da Antonio Quaglietta | Mar 31, 2023 | Podcast, relazioni (poscast)
Migliorare la COMUNICAZIONE per creare buone RELAZIONI. La comunicazione è davvero il materiale con cui costruiamo le nostre relazioni, è ciò che decide le sorti delle nostre relazioni. Se impariamo a comunicare bene e in modo efficace possiamo avere relazioni sane e nutrienti. Ma cosa rovina le nostre relazioni? E come possiamo rimediare? Tutti noi vorremmo costruire delle relazioni sane, belle, nutrienti, ma perché spesso non ci riusciamo? Perché non sappiamo come fare! Migliorare la comunicazione e fondamentale per le nostre relazioni. Molto spesso questo dipende dal fatto che nella nostra comunicazione sono presenti 5 veleni che possono rovinare le nostre relazioni. Vediamo quali sono i 5 veleni. 1) Mancanza di ascolto: ascolto di noi stessi e dell’altro. L’ascolto è una capacità che va allenata. Spesso ci soffermiamo sull’ascolto della mente torturatrice. La mancanza di ascolto produce fraintendimento. Il bravo comunicatore è quello che sa ascoltare. 2) Comunicazione aggressiva: noi comunichiamo in modo aggressivo non solo quando gridiamo o accusiamo; abbiamo una comunicazione aggressiva anche quando usiamo una comunicazione svalutante o quando siamo poco chiari nella comunicazione, ambigui, mandiamo doppi messaggi o usiamo equivalenti aggressivi. 3) Essere giudicante: è un’aggressività più diretta. Notate quante volte dici “tu” e quante dici “io”. Il passaggio da tu ad io ci salva la vita. L’unica via per arrivare a non giudicare è quando impari a vedere chi sei tu. Osservare se stessi e conoscersi allenta il giudizio. 4) Non esprimere i propri sentimenti: bisogna partire da noi stessi, da ciò che sentiamo, da quali sono le nostre emozioni e sviluppare una comunicazione assertiva. 5) Non essere coerenti: la coerenza è far corrispondere il pensare, il dire e il fare; come esseri umani siamo tendenzialmente incoerenti. Portare la coerenza nella propria comunicazione e quindi nelle proprie relazioni vuol dire imparare a togliere le maschere. Ci sono però 5 antidoti a questi veleni, che possono liberare le relazioni. Tutti portano a migliorare la nostra comunicazione per evitare le relazioni tossiche. 1) Ascolto attivo: non si tratta di mettere in pratica una tecnica, ma si tratta di un atteggiamento interno per il quale siamo davvero interessati a chi stiamo ascoltando, a ciò che dice e sta condividendo con noi. 2) Comunicazione assertiva: dire ciò che pensiamo e ciò che sentiamo in modo pulito e aperto, dichiarando noi stessi, parlando di noi. 3) Feedback costruttivo: è il contrario del giudizio; dare feedback vuol dire non giudicare; il feedback parla di qualcosa di oggettivo, si tratta di oggettivare. 4) Esprimere i propri sentimenti: quando non lo facciamo coviamo dentro rabbia ed emozioni negative, siamo sulla difensiva. 5) I messaggi coerenti: ciò che sentiamo corrisponde a ciò che comunichiamo. E tu, quale veleno usi nella tua comunicazione?
da Antonio Quaglietta | Mar 31, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast)
Morte: esperienza di vita Nella diretta Chantal Dejean ha raccontato le sue esperienze tra i mondi sottili. La vita non è solo quello che conosciamo noi. Chantal raccontando la sua esperienza ci apre alla possibilità di comprendere che ci sono altre dimensioni, altri luoghi di coscienza, delle realtà più sottili. Anche la materia non è solo quella che conosciamo noi, ma è infinita. Ciò che cambia è la frequenza e le vibrazioni di cui siamo consapevoli. Noi siamo esseri multidimensionali e siamo chiamati a compiere il nostro viaggio di conoscenza di noi stessi, come parte del tutto, e dello scopo del nostro viaggio: conoscere il nostro potenziale interiore e svilupparlo. Tutto ciò che esiste è a servizio della nostra coscienza. Anche nell’aldilà continuiamo a conoscere se stessi e chi siamo. Cosa cambia quando ci apriamo alla possibilità di scoprire la Vita a diversi livelli?
da Antonio Quaglietta | Mar 31, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Cosa è la leggerezza? Che vantaggi ha? Come possiamo praticare la leggerezza? Spesso diamo un accezione negativa alla leggerezza, poiché la confondiamo con la spensieratezza e la superficialità. La spensieratezza è un atteggiamento infantile di evitamento della vita. La superficialità è guardare le cose solo in superficie, senza mai approfondire. La leggerezza è invece un atteggiamento che ci permette di prendere con calma, serenità, la vita, le situazioni, le dinamiche; non si tratta di evitare le situazioni, ma di impedire alla nostra mente di aggiungere il suo carico di emozioni poco utili, pensieri disfunzionali e di tutto ciò che peggiora solo la situazione. Il fatto di non essere leggeri determina gran parte del nostro malessere. Non essere leggeri ci rende odiosi a noi stessi e agli altri. Ci impedisce una vita serena, in pace (continuo conflitto interiore), e determina relazioni pesanti. Come facciamo a riconoscere la leggerezza? Eccone alcune componenti principali: • Semplificare: è rimanere sui dati di realtà, su ciò che sta accadendo, senza aggiungere pensieri, deduzioni, significati, etc. • Coltivare la pace: la leggerezza garantisce la pace e nasce dalla pace; ci aiuta a superare i conflitti interni • Stare sui dati di realtà: • Sperare: è il contrario della disperazione. Si tratta si sapere che le cose andranno come andranno e che in qualche modo le affronteremo. La qualità che ci tiene in vita. Se ci abbandoniamo al pensiero catastrofico ci deprimiamo. • Focalizzare l’impermanenza: tutto passa, ogni cosa è impermanente. Spesso però ci sono delle ombre che ci impediscono di vivere con leggerezza, ci sono veri e propri fantasmi della mente: • rimuginio: catena incontrollata di pensieri negativi e catastrofici. • Personalizzazione: riferire ogni cosa che accade a se stessi dandosene la colpa • Preoccupazione: vedere prima problemi che non esistono • Pretesa: pretendere che le cose siano diverse da come sono • Pensiero ossessivo: fissarsi sui particolari, è il contrario della semplificazione, guarda al singolo dettaglio. Quando ritorniamo presenti i fantasmi vanno via, li vediamo per quelli che sono cioè dei fantasmi. Quando torniamo presenti smettiamo di identificarci. Vivere con leggerezza ci dà tra l’altro grandi vantaggi: • riduce lo stress: lo stress danneggia tutto il nostro corpo, la mente e l’anima, incide sulla nostra vita…la leggerezza ci salva la vita; • migliora le relazioni: leggerezza è saper sorridere delle cose, sdrammatizzare, ridimensionare; • ci dà capacità di ripresa: quando siamo leggeri, sappiamo che possiamo rialzarci; • accresce fiducia in noi stessi • ci rende flessibili: capacità di adattamento.
da Antonio Quaglietta | Mar 31, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Spesso non siamo in grado di riconoscere il nostro vero valore. Ad impedircelo sono degli errori della nostra mente che generano alcuni tipi di pensieri e comportamenti. E allora come possiamo riconoscere il nostro valore? Per poter percepire il nostro valore è necessario connetterci alla nostra parte più profonda. Spesso incontriamo degli ostacoli nel nostro tentativo di ricerca del nostro valore, che sono il pensiero svalutante e il confronto con il nostro sé ideale o con gli altri. Come possiamo contattare la nostra parte più vera e quindi non aver bisogno di confronti? Non è vincendo il confronto che facciamo il vero passo verso noi stessi. Finchè siamo nel confronto non stiamo contattando il nostro vero valore. Se abbiamo bisogno di essere migliori di qualcuno per darci valore, siamo nel nostro ego. Perché solo l’ego vive di confronti, alimenta proiezioni e si sente separato da tutto. Ma nel confronto si genera uno scontro tra il sé ideale e la realtà. Spesso c’è un conflitto tra le nostri parti interne, che hanno bisogni propri e specifici e che vogliono soddisfare. Cosa possiamo fare? Una negoziazione tra le parti, ovvero fare dialogare queste parti, sentire le ragioni di ognuna, integrandole in modo armonico.
da Antonio Quaglietta | Mar 31, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Riconoscere il nostro valore è fondamentale per poter avere il giusto equilibrio. Spesso però non siamo capaci di vedere qual è il nostro vero valore. Cosa ci impedisce di farlo? Degli errori sistematici della nostra mente. Si tratta di errori per lo più inconsapevoli, che nascono tutti da alcuni tipi di pensieri che possiamo classificare così: • pensiero negativo: ci concentriamo più su ciò che non va; il pensiero non è mai neutro. Quando ci concentriamo solo sul pensiero negativo produciamo un effetto di svalutazione. • pensiero catastrofico: il pensiero catastrofico è un’esagerazione del pensiero negativo; consiste nell’ esasperare le conseguenze e i tratti negativi di un’esperienza. • pensiero generalizzato: una cosa piccola diventa tutto ciò che io sono. Passiamo da quello che facciamo a chi siamo. • pensiero dicotomico o polarizzato: è il nucleo del malessere poichè polarizziamo e separiamo. • pensiero distorto: è un tipo di pensiero non aderente ai dati di realtà. Esasperiamo i dati e distorciamo la percezione. Oltre al pensiero, c’è un comportamento che mettiamo in atto che peggiora l’idea che abbiamo di noi stessi: il confronto. Ci confrontiamo con * il sè ideale: come dovrei/vorrei essere (avrei dovuto/sarei dovuto) e come vogliono che io sia * l’altro: quando ci confrontiamo con gli altri prendiamo il meglio di ognuno e ci confrontiamo con il loro sé ideale. E da questo tipo di confronto ne usciamo sempre sconfitti. Il vero Valore ce lo ricaviamo se c’è connessione al nostro sé superiore. Come possiamo connetterci? Attraverso: • apprezzamento, • umiltà: capire qual è il proprio posto nel mondo e starci bene; • leggerezza • condivisione: stiamo condividendo? • Dono: stiamo donando qualcosa di noi stessi all’altro? • Contributo: stiamo contribuendo al mondo?
da Antonio Quaglietta | Mar 31, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), relazioni (poscast)
Viviamo in una società in cui siamo sempre più isolati per una serie di fattori. Le relazioni sono cambiate e si stanno sgretolando e stanno assumendo nuove forme. Come si inserisce in questo contesto la solitudine? Che cosa è la solitudine? Spesso banalizziamo il concetto della solitudine con l’assenza di persone vicino a noi. In realtà la solitudine è altro. Infatti ci sono momenti in cui siamo in mezzo a tante persone, ma ci sentiamo soli e ci sono altre volte in cui non c’è nessuno intorno a noi e non percepiamo il senso di solitudine. Non dipende dall’esterno. La solitudine è una sensazione, è un senso di isolamento. È il senso di mancata connessione. Cosa ci fa sentire soli? 1) Convinzione: nessuno mi ama…è una delle prime cose che ci fa sentire soli. Se e quando diamo valore a questo pensiero ci sentiamo soli. Se crediamo al pensiero, questo si trasforma nella sensazione che proviamo. Ogni dato che ci arriva contrario alla convinzione viene smentito. 2) Sensazione: nessuno mi capisce…proviamo la sensazione di incomprensione e la solitudine che deriva dal non sentirsi compresi. 3) Fissazione su una persona…spesso cadiamo in questa dinamica: mi sento solo perché non c’è una persona specifica. Ma questa è una visione ristretta. 4) Paura del contatto intimo: c’è una lotta principale in ognuno di noi, una lotta tra due paure che si equivalgono e se non l’affrontiamo ci paralizza la vita: paura della solitudine e paura del contatto intimo. Intimità è mostrarsi all’altro, conoscersi e mostrarsi a se stesso. La paura della solitudine produce il falso amore, ovvero crea dipendenza. La paura del contatto intimo produce il senso di solitudine. In questo conflitto si crea un loop. Se non lo spezziamo diventa irrisolvibile. Il problema non è la solitudine, ma la paura della solitudine.
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