da Antonio Quaglietta | Lug 28, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast)
Da sentirsi KO a sentirsi OK: strategie per affrontare le avversità e crescere. Quante difficoltà affrontiamo quotidianamente? La vita spesso è generosa nel metterci di fronte a sfide ed avversità da affrontare. Come possiamo passare dal sentirsi ko al sentirsi ok? La vita è costituita al 10% di quello che ci accade e al 90% del nostro modo di reagire a quello che ci accade. E questo ci fa paura. Perché? Perché ognuno di noi, nella propria vita, ha bisogno d certezze. Ma non siamo disposti a rinunciare alla certezza che la sofferenza sia oggettiva, siamo convinti che siamo vittime di quello che stiamo vivendo. Questo dipende dal fatto che la nostra mente, il nostro ego, lavora su categorie opposte; la nostra mente è duale (o è colpa dell’esterno o è colpa mia). Non riusciamo a andare oltre questo conflitto. Da dove iniziare per superare questo conflitto? • La prima cosa da fare è fermarsi, fermare il turbinio della mente e vedere cosa realmente sta accadendo, come la mente sta guardando la nostra realtà. La realtà sono i dati oggettivi (non sono l’interpretazione che la nostra mente dà della realtà), la mente ne dà una interpretazione. Come riconoscere i dati di realtà? Possiamo notare i verbi che utilizziamo, se riferiamo all’esterno la nostra sofferenza (chiediti: cosa di ciò che sta accadendo mi fa soffrire?). L’ego invece ci agita quando abbiamo bisogno di calma. Quando scatta questo dialogo interno bisogna fermarsi. • Il secondo passo è imparare a distinguere la rassegnazione dall’accettazione e smettere di sentire di subire la vita con atteggiamento passivo. Rassegnazione vuol dire mantenere lo stato di opposizione verso qualcosa, di rifiuto, di agitazione verso qualcosa e appesantirlo con emozioni negative; la rassegnazione è una doverizzazione al peggio. L’accettazione, al contrario, è accettare semplicemente, vedere le cose che stanno accadendo, sentire il proprio rifiuto e gestirlo, accogliendo ciò che sta accadendo. L’accettazione è uno stato pre-mentale: prima che la mente esprima il proprio giudizio di attaccamento o avversione, io accolgo quello che accade. È apertura. Come si cresce e come si passa dal sentirsi ko al sentirsi ok? • Allenarsi e accrescere conoscenza e consapevolezza: far diventare ogni prova un momento di crescita: cosa mi vuole insegnare questa prova? • Allenarsi ed accrescere la fede/fiducia/speranza e quindi avere prospettiva • Supporto relazionale e condivisione
da Antonio Quaglietta | Lug 21, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Ci sono insegnamenti e lezioni che possono arricchire la nostra esistenza, se siamo disposti ad aprirci alla bellezza del messaggio che portano con sé. Insieme ad Enrico Ruggini, psicologo e psicoterapeuta, abbiamo parlato dell’esperienza del Cerchio Firenze 77. I maestri del Cerchio Firenze 77 hanno lasciato i loro insegnamenti, che hanno come obiettivo quello di andare oltre la separatività, che caratterizza la nostra condizione umana, e arrivare, ampliando la propria coscienza, all’apertura verso l’altro. Si tratta quindi di accrescere la conoscenza del proprio mondo interiore e la propria consapevolezza, prendendo coscienza che la vita è un insieme di eventi che, per esperienza e livelli di conoscenza, ci porta al momento che viviamo, il tutto all’interno di un processo evolutivo. L’uomo parte da uno stato di evoluzione basso, in cui si sente separato dal tutto e da tutti, e, nel corso della sua esistenza, evolve attraverso precisi apprendimenti e insegnamenti che gli arrivano dalle esperienze che vive. Siamo qui per imparare, crescere, evolvere e connetterci sempre di più all’altro.
da Antonio Quaglietta | Lug 21, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast)
Tutti vogliamo stare bene e ognuno cerca delle strategie per poter accrescere il proprio benessere emotivo. Ma da dove possiamo partire? Quali sono i passaggi per fare una valutazione sul nostro stato emotivo? Prestare attenzione alle proprie emozioni e comprendere come valutare il proprio stato emotivo è di fondamentale importanza. Il benessere emotivo non consiste nell’ essere sempre felici, ma nel saper gestire efficacemente le diverse emozioni che si provano. Per valutare il benessere emotivo possiamo iniziare con l’identificazione delle emozioni provate e la valutazione dell’intensità da 1 a 10 in situazioni specifiche. Possiamo, per esempio, valutare diverse situazioni come la frustrazione, il conflitto e la rinuncia alla gratificazione e le emozioni provate in tali contesti. E’ importante essere onesti con se stessi nella valutazione del proprio benessere emotivo e prestare attenzione al fatto che valori elevati di emozioni negative possono richiedere un lavoro di gestione e miglioramento. Ma quali sono i sintomi legati al malessere emotivo a cui prestare attenzione? In primo luogo, il pensiero dicotomico, ossia la tendenza a vedere le situazioni in modo polarizzato, con la necessità di dimostrare di avere ragione o di considerare gli altri come nemici. Questo può generare reattività e tensioni nelle relazioni interpersonali. In secondo luogo, il pensiero catastrofico, che consiste nella tendenza a immaginare scenari negativi e catastrofici anche di fronte a situazioni di minore entità. Questo tipo di pensiero può alimentare ansia e preoccupazione costante. Inoltre, la personalizzazione, ovvero la tendenza a personalizzare situazioni ed eventi, come se il mondo girasse intorno a noi. Infine la difficoltà di gestire le emozioni di secondo livello, ovvero quelle generate dalla mente, riflettendo sulle situazioni che scatenano queste emozioni e a registrando quando si verificano, per poter lavorare sulla comprensione delle situazioni e dei pensieri associati, al fine di modificare la percezione e le reazioni emotive. L’obiettivo è sviluppare una migliore gestione delle emozioni. Cosa possiamo fare? Osservare e riconoscere le proprie emozioni, attraversarle senza paura e smettere di giudicarle. Fare un check-up delle situazioni che attivano le emozioni e valutare l’intensità di sintomi come la rabbia, la paura o la tristezza. Praticare la meditazione per osservare e riconoscere i propri pensieri, senza cercare di zittire la mente. Questi sono solo alcuni esempi di strategie da utilizzare per iniziare a lavorare con le proprie emozioni e aumentare il proprio benessere emotivo.
da Antonio Quaglietta | Lug 21, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Spesso nonostante la ricerca frenetica per raggiungere un obiettivo specifico, per avare un cambiamento, bastano poche cose, semplici, ma vanno applicate. San Francesco dice: cominciate col fare ciò che necessario, poi ciò che è possibile, e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile. Il punto di partenza per avere un cambiamento dunque è fare ciò che è necessario. Cosa è il necessario? 1) L’auto-osservazione: cosa accade dentro di me? Questo toglie ogni forma di personalizzazione. Nel fare questo spesso commettiamo degli errori: il primo errore è osservare per cambiare (quando osserviamo dobbiamo osservare per osservare, ci immergiamo nella realtà osservandola); un altro errore è conoscere se stessi (scambiamo per giudicare se stessi: se mi osservo per avere l’ultima verità su me stesso perdo di vista che sono un divenire costante); un altro errore è provare a fare la media matematica: spesso ci osserviamo per fare la media matematica…ci valutiamo e poi facciamo una media tra i “voti” che ci diamo. Quando ci ascoltiamo mettiamo più armonia dentro di noi. 2) Non giudizio: quando siamo nel come dovremmo essere, siamo nel conflitto, nella condanna. Non possiamo cambiare fintanto che ci giudichiamo. Ci vuole onestà e coraggio per osservare senza giudicare. 3) Volontà: impegno, sforzo e pratica: ci vuole impegno, anche di non intervenire, per restare nell’osservazione; ci vuole sforzo, perché potrebbe essere faticoso restare nell’osservazione; pratica perché bisogna allenarsi ad osservare. 4) Costanza: smetterla di chiedersi qual è il passo successivo, perché la vita è un alternarsi continuo e armonioso. La mente, invece, è tarata così, su queste domande: • chi voglio apparire? • Chi devo essere? • Chi voglio essere? E alla fine osserviamo chi siamo…lo lasciamo sempre in ultimo piano. Quanta energia spendiamo per sembrare chi non siamo? Mettersi di fronte a se stessi è difficile, ma è liberante. Vuol dire scoprire la verità di se stessi e la verità rende liberi. Il cambiamento, in questo senso, non è la finalità, ma avviene e basta.
da Antonio Quaglietta | Giu 23, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), struttura dell’amore (posdcast)
Quante volte ci sentiamo stanchi e intrappolati nell’odio verso noi stessi? Desideriamo cambiare e imparare ad amarci davvero, ma non sappiamo come fare. L’amore è uno stato di coscienza. Amare se stessi vuol dire vedere serenamente e col cuore aperto tutti i proprio i limiti e partire dall’accettazione dei propri limiti con amorevolezza. Non si tratta di essere perfetti, ma si tratta di essere consapevoli di se stessi. Finchè aspiriamo a non sbagliare per amarci non riusciremo mai a farlo davvero. Quali sono i sintomi del non amore di sé? • Odio di sé: può essere esplicito (mi odio quando…) o implicito, inconsapevole (autosabotaggio, sentirsi inferiori o inadeguati; si riconosce dal non sapersi stare accanto, dal non riuscirsi ad incoraggiare); • Autoindulgenza: vuol dire non tenerci a stare bene, a dare il meglio; sono quei comportamenti che mettiamo in atto quando siamo troppo indulgenti o troppo giudicanti verso noi stessi. Questo vuol dire che non ci amiamo; • Negazione del sé inferiore: negare il nostro sé inferiore, non riesco a vedere il mio grande ego e lo nego; • Giustificazioni e accuse: perché abbiamo bisogno di giustificarci e accusare gli altri? Per Il timore di avere delle colpe e questo indica che siamo nell’amore condizionato. Questi sono filtri che non ci permettono di conoscerci, di vederci. E quindi di amarci. Come si arriva all’AMORE DI Sé? Attraverso questi passaggi: • conoscenza: l’amore presuppone conoscenza, di se stessi innanzitutto; • consapevolezza: la consapevolezza è analisi di ciò che accade, non è giudizio, ma feedback. Cosa evitare per accrescere la vera consapevolezza? Autoindulgenza e ipergiudizio, bisogna semplicemente guardare ed essere consapevoli di quello che accade dentro di noi. • Accettazione: non è rassegnazione (io sono così); accettazione vuol dire non negare quello che sta accadendo, senza filtri (giustificazione, accuse, proiezioni, etc.); • cura di sé: sapersi stare accanto: quali sono i momenti in cui vi prendete cura di voi stessi? • Crescita ed evoluzione: mi conosco, sono consapevole del mio mondo interno, accetto, mi prendo cura della parte di me che voglio cambiare e promuovo crescita ed evoluzione. Queste sono i punti fondamentali dell’amore di sé.
da Antonio Quaglietta | Giu 19, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast)
Trasformare il dolore: le fasi dell’elaborazione del lutto. La prima cosa da tenere in considerazione quando parliamo di lutto è che Il dolore non è qualcosa di negativo. Elaborare il dolore vuol dire vivere emozioni e riconoscerle. Il lutto e il dolore non sono solo legate alla morte di una persona. Il lutto è la perdita, la separazione e perdita di identità, la fine di una storia di amore, di una amicizia, allontanamento dei figli (cambia qualcosa nel rapporto), una malattia inaspettata, un evento traumatico, , etc. Cosa vuol dire elaborare? Il punto di partenza dell’elaborazione del lutto è comprendere che non ci sono scorciatoie per il dolore. L’unica cosa che possiamo fare per integrare ed elaborare il dolore è attraversarlo. Spesso incappiamo in due errori: • Evitare il dolore • Rimanerci incastrati dentro. Come possiamo accorgerci che siamo ancora nella non elaborazione? Se mettiamo in atto questi comportamenti: • comportamenti compulsivi: non riuscire a non fare qualcosa (mangio troppo, bevo troppo, dipendenze, ) qualcosa che non è più sotto il mio controllo; • ritiro dalle relazioni: isolamento. • iperattività: segno che non vogliamo contattare quel dolore. Vogliamo evitare il dolore con il fare, ma questo crea un loop e ti mantiene nel dolore; finchè eviti non cresci e non vai avanti. • Insonnia-iper-reattività: disturbi del sonno ( non riuscire a dormire bene), essere molto irritabili, reazioni spropositate al minimo stimolo. Elaborare invece significa confrontarsi con il fatto accaduto (morte, malattia, relazione finita), confrontarsi con le emozioni che il fatto genera. Secondo il modello di Kubler-Ross le fasi dell’elaborazione del lutto sono 5: • Negazione: sensazione anche inconscia che non è possibile, non mi sembra vero ciò che è accaduto; • Rabbia: spesso noi abbiamo difficoltà a riconoscerla, a viverla ed accettarla; cerchiamo subito di scacciare la rabbia; è una fase naturale ed è naturale se è una fase, cioè se passa; è necessaria perché risponde a due situazioni che viviamo (impedimento al benessere e all’ingiustizia); • Contrattazione: cercare di aggiustarsi la realtà; è un vero e proprio patteggiamento con la vita, cercando una soluzione, che di solito è solo razionale; è la fase della razionalizzazione. • Depressione: è la fase della disperazione, come se tutte le difese precedenti mollano e il dolore invade e ti arrendi al dolore come se non ci fosse più nulla da sperare; • Accettazione: quando accetto ciò che è successo, le emozioni che provo e le integro e finalmente torno alla vita. È la porta per uscire dal dolore dopo aver attraversato le diverse fasi; senza idealizzare. Quali sono i passaggi necessari? • Confrontarci con quelle fasi e capire dove stiamo, dove ci stiamo incastrando • Confrontarci con il vissuto • Evitare di evitare.
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