Episodio 165 – La responsabilità: il vero potere della relazione

Episodio 165 – La responsabilità: il vero potere della relazione

Cosa è la responsabilità e in che modo ci aiuta a costruire relazioni sane? Cosa vuol dire essere responsabili nelle relazioni? Molto spesso subiamo le relazioni, ci lamentiamo di come vanno e pensiamo di non essere parte attiva di quella relazione. Non siamo consapevoli di quanto, invece, i nostri comportamenti, i nostri atteggiamenti influenzino la relazione e contribuiscano a renderla una relazione di un certo tipo, magari proprio di quel tipo di cui ci lamentiamo! Per iniziare a comprendere quale sia la nostra responsabilità in una relazione, possiamo partire da una domanda fondamentale: come percepiamo le relazioni? Per es. percepiamo una distanza e diciamo che è lui/l’altro che si allontana, che è lontano da me? Oppure, percepiamo una eccessiva (per noi) vicinanza e diciamo che è l’altro che ci soffoca? O, ancora, percepiamo che siamo in una posizione down e diciamo che l’altro ci sovrasta, ci domina, non ci rispetta? Questa è passività nelle relazioni. L’altro fa qualcosa, io subisco, o meglio, sento di subire. Ma come è la situazione reale? Nella realtà, le relazioni sono circolari e continue. Tanto io invio verso l’altro, tanto l’altro invia verso di me, in uno scambio, in cui ognuno porta qualcosa all’interno della relazione. Ognuno dà il proprio contributo attivo. Ognuno porta nella relazione i propri bisogni, emozioni, convinzioni, punta l’attenzione su qualcosa di specifico. Lo porta nella relazione e riceve qualcosa. Vivere la relazione attivamente, con responsabilità, cosa significa? Quando ci prendiamo le nostre responsabilità nella relazione, acquisiamo potere, nel senso di possibilità. Prendersi la propria responsabilità porta ad un cambio di paradigma, in cui cominciamo a vedere chiaramente quali siano i frutti dell’inconsapevolezza, della passività. I frutti dell’inconsapevolezza sono: incapacità di vedere soluzioni; il potere-dominio sull’altro, che genera paura; maschera, che si costruisce sull’ignoranza del sé, sul non riconoscere i propri reali bisogni, sulla reattività e sulle convinzioni limitanti; atteggiamenti tossici di lamentela, pretesa e accusa. Questo produce veleno che noi portiamo nelle nostre relazioni. Occorre allora chiedersi: Quale è il nostro ruolo attivo nella relazione?
Episodio 163 – Gli impedimenti all’amore: come riconoscerli?

Episodio 163 – Gli impedimenti all’amore: come riconoscerli?

Perché non riesco ad amare? Che cosa mi impedisce di amare? Di amare pienamente, di amare come vorrei, di amare tutti? Per poter provare a rispondere a queste domande, occorre partire da una considerazione principale: noi funzioniamo in un certo modo, ci muoviamo secondo uno schema ben preciso che parte dal pensiero e ci conduce all’azione. La prima azione è il pensiero: pensiamo qualcosa. In base ai pensieri che abbiamo, proviamo delle emozioni specifiche. A seconda delle emozioni che proviamo, noi avremo un determinato tipo di comportamento, agiremo cioè in certo modo. Quindi, PENSIERO – EMOZIONE – AZIONE. Il nostro pensiero è frutto delle conoscenze che abbiamo, cioè di ciò che conosciamo, che, a sua volta, deriva dalle nostre esperienze. Anche rispetto all’amore, nel corso della nostra vita, abbiamo formulato dei pensieri che ci hanno fatto costruire il “nostro” concetto dell’amore, ovvero le nostre convinzioni sull’amore. E sulla base di questo concetto, di queste convinzioni noi costruiamo gli impedimenti all’amore. in modo nevrotico, confondiamo i falsi bisogni con i veri bisogni, non riuscendo ad arrivare al nucleo di noi stessi e procurandoci una enorme sofferenza. La nevrosi ha la propria radice in bisogni non riconosciuti e non soddisfatti e produce l’ incapacità di rinunciare. questi sono falsi bisogni: se li soddisfo sto male, perché scatta l’autogiudizio, poichè non riesco a rinunciare a questo bisogno. Se non li soddisfo sto male lo stesso, perché sento un senso di vuoto. Sono sostanzialmente in un doppio legame: se faccio in un modo sto male, se faccio l’opposto sto male. In questo atteggiamento nevrotico, vedo solo due possibilità opposte ed entrambe procurano sofferenza. Cosa fare? per prima cosa è necessario individuare i Veri bisogni: quando c’è un vero bisogno se lo soddisfo (cioè non rinuncio al mio bisogno) io sto bene; se non lo soddisfo sto male e provo tristezza. Bisogna partire da questa domanda: quali sono i nostri veri bisogni? Quali sono i veri bisogni? Li riconosciamo perchè è qualcosa che fa stare bene me e le persone intorno a me, è ecologico per me e le mie relazioni. Per individuarli, poiché tendiamo all’amore, possiamo osservare una situazione win –win. Sono bisogni naturali. Il falso bisogno è sempre in una logica di potere: c’è chi vince e chi perde, è competitivo. E’ un bisogno culturale. La lotta è comprendere che qualcosa ci fa male e cercare di agire sul falso bisogno. Vedere che quando sto male se faccio e sto male se non faccio non sono in contatto con i veri bisogni: si tratta di individuare qual è il bisogno profondo. Cosa mi impedisce di amare in questo momento?
Episodio 162 – Relazioniamoci: la meccanica delle relazioni

Episodio 162 – Relazioniamoci: la meccanica delle relazioni

Tutto è relazioni. Risvegliarle, risveglia la nostra vita. In ogni istante della nostra vita siamo in relazione. E le relazioni sono ciò che nutrono il nostro benessere. O il nostro malessere. È da questa semplice e profonda intuizione che è nato il mio metodo: La Meccanica delle Relazioni. Perché ogni relazione ha una struttura ben precisa. Se impariamo a riconoscere e modificare l’equilibrio tra gli elementi che la costituiscono, possiamo costruire relazioni nutrienti e armoniche che risvegliano la nostra vita. Tre sono le relazioni fondamentali con cui ogni essere umano ha a che fare costantemente. La relazione con sé stessi, quella con gli altri e quella con il tempo. Ognuna di queste ha struttura che poggia su quattro pilastri: L’Attenzione, le Emozioni, le Convinzioni e i Bisogni. Conoscerne la meccanica e modificare anche una sola di queste variabili in modo consapevole e funzionale, determina un nuovo equilibrio di tutta la relazione, e quindi della vita. Vediamo nel dettaglio i quattro elementi cardine delle nostre relazioni: *Attenzione: quando focalizzi l’attenzione su un punto, scompare tutto il resto. E quel piccolo punto diventa tutta la tua realtà. *Emozioni: non basta pensare al cambiamento, cambiare davvero significa sentire in modo diverso. *Convinzioni: le relazioni sono solo lo specchio delle tue più nascoste convinzioni. Modifica le convinzioni e avrai nuove relazioni. *Bisogni: solo chi sa riconoscere i propri bisogni non è emotivamente schiavo e può vivere relazioni equilibrate e nutrienti. Ma, in pratica, cosa significa utilizzare la Meccanica delle Relazioni per vivere meglio?
Episodio 161 – Relazioni d’Amore: domande e risposte

Episodio 161 – Relazioni d’Amore: domande e risposte

Quando una relazione può essere considerata una relazione di Amore? Cosa è l’amore? E cosa distingue le relazioni di Amore da quelle che non lo sono? Dialoghiamo, in questo video, con domande e risposte, sul tema fondamentale delle relazioni. Le relazioni sono il cuore della nostra vita. Siamo sempre in relazione con tutto ciò che ci circonda. È fondamentale chiedersi, allora, che tipo di relazioni abbiamo. Le nostre relazioni sono nutrienti? Viviamo relazioni costruttive? Le relazioni che abbiamo sono evolutive? Sono relazioni di Amore? Le relazioni evolutive sono quelle relazioni in cui noi siamo disposti in prima persona a metterci in gioco, a guardare a noi stessi, alle nostre reattività, alle nostre parti egoiche, e abbiamo la voglia di impegnarci a generare dialogo. Stiamo parlando di relazioni di Amore, con la A maiuscola, dell’amore che nasce ed è un bisogno del sè superiore. Quali sono le sue caratteristiche? Innanzitutto è un AMORE che richiede conoscenza, cura responsabilità e dono. L’amore frutto del nostro piccolo ego è, invece, un amore infantile: si basa, infatti, sulle aspettative (non esplicitate), sul potere sull’altro, sul controllo e sul risentimento. Come possiamo sostanzialmente distinguerli? Guardando alla comunicazione, al tipo di comunicazione che utilizziamo. Se parliamo di Amore la comunicazione sarà di questo tipo: è la comunicazione tra chi ascolta, esplicita, parla di sé. Se parliamo di amore, allora la comunicazione sarà egoica: è la comunicazione tra chi accusa, recrimina, chiede la ragione (vuole aver ragione). E’, inoltre, importante considerare che quando siamo in relazione, entrano in gioco sia il nostro se superiore che il nostro ego: si intrecciano tra di loro e si manifestano nella relazione con l’altro, che, a sua volta, entra in relazione con noi con il suo ego e la sua anima intrecciati. Nelle relazioni evolutive, quello che fa la differenza è l’osservazione di questi nostre parti interne che entrano in relazione tra di loro e con l’altro. Osservazione con l’occhio pulito dal giudizio che ci consente di accogliere ed accettare quello che osserviamo, ovvero la parte animica e la parte egoica, mia e dell’altro. E tu, che relazioni hai?
Episodio 160 – Oltre il limite dei difetti

Episodio 160 – Oltre il limite dei difetti

In che modo possiamo superare i nostri difetti? Come possiamo andare oltre il limite che i difetti ci impongono? Ci sono tre difetti principali che ognuno di noi possiede, in quanto essere umano: volontà egoica, orgoglio e paura. Cosa intendiamo per difetti? I difetti sono qualcosa che ci impedisce di vivere pienamente la nostra vita, di realizzare il potenziale che abbiamo dentro di noi. In particolare questi tre difetti principali ci impediscono di star bene e rovinano le nostre relazioni con noi stessi, con gli altri e con Dio. Questi difetti ci impediscono la vita, poiché sono frutto di un pensiero dicotomico e separativo che ci porta a classificare le nostre esperienze in modo escludente e miope: buono o cattivo; piacevole o doloroso, giusto o sbagliato… Per poter iniziare a lavorare sui nostri difetti, è necessario partire dalla considerazione che siamo fatti di parti, ed, in particolare, considerare che abbiamo due parti ben distinte al nostro interno: il sè superiore (o anima) e il sè inferiore (o ego). Sè superiore ed ego lavorano e si comportano secondo due logiche completamente diverse. L’ego basa tutto su una visione dicotomica e separativa e produce permanenza e fissità. L’anima, invece, in una logica unitiva, si basa sull’accettazione dell’impermanenza e sul flusso. La nostra tendenza umana ci porta, secondo una logica prevalentemente egoica, a non voler vedere i nostri difetti: poiché non vogliamo vedere i nostri difetti, tendiamo a coprirli con i nostri meccanismi di difesa e di razionalizzazione e questo complica le nostre relazioni, a partire da quella con noi stessi. Vediamo nel dettaglio questi impedimenti: *La volontà egoica è, sostanzialmente, la pretesa: deve andare come voglio io, solo se andrà così sarò felice. *La paura è l’emozione che spesso si cela dietro altre emozioni che proviamo: paura di scoprire di non valere, di essere sbagliati e cattivi. *L’ orgoglio si concretizza nella testardaggine e piacere di averla vinta, nella logica del potere-dominio. Questi tre difetti non vanno mai da soli e spesso sono nascosti nel nostro inconscio. Cosa possiamo fare per iniziare un percorso di evoluzione e crescita personale? Evitare di nasconderci e di coprire i nostri difetti, a noi e agli altri. In che modo? Mettendoci difronte ai nostri difetti, confrontandoci con i nostri difetti. Quando facciamo questo, possiamo accorgerci di quanto non riusciamo a trovare i nostri difetti, non tanto perchè non ne abbiamo, quanto piuttosto, perchè li copriamo con le nostre resistenze, i nostri meccanismi di difesa ( che ci impediscono di guardarci dentro con onestà). Le nostre difese si concretizzano nella razionalizzazione (trovare la scusa logica a quello che facciamo) e nella proiezione (proiettare sugli altri quello che riguarda noi, prendiamo i tre difetti e li trasferiamo sugli altri). Se togliamo le difese noi vediamo che abbiamo dietro l’ego e anche l’anima. Come si inizia? I tre difetti scatenano sempre le nostre Reazioni Emotive. Quindi il primo passo è individuare le nostre reattività e annotare l’emozione che abbiamo provato e perché la abbiamo provata. Successivamente, in modo onesto verso noi stessi, possiamo analizzare le nostre reazioni emotive alla luce dei tre difetti. Nel senso che guardiamo le nostre pretese (volontà egoica) rispetto alla emozione che stiamo provando; poi cerchiamo la paura dietro alle reattività, e infine, l’orgoglio che emerge.
Episodio 159 – Fiducia: e se comincio a dubitare?

Episodio 159 – Fiducia: e se comincio a dubitare?

Quando parliamo di fiducia, dobbiamo, tra le altre cose, prendere in considerazione una componente fondamentale: il dubbio. Qual è il rapporto tra il dubbio e la fiducia? La fiducia è una condizione interna, che noi rendiamo rara perché cerchiamo di costruirla con qualcosa di esterno. Per questo arriva il dubbio, a minare la nostra fiducia. Dubitare vuol dire mettere in discussione qualcosa che sentiamo come vero; non credere a qualcosa che sentiamo essere una verità, cioè rifiutarsi di credere alla verità. Qui entra in gioco il controllo. Dubitando e cercando di eliminare il dubbio dentro di noi, cerchiamo di mantenere il controllo. Quando abbiamo un dubbio, infatti, cerchiamo dei dati che possano eliminarlo e fornirci la certezza per uscire dal dubbio. In realtà, più cerchiamo certezze più si alimenta il dubbio. La certezza non ce l’avremo mai. Perché proviamo a risolvere con dati esterni qualcosa che è interno. Il dubbio utile è quello su cui possiamo agire e intervenire. Quando possiamo verificare, dare una risposta veritiera e possiamo agire sul dubbio in modo concreto. Il dubbio inutile invece no. Più cerchiamo di risolvere il dubbio, più lo alimentiamo e proviamo paura, ansia e preoccupazione. La convinzione di fondo che c’è dietro al dubbio è che potrò fidarmi solo quando non avrò più dubbi e, viceversa, non avrò più dubbi quando potrò fidarmi. Ed è per questo che nelle relazioni la situazione si complica: perché nella relazione, se dubito cercherò conferme dall’altro, minando le basi della fiducia. Cosa possiamo fare, allora? Possiamo partire dal chiederci: che relazione abbiamo noi con il dubbio? Poiché è impossibile eliminare i dubbi, possiamo intervenire sul come noi siamo in relazione col dubbio, con le emozioni legate al dubbio, con i bisogni che ci sono dietro, nella consapevolezza che i dubbi vengono dal nostro sé inferiore, dal nostro ego, mentre la fiducia viene dal sé superiore, dall’anima. E tu, che relazione hai con il dubbio?