa subirle. Ci sono degli ostacoli alle decisioni: • paura di perdere: si tratta della paura di lasciar andare; c’è l’ attaccamento che ci fa perdere la vita. Decidere però implica la responsabilità di perdere qualcosa. • Pre-visioni negative: la nostra mente tende a vedere più gli ostacoli che non ciò che può andare bene. • Conflitto interno: ognuno di noi ha delle paure, ma si tratta della paura di una parte di noi. C’è una parte che vuole vivere, che vuole esprimersi, che vuole stare nel fiume della vita ed esplorare. Poi abbiamo un’altra parte che vuole la sicurezza, che cerca certezze. E queste parti entrano in conflitto. Come possiamo superare il conflitto ed arrivare alla decisione? In seguito al processo di negoziazione decisionale. Si tratta delle fasi da attraversare per arrivare alla decisione. Quali sono le azioni di questo processo? • Comprendere che siamo fatti di parti e quindi analizzare quante parti di noi sono coinvolte nella decisione da prendere. • Trovare il bisogno di ogni parte coinvolta nella scelta. Non ci sono parti che sono contro di noi. Esistono parti che noi odiamo. Parti che non accettiamo.ma che hanno dei bisogni specifici. • Non negare e non pretendere. Si trova il punto di incontro tra le parti. Non bisogna negare le nostre parti, bisogna riconoscerle. Vederle tutte. E non pretendere di soddisfarle tutte esattamente come vogliono. Quindi come si fa a decidere bene? L’unica decisione ben presa, che ci fa stare bene è una decisione ecologica, che vuol dire che rispetta il nostro ambiente, cioè tutte le parti coinvolte. È importante che a guidare le nostre scelte, affinché siano scelte ben fatte, sia l’ ecologia interna. Quindi possiamo chiederci: Questa scelta fa stare bene la maggior parte delle parti? Quali sono i bisogni delle parti, oltre quelli che vediamo? E tu, quali ostacoli incontri nelle decisioni?
da Antonio Quaglietta | Nov 15, 2021 | Podcast, mente (podcast)
Che cosa è la presenza? Cosa vuol dire essere presente? Perché il presente è un dono? *Iscriviti ora al per-corso: “Il dono del presente”: https://www.relazioniamoci.it/il-dono-del-presente/ Se non siamo presenti la vita ci sfugge. La presenza non si può descrivere o comprendere. La presenza è un’esperienza. Esattamente come l’amore: non si può spiegare, né capire. Si può sperimentare. La nostra mente cerca di spiegare e capire ogni cosa. La mente vive di immagini. La presenza, invece, non è un’immagine, ma è un’esperienza. E si raggiunge attraverso un percorso. Ma cosa è il presente? La presenza è ogni momento in cui sentiamo coerenza interna, che si traduce nello stare bene, senza bisogno di cornici intorno. Sentiamo di stare bene, senza condizioni e motivi particolari. Ogni volta che abbiamo sperimentato la presenza, abbiamo potuto constatare di trovarci in un luogo oltre il tempo e lo spazio. È uno stato di benessere che non dipende da nulla; è semplicemente benessere. La mente, però, tende ad allontanarci da questo momento ed ogni volta che la mente concettualizza, perde il presente. Ci sono diversi ostacoli, che rendono più difficoltoso l’accesso alla presenza: 1) Distrazione: non ci accorgiamo di essere costantemente distratti. La mente è continuamente nel futuro o nel passato; la mente ci porta continuamente a distrarci dal presente 2) Pensieri involontari continui: la mente pensa sempre, è il suo lavoro. La ruminazione quando diventa consapevole, però, può diventare un vantaggio, guardare, vedere, osservare i pensieri è utile alla presenza. È necessario divenire osservatori consapevoli, per poter fare esperienza del presente. 3) Inconsapevolezza: la mente ci porta a passeggio; i pensieri continui ci allontanano dal momento che stiamo vivendo, spostandoci nel passato o nel futuro. Abbiamo però a nostra disposizione delle risorse per poter accedere alla presenza e godere del dono del presente: 1) attenzione: gestire l’attenzione ci consente di spostarla dove è utile che sia. Questo può diventare un’ancora al presente. 2) Distinzione: distinguere i pensieri volontari da quelli involontari, ci consente di essere osservatori dei nostri pensieri e non lasciarci dominare da essi. 3) Strategie per essere consapevoli: divenire consapevoli dei nostri attaccamenti e imparare a fare esperienza della gratitudine. E tu, riesci a vivere il presente come dono?
da Antonio Quaglietta | Nov 15, 2021 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast)
Trovare lo scopo è un cammino, un percorso che può avvenire in modo graduale e che può essere definito distinguendo principalmente tre livelli della nostra vita. *Primo livello: è il livello della realizzazione; è il livello concreto dell’attività, è il livello degli obiettivi concreti, in cui ci concentriamo sul fare e sulle risorse di cui abbiamo bisogno per realizzare i nostri obiettivi. *Secondo livello: è il livello dell’ autorealizzazione: io come posso realizzare me stesso? In questo livello è fondamentale ascoltarsi per passare dal fare all’essere ed è importante conoscere i propri valori. *Terzo livello: è il livello della realizzazione del sé; si tratta di imparare a conoscersi davvero. È il livello in cui comprendiamo che il vero scopo è la realizzazione della propria umanità, dell’anima. Per poter attraversare i vari livelli e trovare lo scopo della nostra vita possiamo fare delle pratiche per acquisire le risorse necessarie per liberarci. Quali sono? *Cercare nel passato: tornare a delle esperienze vissute soprattutto nei primi sei anni di vita. Tornare indietro nel tempo ai ricordi più belli e gioiosi per recuperare l’esperienza vissuta. *Andare nel futuro …fino alla fine: rintracciare i propri valori e chiedersi da qui a tre anni cosa piacerebbe fare, definendo obiettivi precisi. Inoltre può essere molto utile fare l’esperienza di confrontarsi con la morte, immaginando il proprio funerale. Questo può darci un’idea della autorealizzazione e realizzazione del sé, perché se noi immaginiamo il nostro funerale possiamo chiederci: quali saranno i rimpianti che avrò? Cosa sentirò di non avere realizzato? E quindi possiamo scoprire cosa concretamente possiamo ora per realizzare ciò che desideriamo. *Stare nel presente: vuol dire ascoltarsi , dar voce alle tutte le parti di noi, anche di quelle che consideriamo e giudichiamo non amabili, inadeguate e non vogliamo vedere ed accogliere. Questi passaggi ci consentono di trovare il nostro scopo e la nostra mission.
da Antonio Quaglietta | Set 24, 2021 | Podcast, mente (podcast), relazioni (poscast)
La paura del giudizio degli altri spesso limita la nostra vita e il nostro benessere. Per paura del giudizio ci sentiamo insicuri, insoddisfatti di noi stessi e vulnerabili. Questa stessa paura ci impedisce di vivere pienamente la nostra vita, poiché ci blocca e ci imprigiona nell’immagine di noi che vogliamo mostrare agli altri. Ma cosa ci spinge ad avere tanta paura del giudizio altrui e cosa possiamo fare per superarla? Proviamo ad approfondire la tematica della paura del giudizio degli altri seguendo il metodo della meccanica, analizzandone i 4 pilastri: emozioni, convinzioni, bisogni e attenzione. *Emozioni: l’emozione predominante è la paura e subito dopo la paura c’è la rabbia. La paura si attiva in noi per una serie di motivi precisi: in quanto esseri umani, tra i nostri bisogni c’è quello di appartenere ad un gruppo e per paura di non essere parte, registriamo ogni giudizio come un allarme, come qualcosa che ci spinge fuori dal gruppo; si tratta sostanzialmente di paura dell’abbandono. Come possiamo intervenire? Il primo filtro da mettere è che noi possiamo decidere che quella paura non ha senso, non è utile in questo momento. Tra il giudizio dell’altro e l’ emozione che proviamo c’è la nostra elaborazione, la nostra interpretazione, che è determinata dalle nostre convinzioni. *convinzioni: le convinzioni sono i filtri attraverso cui noi interpretiamo la realtà. Nel caso del giudizio degli altri, le convinzioni più radicate sono relative al fatto che sia l’altro a poterci definire e che il nostro modo di leggere i fatti e gli eventi sia quello giusto e assolutamente vero. *bisogni: dietro alla paura del giudizio degli altri sono celati bisogni come quello di piacere a tutti, di accudimento, di essere accolti, di sentirsi parte, che possono tutti essere raggruppati nel più ampio bisogno di sicurezza. *attenzione: noi siamo laddove è la nostra attenzione. In base a dove focalizziamo la nostra attenzione, noteremo o meno i giudizi degli altri. Tutti e quattro questi pilastri sono collegati tra loro e funzionano in maniera sistemica. Lavorando sui pilastri singolarmente e trasversalmente, possiamo iniziare a modificare la relazione che abbiamo col giudizio e la paura ad esso legata. Lavorandoci su, possiamo renderci conto che dal giudizio ricaviamo la maschera che abbiamo e che più è alta la nostra tendenza a giudicare più siamo sensibili al giudizio degli altri verso di noi e di noi verso noi stessi. Quali sono le risorse per liberarci dalla paura del giudizio degli altri? *Accettare il giudizio, poichè è inevitabile. *Vedere l’emozione dell’altro e notare quale parte sta parlando *notare cosa aggancia in noi *Rigirare il giudizio e vedere quanto siamo anche noi nel giudizio *distinguere i tipi di giudizio e utilizzare il buono: ogni giudizi contiene una parte utile per noi. Quindi prendere il giudizio e vedere quale parte vera del giudizio possiamo utilizzare per la nostra crescita.
da Antonio Quaglietta | Set 16, 2021 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast), struttura dell’amore (posdcast)
In questo video, attraverso l’intervista guidata da Assunta Corbo, amica, giornalista, autrice, ho toccato alcuni punti essenziali della mia vita. Ci sono esperienze che ci segnano, passaggi obbligati da attraversare, emozioni da vivere, sofferenze da elaborare. In questo video ho raccontato alcuni episodi, cercando di trasmettere l’insegnamento concreto che si può trarre dalla vita vissuta. Il lavoro su noi stessi non finisce mai; la personale conoscenza interiore può sempre essere approfondita; la crescita e le scoperte possono essere fonte di arricchimento per ognuno. Per questo ringrazio la mia amica Assunta Corbo per avermi guidato nel ripercorrere ricordi e scelte, per aver in modo leggero e allo stesso tempo delicato scavato nel mio passato e nel mio mondo privato, facendo emergere ancora una volta i miei valori e il mio impegno a portarli nel mondo. Riporto la risposta, per sottolinearne l’importanza per me, all’ultima domanda che mi ha fatto a conclusione dell’intervista: “Qual è stata la più grande lezione della vita?” La vita fin qui mi ha insegnato che senza relazioni e condivisione puoi avere tutto, ma sei destinato alla tristezza e alla rabbia. La relazione è lo spazio della vita, è quello spazio vitale in cui può avvenire la crescita. Quindi, relazioniamoci!
da Antonio Quaglietta | Set 16, 2021 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast)
Il nucleo principale del ricominciare è iniziare a vedere, comprendere ed incarnare il fatto che ricominciare è l’essenza della vita; è una possibilità che abbiamo momento dopo momento quella di ricominciare. Ma queste infinite possibilità accadono se ci ancoriamo al presente. La vita è un continuo ricominciare. Poi c’è l’attività della mente che ci fa sembrare che è difficile e ci mette difronte degli ostacoli. Quali sono? Cosa ci ostacola nel ricominciare? 1) Il passato: l’ingombro che il passato ha nella nostra mente può impedirci di ricominciare, poiché la mente non vive il presente. Noi spesso vogliamo cancellare il nostro passato, ma elaborare il passato è prendere ciò che possiamo prendere dall’esperienza e poi chiudere il cerchio. Come si fa ad elaborare? Occorre guardare i dati di realtà e distinguerli da emozioni e sensazioni che proviamo. 2) Confusione: spesso tendiamo a confondere emozioni, fatti e giudizi; ma i cambiamenti li realizziamo quando sono chiare le nostre idee su cosa vogliamo raggiungere. Quindi occorre prestare attenzione al linguaggio astratto che utilizziamo. 3) Convinzioni: cosa che ci blocca? A tutti i livelli, sia consapevolmente, sia inconsapevolmente, abbiamo delle convinzioni che possono bloccarci nel cambiamento, nel ricominciare. Fare un lavoro sulle convinzioni è fondamentale per vedere cosa concretamente ci blocca. Quali sono invece le risorse che abbiamo a disposizione per poter ricominciare? Cosa possiamo fare? 1) Elabora il passato: non sei la storia che ti racconti: occorre prendere il buono dal passato, comprendere gli errori e vedere quali sono le aree di miglioramento. Utilizzare il passato in modo costruttivo ed evolutivo. 2) Scrivi il futuro: l’atto dello scrivere ci consente di fare ordine e chiarezza su ciò che vogliamo cambiare e su come possiamo ricominciare. 3) Visualizza il futuro: spesso pensiamo al futuro, ma non siamo in grado di visualizzare ciò che vogliamo. 4) Accetta il presente: spesso noi viviamo il cambiamento con la spinta del rifiuto di ciò che abbiamo. Invece è necessario partire dall’accoglienza proprio di ciò che abbiamo già. 5) Controlla i valori: cosa è importante per te nella vita? Quali sono i valori che ti guidano nelle tue scelte? 6) Condividi: i migliori cambiamenti avvengono anche nella condivisione. Vuoi ricominciare? Torna nel presente!
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