da Antonio Quaglietta | Mag 17, 2024 | Podcast, relazioni (poscast), struttura dell’amore (posdcast)
Il rispetto è un valore fondamentale per ognuno di noi. Perché per l’essere umano è così importante il rispetto? Il rispetto tocca delle corde profonde in noi, poiché per gli esseri umani l’appartenenza e accettazione nel gruppo è stata una questione di sopravvivenza. Questo però oggi sfocia spesso nella pretesa di rispetto. Ognuno di ha un’idea personale del rispetto e attribuisce ad esso un significato diverso. Ci sono però dei presupposti da cui partire: non ci possiamo fare rispettare da tutti; non possiamo pretendere rispetto; è necessario chiederci perché per noi è così importante e quali corde vengono toccate in noi quando parliamo di rispetto. Quanto siamo reattivi rispetto al rispetto? Dobbiamo distinguere il rispetto dalla paura e dal potere sugli altri. Meno abbiamo autostima e rispetto di noi, più dipenderemo (e pretenderemo) dal rispetto degli altri Ci sono diversi punti che ci consentono di ottenere rispetto dagli altri. Il primo punto da tenere in considerazione è l’autostima. Parte tutto da noi: sei capace di comunicare in maniera assertiva? Sai comunicare i tuoi valori personali? Un altro punto importante è la coerenza. Per poter essere rispettati non basta solo l’assertività, serve anche la coerenza. Un altro elemento è la conoscenza interiore. Quanto conosciamo le nostre emozioni? Il nostro mondo interno? Inoltre vi è l’empatia: sentire il sentire dell’altro, che poi porta all’accettazione delle critiche e dei feedback. Per arrivare a questo è necessaria la resilienza, ossia la capacità di affrontare le prove. E riusciamo ad essere resilienti grazie alla gentilezza, che ci fa rimanere in contatto con i nostri valori personali. Il rispetto inoltre può essere visto sotto un duplice aspetto: Riconoscimento dell’altro (il guardare oltre le apparenze), e auto-rispetto (conoscere e apprezzare i propri valori e restare coerente). Come Ottenere rispetto quindi? Con l’autenticità, con la coerenza e integrità, con empatia e la comprensione. Che devono tradursi in comportamenti specifici.
da Antonio Quaglietta | Mag 10, 2024 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast)
Con un ospite speciale, il Dr. Piero Calvi Parisetti, abbiamo parlato dei poteri della mente e di quanto siano dimostrabili attraverso il metodo scientifico. Cosa può realmente fare la nostra mente? Quali sono le facoltà reali della mente e in che modo possiamo conoscerle e svilupparle? Parlando dei poteri della mente, il primo gradino da cui partire è l’esperienza umana. Le esperienze paranormali sono comunissime. Queste esperienze possono essere spiegate in molti modi diversi. Per comprendere l’evidenza sono necessari gli aneddoti comuni. Come si può dare validità scientifica a questi racconti di esperienze personali? Cosa emerge da queste storie? Che vi sono evidenze scientifiche su alcune facoltà specifiche della mente. La maggior parte di questi testimoni racconta che sembra essere possibile essere coscienti nella mente di un’altra persona quando i canali di contatto con l’altra persona (telepatia). Inoltre risultano evidenti le capacità imprevedibili di essere a conoscenza di avvenimenti che non sono ancora accaduti (precognizione). Ancora risulta essere possibile la visione a distanza, ovvero le cosiddette esperienze fuori dal corpo. Infine è dimostrato che i nostri pensieri, la nostra volontà interagisce con il mondo fisico circostante (psicocinesi). La parapsicologia ha studiato questi fenomeni con i metodi delle scienze naturali. Cosa è emerso? Ne abbiamo parlato nel video!
da Antonio Quaglietta | Apr 26, 2024 | Podcast, mente (podcast), relazioni (poscast)
Nella scorsa diretta (al link https://www.youtube.com/live/iPphg7H8aR0) abbiamo parlato del denaro come simbolo. In questa continuiamo l’approfondimento sulla nostra relazione con il denaro. La nostra relazione con il denaro è complessa e rappresenta uno specchio delle nostre relazioni con noi stessi, con l’altro e con la vita. Ci sono alcuni aspetti importanti per la nostra relazione con il simbolo che il denaro rappresenta. In questa diretta approfondiamo alcuni atteggiamenti che abbiamo con il denaro: l’ avidità, l’avarizia e la gratuità. Avidità vuol dire non averne mai abbastanza, essere costantemente alla ricerca dell’oltre. Noi quanto siamo in grado di stabilire per noi stessi cosa ci rende grati e soddisfatti di ciò che abbiamo? Questo atteggiamento si riflette poi anche nelle relazioni. Interrogarci sull’avidità ci da un indice dell’insoddisfazione cronica; l’avidità determinerà un deterioramento delle relazioni e isolamento sociale. Questo perché si ha una distorsione dei valori. Questo porta, inoltre, ad una compromissione della salute mentale, perché non riusciamo ad apprezzare e ad essere grati. Possiamo chiederci: qual è il mio spazio di avidità? Avarizia è l’incapacità a spendere e a donare, a sfruttare la propria energia. Spesso l’avarizia si riflette anche nelle emozioni e nelle relazioni. Cosa scatena l’avarizia? Paura costante, negazione del piacere a tutti i livelli (chi non è in grado di dare, di darsi ha un problema con il piacere). L’avarizia spesso sfocia in perdita di opportunità e nell’incapacità di lasciarsi andare e nella mancanza di fiducia. La gratuità porta le relazioni ad un livello nettamente superiore. La gratuità porta alle relazioni d’amore. Quello che manca nelle relazioni vere, sane e nutrienti è la logica contrattuale. Sono relazioni gratuite. La gratuità è l’inizio dell’amore. La gratuità presuppone trasparenza ed educazione, cioè cerco di tirare fuori il meglio dall’altro. La gratuità inoltre crea comunità e ci fa confrontare con le nostre proiezioni, crea relazioni di reciprocità. È il punto di partenza del circolo dell’amore, che genera responsabilità, reciprocità, comunità e quindi amore. La gratuità però può essere vista anche dal punto di vista egoico. Quali risposte genera in noi? Può esserci una risposta egoica da “furbetto” (è chi si dice: perché dovrei contribuire?), da vittima (non posso contribuire) o l’indignato (come ti permetti di chiedere?). Qual è la tua relazione con il denaro?
da Antonio Quaglietta | Apr 19, 2024 | Podcast, mente (podcast), relazioni (poscast)
Ti sei mai chiesto/a cosa rappresenta il denaro per te? Oltre al suo valore materiale, i soldi sono anche carichi di significati simbolici che riflettono la nostra relazione con noi stessi e con la vita. Infatti la nostra relazione con il denaro può fungere da specchio per la nostra relazione con noi stessi e con il mondo. Il denaro è ha un valore altamente simbolico. È quanto di più ambivalente ci sia. È lo specchio della nostra vita. Rappresenta, infatti, l’energia, la vita. Possiamo utilizzarlo come arma, come mezzo, come strumento di potere. Insomma è un simbolo a cui attribuiamo una serie di significati. Tra questi, alcuni simboli: • Sicurezza e stabilità: quando ci sentiamo abbastanza sicuri? La misura della nostra sicurezza si può vedere in modo lampante nel nostro rapporto con il denaro. Quando mi sento sicuro? • Potere e controllo: il denaro è anche uno strumento di controllo, anche nelle relazioni. • Status e prestigio: il denaro fornisce anche status e prestigio, cioè lo scopo del denaro diventa quello di dare prestigio o uno specifico status. • Valore personale: Quanto ci riteniamo degni e all’altezza di avere denaro? C’è chi lega il proprio valore all’immagine che da agli altri. Quanto leghiamo ai soldi il nostro valore personale? • Libertà e indipendenza: il denaro è quanto di più contraddittorio ci possa essere, se da un lato lo vediamo come indipendenza e possibilità di fare, in realtà la maggior parte delle persone che dicono questo sono schiavi del denaro. È necessario trovare il giusto equilibrio. • Scarsità e insufficienza: quanto sfruttiamo il denaro per promuovere un atteggiamento lamentoso? Come reagiamo alla mancanza di denaro? Se c’è scarsità, che relazione abbiamo con tutti i simboli visti finora? Alla luce di questi simboli, qual è la tua relazione con il denaro?
da Antonio Quaglietta | Apr 12, 2024 | Podcast, mente (podcast), relazioni (poscast)
Come possiamo gestire l’insoddisfazione? Se gestiamo meglio il nostro mondo interno possiamo gestire meglio anche la nostra insoddisfazione. Una delle fonti dell’insoddisfazione è il confronto. Come possiamo smettere di confrontarci con gli altri? Ci sono due modalità: la prima è scrivere i nostri successi per uscire dall’inferno della mente; la seconda per ridurre il confronto con gli altri è iniziare a praticare la gratitudine e l’apprezzamento. Anche la paura può generare insoddisfazione. Ad esempio la paura di non essere abbastanza, di non essere all’altezza. Queste paure si disintegrano tornando alla realtà, perché queste paure non sono concrete. Inoltre il perfezionismo anche può essere artefice del nostro malessere. Il perfezionismo è il non accettare la possibilità di errore, non il voler fare le cose al meglio. L’imperfezione fa parte di noi, quindi per non essere insoddisfatti è necessario accettarla. L’insoddisfazione però è diversa dalla frustrazione. La frustrazione è mancato raggiungimento di qualcosa di concreto e reale. Mentre l’insoddisfazione è quella sensazione di non avere o di non essere abbastanza, è mancato apprezzamento di ciò che si è o che si ha…come se mancasse sempre qualcosa, una sensazione che si radica dentro di noi. Guardare a ciò che manca è utile se si spinge ad agire in qualche modo. L’insoddisfazione serve proprio a ricordarci ciò che manca per poter dare prospettiva e progettualità.
da Antonio Quaglietta | Mar 29, 2024 | Podcast, relazioni (poscast), struttura dell’amore (posdcast)
Come possiamo capire se la nostra coppia “funziona”? Innanzitutto dobbiamo partire dal chiederci: cosa è una coppia? Oggi, nella società attuale, non ci sono più modelli di riferimento e la coppia fa il pendolo tra dipendenza e distacco. Prima, in passato, la coppia era un dovere: l’uomo doveva certe cose, la donna aveva altri doveri. Avevamo una responsabilità ma mancava l’ascolto dei bisogni personali. Oggi è il contrario: portiamo avanti solo bisogni senza volere alcuna responsabilità. Come trovare l’equilibrio? La coppia, per poter essere una coppia adulta, dovrebbe essere successiva all’aver ritrovato noi stessi. Questo implica adultità nella coppia: riconoscere i propri i bisogni, le proprie mancanze e occuparsi e gestire tutto questo. Solo in questo caso riusciamo a mettere le basi per una coppia che funziona. Se non c’è un lavoro personale, parlare di coppia, e di una coppia adulta, è impossibile. La coppia può essere un passo successivo alla conoscenza di sé. Nella coppia abbiamo poi la possibilità di conoscersi meglio e di comprendere meglio se stessi. Se non c’è adultità nella coppia, se non c’è conoscenza di noi stessi , l’altro amplifica il nostro infantilismo. Una regola per far funzionare la coppia è prendere la consapevolezza che l’altro non ha nessuna responsabilità sulla nostra gioia. L’altro ha il compito di risvegliarci per perfezionarci. Non di renderci felici.
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