Episodio 159 – Fiducia: e se comincio a dubitare?

Episodio 159 – Fiducia: e se comincio a dubitare?

Quando parliamo di fiducia, dobbiamo, tra le altre cose, prendere in considerazione una componente fondamentale: il dubbio. Qual è il rapporto tra il dubbio e la fiducia? La fiducia è una condizione interna, che noi rendiamo rara perché cerchiamo di costruirla con qualcosa di esterno. Per questo arriva il dubbio, a minare la nostra fiducia. Dubitare vuol dire mettere in discussione qualcosa che sentiamo come vero; non credere a qualcosa che sentiamo essere una verità, cioè rifiutarsi di credere alla verità. Qui entra in gioco il controllo. Dubitando e cercando di eliminare il dubbio dentro di noi, cerchiamo di mantenere il controllo. Quando abbiamo un dubbio, infatti, cerchiamo dei dati che possano eliminarlo e fornirci la certezza per uscire dal dubbio. In realtà, più cerchiamo certezze più si alimenta il dubbio. La certezza non ce l’avremo mai. Perché proviamo a risolvere con dati esterni qualcosa che è interno. Il dubbio utile è quello su cui possiamo agire e intervenire. Quando possiamo verificare, dare una risposta veritiera e possiamo agire sul dubbio in modo concreto. Il dubbio inutile invece no. Più cerchiamo di risolvere il dubbio, più lo alimentiamo e proviamo paura, ansia e preoccupazione. La convinzione di fondo che c’è dietro al dubbio è che potrò fidarmi solo quando non avrò più dubbi e, viceversa, non avrò più dubbi quando potrò fidarmi. Ed è per questo che nelle relazioni la situazione si complica: perché nella relazione, se dubito cercherò conferme dall’altro, minando le basi della fiducia. Cosa possiamo fare, allora? Possiamo partire dal chiederci: che relazione abbiamo noi con il dubbio? Poiché è impossibile eliminare i dubbi, possiamo intervenire sul come noi siamo in relazione col dubbio, con le emozioni legate al dubbio, con i bisogni che ci sono dietro, nella consapevolezza che i dubbi vengono dal nostro sé inferiore, dal nostro ego, mentre la fiducia viene dal sé superiore, dall’anima. E tu, che relazione hai con il dubbio?
Episodio 158 – Fiducia: lascia andare il controllo

Episodio 158 – Fiducia: lascia andare il controllo

Cosa vuol dire avere fiducia? In che modo possiamo farne esperienza e costruirla? Cosa, invece, ci spinge a voler mantenere il controllo? Cosa è la fiducia? Per poter comprendere cosa sia la fiducia è necessario partire da una distinzione fondamentale tra fiducia intesa come pretesa e richiesta di certezza (e quindi controllo) e fiducia intesa come apertura, come capacità di aprirsi agli altri, mostrarsi nelle proprie fragilità, che si concretizza sostanzialmente nel conoscersi e farsi conoscere. La fiducia secondo la prima accezione è un tipo di fiducia infantile: vogliamo prima essere certi che l’altro non tradirà la nostra fiducia e poi decidiamo di fidarci o meno; questo vale anche nei nostri confronti: vogliamo essere certi di riuscire, di non fallire, etc.; solo in quel caso avremo fiducia in noi stessi; è una fiducia che richiede controllo e continue verifiche, e che non ammette disconferme. Anche nelle relazioni con gli altri, la fiducia è fondamentale. Senza fiducia, infatti, non c’è relazione: quando non c’è fiducia, diamo credito a ciò che pensiamo piuttosto che alla verità dell’altro. Alziamo un muro, viene meno il contatto, ci isoliamo, e, praticamente, non siamo in relazione. Perché non ci fidiamo? Perché, nell’infanzia, abbiamo avuto esperienze tali per cui oggi non abbiamo fiducia: abbiamo idealizzato le nostre figure di riferimento e ne siamo stati delusi, quindi proviamo sfiducia. Come possiamo spostarci, allora, verso una maggiore fiducia? Occorre partire dalla conoscenza di noi stessi e guardarci con onestà, con verità, con benevolenza, con la consapevolezza che nella nostra umanità abbiamo anche parti che ci piacciano poco e a partire da questo, imparare a costruire la fiducia. La fiducia, infatti, si costruisce. Può arrivare, senza dubbio, la delusione e ciò che si è costruito viene perso. Questo accade perché all’inizio noi vogliamo vedere solo il se superiore (illusione) ma non vogliamo vedere il se inferiore, l’ego; imparare a fidarsi vuol dire però essere aperti agli errori, nostri e degli altri. Vuol dire imparare a guardare a se stessi, ai propri difetti. Questo ci consente di fidarci di noi e quindi di portare la nostra fiducia nelle relazioni. Infatti, nelle relazioni noi mostriamo le nostre relazioni interne. La fiducia che ho dentro posso portarla nella relazione con gli altri. Quindi il primo passo è quello di guardare a noi con onestà, sia nelle nostre parti egoiche che in quelle “animiche”: siamo l’intero. Quando ci vediamo per come siamo è difficile che non abbiamo fiducia in noi stessi e quindi negli altri. Accogliendo con fiducia quello che emerge alla luce della nostra umanità. Ed ora, rendiamo pratico ciò che abbiamo detto. Al link trovi uno schema che ti consentirà di lavorare concretamente, secondo le indicazioni illustrate nel video, sulla tua incertezza, sull’illusione del controllo e su come poter cambiare atteggiamento e andare verso la fiducia. https://drive.google.com/file/d/1hzGS1FjhXXj6qUeHPhT2pZZpCdZtjPRp/view
Episodio 153 – Parlare bene per pensare bene: quali ostacoli?

Episodio 153 – Parlare bene per pensare bene: quali ostacoli?

Hai mai fatto caso alle parole che utilizzi quando ti esprimi? Ti sei mai soffermato a notare quanto sia astratto il tuo linguaggio e a quante volte non esprime esattamente ciò che hai vissuto? Il nostro modo di parlare spesso è riflesso di un disordine interno e questo genera dei pensieri sfumati e confusi, finanche distorti. Accade spesso che siamo prigionieri della nostra mente. Cosa significa? E cosa c’entra il nostro pensiero-linguaggio? Come fa la nostra mente ad imprigionarci? La mente è uno degli strumenti più importanti, utili, funzionali che abbiamo per rendere la nostra vita più piena, per essere più flessibili e adattarci all’ambiente. Come mai allora questo potente e utilissimo strumento spesso ci imprigiona? Cosa è che la mente fa per renderci schiavi? Noi apprendiamo attraverso il pensiero-linguaggio, che ci premette, secondo un principio di economia in base al quale funziona la mente, di non dover apprendere nuovamente qualcosa che abbiamo già appreso. Il nostro apprendimento avviene applicando dei filtri necessari, ovvero dei processi di apprendimento necessari agli individui, per semplificare e velocizzare le scelte ed i comportamenti. Questi processi sono la cancellazione, la generalizzazione e la distorsione. Come li applichiamo per l’apprendimento di semplici comportamenti, allo stesso modo li utilizziamo nelle relazioni e per l’ apprendimento di comportamenti relazionali. Per cui, attraverso questi processi, trasformiamo l’esperienza che abbiamo vissuto e che stiamo comunicando (cancellando alcune parti, generalizzando degli aspetti, distorcendo/interpretando dei significati) in un’esperienza completamente diversa, che, però, diventa la nostra esperienza di riferimento. Cosa possiamo fare allora per mettere ordine nei pensieri? Possiamo prestare attenzione al nostro linguaggio, alle parole che utilizziamo. In particolare, possiamo fare attenzione ai termini che, nel metamodello, vengono definiti ‘universali’( tutti, nessuno, sempre, mai, etc) e ai verbi e sostantivi aspecifici, cioè vaghi e astratti (vorrei più serenità, sto male, mi ferisci, etc.) Per indagare i nostri pensieri occorre farci queste domande: *cosa intendo precisamente per….? quando siamo difronte a verbi e sostantivi non chiari *chi, cosa, quando precisamente…?quando siamo difronte agli universali. Prestando attenzione al nostri pensieri e al nostro linguaggio, facendoci le domande giuste possiamo uscire dalla prigione della nostra mente.
Episodio 150 – Vai oltre il dovere: trova ci che vuoi

Episodio 150 – Vai oltre il dovere: trova ci che vuoi

Cosa è il dovere? Cosa vuol dire andare oltre il dovere? Come si arriva a ciò che si vuole? Devo e voglio non sono semplici parole. Sono delle categorie mentali. Per questo sono così potenti. I nostri devo sono delle vere e proprie regole che si celano dietro i nostri NON POSSO: abbiamo una serie di divieti, a causa dei quali ci impediamo di vivere determinare esperienze. Le regole, però, ci servono per vivere insieme agli altri e per vivere, in generale. Per questo abbiamo interiorizzato dei devo nel corso della nostra vita: per poter stare nel mondo. Col tempo, però, siamo rimasti schiacciati dal dovere. I doveri che ci imponiamo possono oscillare tra il dovere più superficiale (devo stirare, devo fare la spesa, etc.) e i devo che possiamo definire ‘nucleari’ (devo stare bene, devo capire, devo essere forte, devo piacere agli altri, etc.). Le doverizzazioni che ci imponiamo creano la realtà che viviamo. Tutt’altra categoria è quella del VOGLIO. Cosa possiamo fare per andare oltre il dovere e arrivare al voglio? Innanzitutto, iniziare a vedere quanti devo abbiamo dentro. E distinguerli dai voglio. E iniziamo a vedere cosa produce un DEVO e cosa produce un VOGLIO. Cosa produce il DEVO? – Fissità e blocco: restiamo fermi: energia bloccata – Obbligo: ci sentiamo obbligati a ‘rispondere’ al comando del devo – Mancanza di volontà: lo faccio perché ‘sono costretto’ – Mancanza di responsabilità: sono inconsapevole – Mancanza di libertà: non vedo possibilità – Rabbia: sensazione di subire e di ingiustizia Cosa produce il VOGLIO? – Movimento/cambiamento: sblocco dell’energia – Motivazione: stimolo all’azione – Aumento del potere/possibilità: capacità di vedere e trovare nuove soluzioni – Scelta: rinforzo della volontà – Libertà: conquista della responsabilità – Gioia: più libertà, più possibilità, più responsabilità In questo modo, guardandone gli effetti, possiamo distinguere i devo dai voglio e possiamo chiederci, per ogni devo che individuiamo: chi o cosa mi obbliga a farlo? Diamoci il permesso di sentire le emozioni che emergono e di attraversarle. Faremo, in questo modo, un nuovo passo verso la scelta, ovvero verso la libertà. E impareremo, finalmente, a trovare ciò che vogliamo. E tu, hai trovato ciò che vuoi?
Episodio 148 – Conflitto interno e convinzioni limitanti. Vai oltre le tue paure

Episodio 148 – Conflitto interno e convinzioni limitanti. Vai oltre le tue paure

Spesso, nelle relazioni finiamo per provare rabbia e non sappiamo perché, allo stesso tempo abbiamo degli obiettivi ma non riusciamo a raggiungerli. Cosa hanno in comune queste due dinamiche? La paura, l’emozione che ci frena. Da dove nasce quella paura e come precisamente ci ostacola? La paura è spesso generata dalle nostre convinzioni limitanti. Cerchiamo di comprendere questa dinamica in questa puntata.
Episodio 143 – Vai oltre l’insoddisfazione: smaschera le tue pretese

Episodio 143 – Vai oltre l’insoddisfazione: smaschera le tue pretese

Insoddisfazione: che cosa è? Perché ci sentiamo insoddisfatti? Possiamo superare l’insoddisfazione? L’insoddisfazione è molto spesso legata ad un atteggiamento che tutti noi abbiamo: la pretesa. Per andare oltre l’insoddisfazione occorre, quindi, smascherare le nostre pretese. E questo dipende da noi. Il primo passo per la consapevolezza è capire come noi stessi ci mettiamo nella condizione di essere insoddisfatti cadendo nell’atteggiamento di pretesa. Abbiamo diversi tipi di pretese: – pretese verso la vita; – pretese verso gli altri; – pretese verso noi stessi. Quando siamo nella pretesa, difficilmente proviamo soddisfazione, piacere e benessere in generale. Restiamo, piuttosto, aggrappati a quello che ci manca, focalizzandoci ora su quello che la vita non ci dà, ora su quello che gli altri ‘dovrebbero’ fare per noi, per farci stare bene, ora su quello che noi stessi dobbiamo necessariamente fare per poter essere soddisfatti e felici. . Non è così: la soddisfazione è figlia della libertà interiore. Le nostre pretese sono vere e proprie gabbie, delle trappole in cui restiamo imbrigliati e che tendiamo a fortificare sempre di più, impedendoci di cogliere la gioia e la piena soddisfazione. E tu, quante volte provi insoddisfazione? Quali sono le tue pretese dietro l’insoddisfazione?