Episodio 280 – Come cambiare le abitudini dannose

Episodio 280 – Come cambiare le abitudini dannose

Le nostre abitudini hanno un forte impatto nella vita quotidiana. Ma cosa sono le abitudini? L’abitudine è un comportamento che viene prima scelto, poi rafforzato con la ripetizione e poi da consapevole e volontario diventa inconsapevole e involontario. Le abitudini hanno dei vantaggi e degli svantaggi. Quali sono? Quali sono i vantaggi delle abitudini? • Poco sforzo: ogni cosa fatta per abitudine richiede poco sforzo • Efficienza: impiega il minimo di risorse e da la massima resa. • Obiettivi a lungo termine: quando dedichi tempo per raggiungere dei obiettivi le abitudini aiutano a facilitare il raggiungimento. • Ci danno struttura: ci aiutano a strutturare il nostro tempo. • Sicurezza emotiva: ci dà sicurezza perché dando struttura al tempo, ci aiutano a sentirci in un ambiente più sicuro. Ma quali sono gli svantaggi delle abitudini? • Monotonia • Resistenza al cambiamento • Limitazione della creatività: noi siamo essere creativi e abbiamo bisogno di fare esperienze ed apprendere per crescere ed evolvere • Dipendenza dalla comforte zone: poiché abbiamo resistenza al cambiamento e non siamo creativi, non abbiamo idee nuove, abbiamo energia bassa, diventiamo apatici e dipendenti, senza stimoli e novità. Più mi chiudo e più tendo a chiudermi. • Cecità alle opportunità: chiuso in me stesso, non riesco a vedere le opportunità che mi si presentano. Quali sono le nostre abitudini? Quanto ne siamo dipendenti?
Episodio 279 – 5 passi per CRESCERE e CAMBIARE

Episodio 279 – 5 passi per CRESCERE e CAMBIARE

Cosa vuol dire crescere? Come possiamo crescere e conoscerci meglio? Una domanda fondamentale da cui partire è: Voglio crescere o voglio odiarmi? Se rispondiamo “voglio crescere” allora dobbiamo capire quali sono gli impedimenti alla nostra crescita. Spesso Inconsciamente noi siamo gli unici nemici della nostra crescita. Ma la crescita e il cambiamento partono da una scelta: voglio crescere davvero? Ci sono dei passi fondamentali da fare per poter crescere e attivare il cambiamento. Quali sono? • Primo passo: passare dalla condanna alla compassione. La nostra cultura ci insegna che con la condanna noi cresciamo. Quando sbagliamo noi tendiamo a condannarci provocando dentro di noi una serie di emozioni negative. Questo impedisce un cambiamento. Infatti quando arriviamo alla compassione e ci prendiamo cura di noi possiamo crescere davvero. • Secondo passo: curiosità e comprensione: quando passiamo dalla condanna di noi stessi alla compassione, possiamo approcciarci a noi stessi con curiosità, con la voglia di comprendere e di analizzare i nostri comportamenti. • Terzo passo: Feedback costruttivo. Il linguaggio può essere usato in due modi: in modo giudicante o come feedback. Il feedback è derivato dall’esperienza che genera apprendimento. Il giudizio colpisce sempre l’identità. Il giudizio crea una equivalenza tra ciò che facciamo, diciamo e pensiamo e ciò che siamo. Il feedback si chiede: cosa posso fare di diverso? Il feedback serve a creare uno scenario diverso. Le domande da farsi sono: cosa concretamente posso fare di diverso? Cosa, invece, posso mantenere? • Quarto passo: accettare i cicli. Uno degli errori più grandi che facciamo è la nostra idea perfezionista della vita che ci genera sofferenza, perché guardiamo alla vita non per come è ma per come pretendiamo debba essere. Così, noi pretendiamo che il cambiamento sia lineare e non vediamo che invece avviene per cicli. • Quinto passo: sorridi e ridi di te. Si tratta di togliere la seriosità agli eventi, la pesantezza a ciò che accade. La risata è l’antidoto più forte all’ego e alle sue caratteristiche. Quando noi ridiamo di cuore si sgonfia l’ego. E cresce il sé, il vero sé. Su quale di questi passi senti di voler lavorare maggiormente?
Episodio 275 – Le ferite dell’infanzia: perché facciamo sempre gli stessi errori?

Episodio 275 – Le ferite dell’infanzia: perché facciamo sempre gli stessi errori?

Le ferite dell’infanzia: perché facciamo sempre gli stessi errori? Tante volte, quando abbiamo dei problemi, non riusciamo a risolverli e restiamo attaccati al nostro passato, mettendo in atto alcuni comportamenti senza sapere il perché. Spesso questo è frutto di alcune ferite e di conflitti che abbiamo vissuto nell’infanzia. Quando abbiamo un problema ci sono tre livelli di consapevolezza con cui siamo nella situazione: • Un livello coscio, consapevole, che gestisco; è il livello del ragionamento. • Un livello preconscio, quello di una parziale consapevolezza, di “vedo e non vedo” la realtà della situazione. • Un livello inconscio, inaccessibile alla mia coscienza. Il primo livello, quello conscio, di analisi prevede le nostre difese. Accusiamo l’altro, iniziamo a trovare scuse per il nostro comportamento e ad accusare l’esterno per quello che ci accade. Nel secondo livello, succede che proviamo rabbia, tristezza e frustrazione. C’è un altro livello, quello inconscio, dove nascono le vere cause dei problemi attuali: è il livello dei bisogni, conflitti e problemi infantili. Dei conflitti infantili noi non ricordiamo nulla. Ci raccontiamo una storia sul nostro passato. Il bambino sviluppa un falso sé, poiché deve creare un sé adatto a ciò che i genitori vogliono. Per non perdere l’amore dei genitori. Il falso sé si alimenta di tutti i sentimenti che non abbiamo potuto esprimere nell’infanzia. Cosa possiamo fare? Ne abbiamo parlato nel video. Lezione 73 del Sentiero di Eva Pierrakos: https://www.bibliotecadelsentiero.org… Libro consigliato: Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sé, Alice Miller
Episodio 274 – Una vita diversa

Episodio 274 – Una vita diversa

In questo video Paola Giovetti, giornalista e scrittrice, ha raccontato la sua storia, condividendo con noi il suo viaggio personale. Una vita normale, tranquilla di insegnante, madre e moglie, diventa una vita diversa dopo un incidente. Comincia quindi una profonda riflessione sulla vita oltre la vita. La condivisione arricchisce e ispira creando connessioni tra le persone. Condividere, sia che si tratti di esperienze, conoscenze, emozioni o risorse, ha un impatto profondo su noi stessi e sugli altri. In questo video Paola Giovetti, giornalista e scrittrice, ha raccontato la sua storia, condividendo con noi il suo viaggio personale. Una vita normale, tranquilla di insegnante, madre e moglie, diventa una vita diversa dopo un incidente. Comincia quindi una profonda riflessione sulla vita oltre la vita. Inizia ad approfondire questo argomento ed avvia una nuova pagina della sua vita. Dall’ insegnamento si butta poi nel giornalismo. Da qui inizia tutta la carriera di giornalista e scrittrice. E cresce il suo interesse per l’ambito spirituale, della parapsicologia e dell’esoterismo, di cui diventa esperta. Quanto desideriamo spingerci oltre nella ricerca?
Episodio 273 – Basta femminicidio

Episodio 273 – Basta femminicidio

La cronaca ci nutre quotidianamente di notizie di violenza, di morte e di dolore. In particolare, queste notizie riguardano le donne. Cosa possiamo fare per evitare che la violenza vinca sempre? Come possono le donne imparare a riconoscere questa violenza e a difendersi? Il femminicidio è la conseguenza di un modo completamente sballato, disfunzionale e malato di vivere le relazioni. Come possiamo imparare a distinguere e riconoscere i segnali di una relazione è sbagliata? Eccone alcuni: * Controllo eccessivo: in una relazione, il controllo non è mai un segno di cura e di amore. * Gelosia estrema: la gelosia non è amore e non è un segnale di amore. * Umore imprevedibile: le persone instabili non riescono a gestire le loro emozioni e non sanno essere pertinenti al contesto nelle loro reazioni emotive. * Isolamento: c’è il tentativo di isolare dalle relazioni importanti, iniziando dalle amicizie per arrivare alla famiglia e alle relazioni più strette. * Umiliazione e disprezzo: non devono far parte sostanziale di una relazione, la violenza verbale può essere il preludio della violenza fisica. Cosa possiamo fare per proteggersi? Parlare della relazione: è necessario come antidoto dell’isolamento; cercare confronto con l’esterno sulla propria relazione. Consultare professionisti: se abbiamo dubbi e preoccupazione, è necessario parlare con professionisti Documentare gli episodi: prendere appunti sul comportamento del partner ci aiuta a fare un quadro della situazione e ad avere dati di realtà con cui confrontarsi e accrescere la propria consapevolezza. Far percepire la rete: dare conoscenza del fatto che ci sono persone pronte a sostenermi e che non sono isolata. Ascoltare la propria paura: non si deve zittire la paura che sentiamo in coppia; non è sano sentire paura in coppia. Impariamo a difenderci. Basta femminicidio. Impariamo a difenderci. Basta femminicidio.
Episodio 272 – Le 7 regole del Karma: come capire il karma

Episodio 272 – Le 7 regole del Karma: come capire il karma

Cos’è il Karma? E come funziona? Con il dott. Enrico Ruggini, psicologo e psicoterapeuta, abbiamo parlato di karma e delle sue leggi. Il karma non è una legge di punizione, ma può essere considerato un vero e proprio principio guida per vivere una vita più consapevole e responsabile. Il Karma oggi a noi è giunto come qualcosa del tipo se ti comporti male, poi verrai punito. In una successiva incarnazione sconterai i tuoi errori e sbagli. Ma questo è un travisamento. Karma significa azione. Inserito in una visione evoluzionistica dell’uomo, ha un significato diverso. Vuol dire raggiungere una tale maturazione di coscienza che ci porta a vivere più per gli altri che per noi stessi. Le azioni per arrivare a questo sono azioni collegate ai fili karmici che hanno una funzione educativa e non punitiva. Quindi karma è anche apprendimento, attraverso atti e azioni che hanno determinati effetti. È la legge del causa-effetto: qualsiasi azione ha un effetto. Gli effetti ci stimolano ad agire o reagire in un determinato modo. In questo processo del karma avviene la maturazione della coscienza. E la crescita. Per mancanza di coscienza compio determinati atti dei quali apprenderò insegnamenti nel corso di tutta l’esistenza. Quali sono le 7 leggi del karma? 1. Ogni attività reca con sé un effetto 2. Questo vale per ogni categoria (pensieri, sensazioni, etc.) 3. L’effetto è della stessa natura della causa 4. Si creano cause volontariamente ed involontariamente 5. L’effetto ricade su chi ha mosso la causa 6. L’effetto ricade per dare coscienza al soggetto 7. L’effetto ricade quando il soggetto è pronto a comprendere.