da Antonio Quaglietta | Gen 25, 2021 | Podcast, mente (podcast), relazioni (poscast)
Cosa è il dovere? Cosa vuol dire andare oltre il dovere? Come si arriva a ciò che si vuole? Devo e voglio non sono semplici parole. Sono delle categorie mentali. Per questo sono così potenti. I nostri devo sono delle vere e proprie regole che si celano dietro i nostri NON POSSO: abbiamo una serie di divieti, a causa dei quali ci impediamo di vivere determinare esperienze. Le regole, però, ci servono per vivere insieme agli altri e per vivere, in generale. Per questo abbiamo interiorizzato dei devo nel corso della nostra vita: per poter stare nel mondo. Col tempo, però, siamo rimasti schiacciati dal dovere. I doveri che ci imponiamo possono oscillare tra il dovere più superficiale (devo stirare, devo fare la spesa, etc.) e i devo che possiamo definire ‘nucleari’ (devo stare bene, devo capire, devo essere forte, devo piacere agli altri, etc.). Le doverizzazioni che ci imponiamo creano la realtà che viviamo. Tutt’altra categoria è quella del VOGLIO. Cosa possiamo fare per andare oltre il dovere e arrivare al voglio? Innanzitutto, iniziare a vedere quanti devo abbiamo dentro. E distinguerli dai voglio. E iniziamo a vedere cosa produce un DEVO e cosa produce un VOGLIO. Cosa produce il DEVO? – Fissità e blocco: restiamo fermi: energia bloccata – Obbligo: ci sentiamo obbligati a ‘rispondere’ al comando del devo – Mancanza di volontà: lo faccio perché ‘sono costretto’ – Mancanza di responsabilità: sono inconsapevole – Mancanza di libertà: non vedo possibilità – Rabbia: sensazione di subire e di ingiustizia Cosa produce il VOGLIO? – Movimento/cambiamento: sblocco dell’energia – Motivazione: stimolo all’azione – Aumento del potere/possibilità: capacità di vedere e trovare nuove soluzioni – Scelta: rinforzo della volontà – Libertà: conquista della responsabilità – Gioia: più libertà, più possibilità, più responsabilità In questo modo, guardandone gli effetti, possiamo distinguere i devo dai voglio e possiamo chiederci, per ogni devo che individuiamo: chi o cosa mi obbliga a farlo? Diamoci il permesso di sentire le emozioni che emergono e di attraversarle. Faremo, in questo modo, un nuovo passo verso la scelta, ovvero verso la libertà. E impareremo, finalmente, a trovare ciò che vogliamo. E tu, hai trovato ciò che vuoi?
da Antonio Quaglietta | Gen 25, 2021 | Podcast, relazioni (poscast)
Molto spesso ci troviamo a vedere e a sentire in alcune situazioni specifiche degli impedimenti ambientali a realizzare ciò che desideriamo, ovvero sentiamo che qualcuno o qualcosa ci impedisce di essere felice, raggiungere gli obiettivi, etc. In realtà, siamo nella totale inconsapevolezza del fatto che siamo noi stessi a mettere dei divieti inconsci, e quindi potentissimi, alla realizzazione di ciò che vogliamo. In questo modo, però, cediamo tutto il potere sulla nostra vita agli altri, sui quali scarichiamo anche le nostre responsabilità. Diamo potere e responsabilità agli altri della nostra vita. Che possiamo fare per riprendere il nostro potere, in termini di possibilità, e la nostra responsabilità? Possiamo partire da questa considerazione principale: se non ti dai il permesso, ti neghi la possibilità di viverlo. Cosa significa? Che se non siamo noi in prima persona a darci il permesso rispetto a qualcosa, non avremo mai la possibilità di vivere quello che ci neghiamo. E, in aggiunta, scaricheremo la responsabilità a qualcun’altro di questa mancanza. Il primo passo è riconoscere e portare a coscienza quali sono i nostri NON POSSO. Quindi, vedere in che modo possiamo modificare questi divieti in permessi, in POSSO. Ognuno di noi ha i suoi impedimenti, dovuti senza dubbio alle proprie esperienze, alla propria storia; ognuno, quindi, se vuole crescere ed evolvere,dovrà lavorare proprio su questi divieti, sulle proprie regole, per imparare a darsi i permessi, quelle autorizzazioni che sbloccano le situazioni in cui siamo incastrati e che ci procurano molta sofferenza. Tra i divieti più frequenti troviamo: NON POSSO SBAGLIARE NON POSSO SENTIRE NON POSSO CAMBIARE NON POSSO LASCIARE ANDARE. Dietro questi impedimenti, questi divieti ci sono una serie inganni che ci fanno rimanere bloccati. Per riuscire ad andare oltre il blocco, è necessario iniziare a darsi i permessi adeguati. Alcuni permessi nucleari, che ci riguardano nel profondo sono: POSSO ESISTERE POSSO ESSERE ME STESSO POSSO STARE BENE POSSO ESSERE INTIMO POSSO CRESCERE Non c’è niente di scontato e banale in questi permessi, poichè toccano il nostro nucleo profondo e non è così semplice darsi i permessi. Possiamo iniziare, però, questo lavoro di consapevolezza, partendo da uno stato meditativo, ricercando i nostri divieti e modificando il nostro linguaggio, dandoci i permessi che finora ci siamo negati. E ricorda: se non TI dai il permesso, ti neghi la possibilità di viverlo.
da Antonio Quaglietta | Gen 25, 2021 | Podcast, mente (podcast)
Spesso, nelle relazioni finiamo per provare rabbia e non sappiamo perché, allo stesso tempo abbiamo degli obiettivi ma non riusciamo a raggiungerli. Cosa hanno in comune queste due dinamiche? La paura, l’emozione che ci frena. Da dove nasce quella paura e come precisamente ci ostacola? La paura è spesso generata dalle nostre convinzioni limitanti. Cerchiamo di comprendere questa dinamica in questa puntata.
da Antonio Quaglietta | Gen 25, 2021 | Podcast, relazioni (poscast)
Cosa si nasconde di dannoso dietro gli obiettivi? Se partiamo da una distinzione, o meglio, un’opposizione dualistica tra obiettivi ‘buoni’ o obiettivi ‘cattivi’ avremo una visione separativa, una visione o//o. Quello che possiamo fare quando ci poniamo degli obiettivi, è chiederci cosa ci fa bene e cosa ci fa male. Ma cosa è un obiettivo? Un obiettivo è qualcosa che non abbiamo e vogliamo raggiungere; può essere relativo all’imparare qualcosa, voler costruire una relazione, o anche semplicemente qualcosa che sia legato ad un oggetto. Un obiettivo è qualcosa a cui tendiamo. Il fatto che non abbiamo qualcosa, che sentiamo che ci manca qualcosa, però, può essere affrontato con due atteggiamenti differenti: o possiamo concentrare tutta la nostra attenzione su ciò che ci manca e vivere questa mancanza con frustrazione e, quindi, rabbia, fissandoci nell’ego, oppure possiamo ancorarci all’anima e quindi al momento presente vivendo la mancanza a partire dall’accettazione. Nel primo caso avremo quelli che possiamo definire EGOBIETTIVI, le cui caratteristiche sono: *mancanza; *paura; *illusione; *competizione; *dipendenza. Nel secondo caso impareremo a definire gli ANIMAOBIETTIVI, che hanno come caratteristiche: *presenza; *accettazione; *voglia di esprimersi; *dono e contributo; *gioia. E tu, con quale atteggiamento ti approcci ai tuoi obiettivi? Fammi sapere nei commenti, Antonio
da Antonio Quaglietta | Gen 25, 2021 | Podcast, emozioni (posdcast)
Cosa è il silenzio? Qual è il potere del silenzio? Cosa significa fare silenzio interno? Quali sono le emozioni, le sensazioni e le difficoltà legate al silenzio? In che modo possiamo imparare a sprigionare il potere del silenzio? Il silenzio ha diverse sfaccettature e tanti significati diversi, a seconda del modo in cui utilizziamo il silenzio. A volte lo subiamo, a volte lo creiamo, a volte abbiamo paura del silenzio. Quando facciamo silenzio, ci accorgiamo che evoca tante sensazioni, riflessioni ed esperienze, ma, soprattutto, possiamo renderci conto che crea un vero e proprio spazio e luogo suoi: lo spazio del silenzio ed il luogo del silenzio sono una dimensione profonda, di ricerca, di ascolto, di comunicazione profonda con noi stessi stessi. Cosa è il silenzio dentro di noi? Cosa è nella relazione? Qual è la nostra relazione col silenzio?
da Antonio Quaglietta | Nov 6, 2020 | Podcast, relazioni (poscast), struttura dell’amore (posdcast)
Ego e anima. Due facce della stessa medaglia. Cosa vuol dire che l’ego non si racconta, ma l’anima si? Cosa è l’ego? Cosa è l’anima? Cosa fa l’ego? Cosa fa l’anima? Le relazioni sono uno specchio e ci permettono di conoscere meglio noi stessi e l’altro. Per vivere la relazione come spazio di crescita, dobbiamo, però, essere disposti a parlare di noi, lasciando che l’altro veda delle parti di noi, ben oltre le parole che diciamo. Ego e anima utilizzano però due linguaggi diversi. Il linguaggio dell’ego è un linguaggio infantile. il linguaggio dell’anima è un linguaggio maturo, che parte dal profondo e arriva al profondo. E’ un linguaggio di un’anima che comunica con un’altra anima, che si racconta, appunto. Come possiamo distinguere ego e anima? Il nostro ego erige barriere e muri, vive di paura di mostrarsi e di aprirsi. Quando lo ascoltiamo, la relazione diventa un ring in cui o ci difendiamo o attacchiamo. Come possiamo riconoscere l’ego? Quindi, vivendo di paura, l’ego personalizza, compete e sente il giudizio (e giudica). Per questo, si nasconde; e non si racconta. Non può farlo. C’è però un’altra parte di noi, più profonda e viva, l’ anima, che vive di connessione, di apertura, di autenticità e di amore. Sentirsi connessi e aperti è vitale per la nostra anima; la sua aspirazione massima è la relazione di amore. Come possiamo riconoscere l’anima? L’anima vive le emozioni, ascolta, conosce e cerca feedback. L’anima si racconta e ha bisogno di raccontarsi. Ricorda: l’ego non si racconta, l’anima si. Tu, quanto spazio dai alla tua anima, permettendole di raccontarsi?
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