da Antonio Quaglietta | Lug 11, 2024 | Podcast, emozioni (posdcast), relazioni (poscast)
Svelare il sé inferiore: paura, orgoglio e volontà egoica Ci sono tre aspetti fondamentali del nostro sé inferiore: la paura, la volontà egoica e orgoglio. Dal Sentiero di Eva Pierrakos: lezione 30 (https://pathwork-ilsentiero.com/wp-co…) Cosa è il sé inferiore? È il sé cieco che agisce in base agli impulsi. Non tiene conto né delle conseguenze che le azioni possono avere su noi, nè sugli altri e neanche sul mondo esterno. La prima forza distruttiva è la paura: un essere umano se non avesse la paura utile come emozione di base morirebbe; ma spesso noi proviamo la paura come forza distruttiva e la proviamo quando questa contrasta la fiducia, la fede nella vita. Quando abbiamo paura ci aggrappiamo all’illusione di controllo. Lo facciamo attraverso due forze: la volontà egoica e l’orgoglio. Per controllare, quindi, alimentiamo la volontà egoica, questa forza cieca che ci spinge ad imporre il potere e la nostra soddisfazione personale sugli altri. La volontà egoica si appoggia sull’orgoglio, che è il sentimento di superiorità verso gli altri. Orgoglio e volontà egoica si alimentano a vicenda. Queste tre forze sono sempre presenti. Dobbiamo affrontare le paure nucleari perché altrimenti si attivano volontà egoica e orgoglio. E questo ci fa sentire sbagliati. In questo modo si attiva il nostro giudice interno. Queste tre forze sono la chiave della sopraffazione umana, sono le tre forze più distruttive. Per questo è fondamentale imparare a gestirle. Come si gestiscono? Innanzitutto, bisogna riconoscerle.
da Antonio Quaglietta | Giu 28, 2024 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Se esiste un aldilà, come è fatto? Quando descriviamo l’aldilà lo facciamo attraverso il racconto di altri e queste descrizioni sono basate sulla testimonianza coerente e consistente (tutti dicono lo stesso genere di cose) che ci viene da tre gruppi di fonti diverse e indipendenti tra di loro. Le tre categorie sono: • Persone che riportano un’esperienza sul letto di morte prima del decesso. Queste persone hanno una visione nelle 36/24 ore prima del decesso dell’aldilà. Queste sono una momentanea visione di una realtà che non è quella terrena. • Esperienze di premorte: situazioni cliniche in cui non c’è la coscienza, le persone hanno un’esperienza comune tra individui molto diversi e formano ricordi molto lunghi e hanno percezioni veridiche dell’ambiente da un punto di vista esterno al corpo e mostrano cambiamenti nel comportamento, che si manifesta comune a chi passa attraverso quell’esperienza. Anche queste fonti possono essere considerati attendibili. • I morti, le personalità disincarnate, che continuano ad esistere dopo che il corpo ha smesso di esistere. Possiamo fidarci di queste fonti? Cosa possiamo “farcene” di queste informazioni? Ne abbiamo parlato nel video.
da Antonio Quaglietta | Giu 21, 2024 | Podcast, mente (podcast), relazioni (poscast)
È possibile scegliere la propria vita? La vita è fatta di tante sfumature e, se da una parte c’è subire la vita e dall’altra c’è scegliere, in mezzo ci sono tantissime possibilità. Molto spesso noi sentiamo di subire la vita e viviamo giornate in cui ci sentiamo schiacciati dal fallimento. E ci sembra di cadere nella disperazione. Il modo in cui noi reagiamo ai fatti che accadono determina il modo in cui viviamo la nostra vita. Quindi il primo passo è partire dai fatti, dai dati di realtà Quando noi raccontiamo una storia i dati spesso vengono messi da parte e perdendo il contatto con essi cambia il nostro modo di vedere e quindi di vivere la vita. Infatti quando non viviamo con consapevolezza, la vita sembra imposta da un destino avverso, ma è solo scritta dal nostro inconscio, la parte di noi che ancora non conosciamo. La vita infatti comunque la scegliamo; la domanda da farsi è: chi sta scegliendo? Tu, in modo consapevole o la tua parte inconscia? Quando accresce in noi la consapevolezza cambia il modo in cui guardiamo alle cose che ci accadono. In che modo possiamo crescere in consapevolezza? Possiamo iniziare a meditare quotidianamente su alcuni argomenti ogni giorno per poter fare scelte diverse per la nostra vita.
da Antonio Quaglietta | Giu 14, 2024 | Podcast, mente (podcast), relazioni (poscast), struttura dell’amore (posdcast)
Comunicazione senza giudizio: è possibile? Si può sempre dire tutto? In che modo la comunicazione va utilizzata? Come si può superare il giudizio degli altri? Spesso parliamo del giudizio dal punto di vista di chi è giudicato. Ma qual è il punto di vista di chi giudica? Oggi sembra andare molto di moda la frase “io dico tutto quello che penso”, ma questo implica una grande responsabilità e occorre farsi delle domande. Quando sentiamo la spinta a dire per forza qualcosa, possiamo chiederci: il mio pensiero è giusto? Cosa provoca nell’altro? L’altro è pronto a ricevere il mio pensiero? L’altro ha chiesto un mio pensiero o un giudizio? Le parole sono come un coltello affilato, quindi è necessario saperle usare. Occorre prestare attenzione a come diciamo le cose; non si tratta di mentire ma di maneggiare con cura la nostra comunicazione. La parola è un arma, è una forma di potere. Forse oggi il più grande potere che abbiamo è proprio nella parola, anche attraverso la comunicazione di massa. Quando noi comunichiamo ed esprimiamo un giudizio, di chi è la responsabilità? È di chi giudica o di chi reagisce al giudizio? Ma cosa è il giudizio? Non è dire ciò che si pensa, non ha niente a che vedere la verità. È uno strumento di una nostra parte egoica che non è adulta e vuole eliminare ciò che le ricorda le sue mancanze. Quando siamo pieni interiormente non abbiamo il tempo di giudicare. Il giudizio nasce da una sofferenza interiore. La domanda da farsi quando siamo di fronte al giudizio è: cosa mi spinge al giudizio? Qual è la sofferenza che c’è dietro? Cosa ci manca? Il giudizio è Mancanza di responsabilità nei confronti di ciò che non amiamo di noi stessi. Chiediamoci anche: quando giudichiamo come stiamo? L’energia delle nostre parole prima di arrivare agli altri resta intorno a noi e abita il nostro corpo fisico. Quando noi critichiamo, ci autodistruggiamo, ci facciamo del male da soli. Possiamo, inoltre, chiederci: quando diciamo qualcosa, perché la stiamo dicendo? Approfondiamo, in questo modo, lo scopo della nostra comunicazione.
da Antonio Quaglietta | Mag 31, 2024 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast)
Ognuno di noi custodisce dei desideri nel proprio cuore. È importante, però, saper distinguere tra quelli superficiali e quelli più profondi. Come possiamo identificarli? E come possiamo realizzarli? Innanzitutto bisogna distinguerli. I desideri consapevoli sono quelli a nostra disposizione subito, quelli che sono sotto la nostra gestione. Questo tipo di desideri sono ad un livello superficiale. I desideri superficiali, consci non sono mediati dalla riflessione profonda, dalla consapevolezza; sono risposte immediate a bisogni immediati e superficiali dettati da influenze esterne. Spesso questi desideri si collegano al piacere e alla gratificazione, alla soddisfazione immediata. I desideri profondi, quelli inconsci, rappresentano le nostre aspirazioni più vere, la realizzazione di noi stessi come essere umani; sono quelli che cercano il senso, il significato; quelli che hanno come obiettivo la crescita interiore. Per identificare i nostri desideri abbiamo bisogno di silenzio e del respiro. Quindi si inizia un dialogo interiore. Come riconoscere i desideri? Innanzitutto occorre ascoltarsi e fare memoria delle nostre esperienze vissute. Poi distinguerli in base a cosa ci danno e la durata delle emozioni ad essi legati. I desideri superficiali cerchiamo di soddisfarli o per paura o per condizionamento sociale e producono appagamento temporaneo. I desideri profondi invece producono il vero cambiamento. Qual è il perché dietro i nostri desideri? Perché facciamo quello che facciamo? Qual è il motivo dietro i desideri? Come realizzarli? Può essere utile la meditazione, annotare i propri pensieri, il dialogo interiore consapevole, etc. Quali ostacoli incontriamo? Innanzitutto l’impegno che ci vuole per la ricerca interiore, per la scoperta dei desideri profondi. Il secondo ostacolo sono le convinzioni che abbiamo sulla vita; un altro ostacolo è la paura. Infine bisogna integrarli. Bisogna integrare i propri desideri profondi con quelli più immediati per dare senso alle cose che facciamo.
da Antonio Quaglietta | Mag 24, 2024 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Cosa ci dice la scienza riguardo all’aldilà? È possibile spiegare scientificamente l’esistenza dell’aldilà? Una quantità enorme di evidenze, raccolte per quasi due secoli da alcune delle menti più acute dell’umanità, giustifica una fede razionale in un aldilà. Cosa vuol dire fede razionale? Fede razionale è quella fede non basata su una religione, un libro sacro, cioè non basata sulle parole di altri o su esperienze personali, ma basata sulla conoscenza e sull’esame critico dei fatti. È importante sfidare questi fatti e metterli in discussione per comprendere che la morte del corpo fisico non è la nostra morte. Vi sono una dozzina di aree di evidenza diverse e indipendenti che in maniera coerente puntano verso l’ipotesi della sopravvivenza dopo la morte del corpo fisico e possono interagire con il mondo fisico che hanno lasciato. Quali sono queste aree di evidenza?
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