Episodio 267 – Oltre l’inconsapevolezza. Scopri i modi in cui cancelliamo la realtà e come rimediare

Episodio 267 – Oltre l’inconsapevolezza. Scopri i modi in cui cancelliamo la realtà e come rimediare

Oltre l’inconsapevolezza. Scopri i modi in cui cancelliamo la realtà e come riscrivere la nostra storia La sofferenza umana è dovuta alle immagini che ci facciamo della realtà. Infatti non è la realtà a farci soffrire, ma ciò che scegliamo di vedere di essa. Quello da cui è importante partire è la consapevolezza del fatto che noi non possiamo mai prendere tutti i dati di realtà, ma ne abbiamo sempre una rappresentazione. Cancelliamo sempre qualcosa. Alcune cancellazioni sono utili e funzionali. Altre però sono dannose e ci provocano sofferenza. Quali sono le cancellazioni che ci fanno soffrire maggiormente? • Giudizio assoluto: spesso abbiamo bisogno di spaccare la realtà in due, di dividere in buoni o cattivi, bianco o nero… questa non è la realtà, ma l’ immagine che noi ci siamo fatti della realtà. Quando ci sentiamo colpiti, feriti tendiamo a formulare giudizi assoluti. • Ignoranza selettiva: vuol dire attaccarsi solo a delle informazioni, a quelle che ci confermano, a ciò che già pensiamo (bias della conferma); quando abbiamo convinzioni, ignoriamo in modo selettivo ciò che non ci conferma. • Generalizzazione: avviene quando rendiamo la parte il tutto. • Identificazione: avviene quando ci identifichiamo in un ruolo e cancelliamo altre parti di noi. • Cecità sui bisogni: non conosciamo i nostri bisogni; ci nascondiamo i nostri bisogni e le nostre esigenze e lo facciamo anche con gli altri. Quando non conosciamo i nostri bisogni , ci allontaniamo da noi stessi Cosa si può fare? Con i giudizi assoluti si può fare una pratica di consapevolezza: quando esprimiamo giudizi assoluti, possiamo trovare almeno tre cose che smentiscano il nostro giudizio. Bisogna mettere il giudizio alla prova della realtà. E la realtà vince sempre. Con l’ignoranza selettiva possiamo fare questo: quando vediamo che tutto mi conferma quello che penso, dobbiamo chiederci cosa non stiamo vedendo, quale aspetto abbiamo cancellato. Con la generalizzazione dobbiamo tornare all’evento, alla situazione, all’esperienza che abbiamo vissuto; dobbiamo risalire all’esperienza di partenza. Con l’identificazione dobbiamo chiederci: sono solo questo? Ed individuiamo anche le parti che non vediamo. Con la cecità sui bisogni possiamo chiederci di cosa abbiamo bisogno davvero. E ricercare i nostri veri bisogni e trovare modi di soddisfare i nostri bisogni.
Episodio 266 – Meditazione quotidiana: crea presenza in ogni cosa che fai!

Episodio 266 – Meditazione quotidiana: crea presenza in ogni cosa che fai!

Con Fabrizio Giuliani, maestro di meditazione, abbiamo parlato della pratica nella vita quotidiana. La meditazione ha benefici notevoli ormai noti e riconosciuti a diversi livelli. Ma come si fa a coltivare la presenza con la meditazione? E’ possibile farlo nelle attività che svolgiamo durante le nostre giornate? Spesso ci approcciamo alla pratica formale come se fosse la panacea di tutti i mali, la risoluzione ai nostri problemi. E quando pratichiamo magari stiamo anche meglio. Ma poi, cosa accade nella quotidianità delle nostre vite? Per poter praticare nella quotidianità è necessario aprire il cuore e la mente ad un’esperienza diversa. Occorre prestare attenzione ad ogni cosa che facciamo. Mindfulness è proprio non dimenticare, non dimenticare di essere presente, di prestare attenzione a quello che stiamo facendo. Certamente la pratica formale è utile per allenare il muscolo dell’attenzione, ma durante la giornata dobbiamo ricordarci di non dimenticare. Mindfulness è infatti la capacità di osservare quello che succede senza giudizio. La consapevolezza è come uno specchio: riflette quello che sta succedendo; è importante fare la pratica formale, ma è importante anche portarla nella vita di tutti i giorni. Questo significa: fai quello che stai facendo. Non è importante cosa stai osservando, ma l’importante è osservare. Fare tutto con presenza. Questo cambia anche le relazioni tra le persone. Spesso noi ci distraiamo pensando a quello che dobbiamo rispondere e non a quello che gli altri dicono. Ma se riusciamo a prestare attenzione, cambiano le nostre risposte. E quindi le nostre relazioni. Perché cambia la presenza nella relazione. Quando usciamo dall’inferno della mente permettiamo alla vita di fluire. La vita si vive nella pratica quotidiana. Crea la tua presenza e fammi sapere cosa cambia quando vivi il quotidiano nella presenza.
Episodio 265 – Relazioni felici in pratica: come costruire legami sani e nutrienti

Episodio 265 – Relazioni felici in pratica: come costruire legami sani e nutrienti

Come costruire le buone relazioni? Quali sono i punti fondamentali per riconoscerle? La relazione autentica non è misurata dal tempo trascorso insieme, ma dalla profondità dell’eco che lascia nell’anima. Per poter fare una valutazione rispetto alle nostre relazioni, se siano sane e nutrienti o tossiche e distruttive, il primo elemento da tenere in considerazione è comprendere quale parte di noi compie questa valutazione, cioè se è il nostro ego o la nostra parte adulta e animica. L’ ego ha i suoi criteri per dire che una relazione è sana che sono semplici, ma che non ci consentono di stare bene davvero, in quanto prevalentemente basati su pretese. Quali sono i criteri dell’anima? Che cosa è che ci fa stare bene davvero? Una relazione sana ha bisogno di connessione emotiva. In cosa consiste la connessione emotiva? Eccone i punti principali: • comprensione reciproca, ovvero la capacità di esprimere i propri sentimenti cercando di farsi comprendere dall’altra persona e di ascoltare i sentimenti degli altri; • apertura emotiva: capacità di mostrare le proprie emozioni, nonostante il timore del giudizio; • curiosità verso l’altro: cioè avere attenzione e desiderio a conoscere l’altro; • benessere condiviso: stiamo bene quando stiamo insieme? • Apprendimento condiviso: quanto andiamo avanti insieme? quanto cresciamo insieme? C’è scambio? • Presenza interiorizzata: sentire che dentro abbiamo le persone a cui vogliamo bene, anche quando non sono fisicamente con noi. Ma come si fa ad arrivare a questo livello di connessione emotiva? • Dialogo sincero: io sento…io penso… • Essere veri: mostrarsi per ciò che siamo, ciò che sentiamo, ciò che pensiamo…significa non fingere • Empatia attiva: mi impegno attivamente a sentire e capire come sta l’altro • Momenti condivisi: momenti in cui si vive davvero un’esperienza insieme • Fiducia condivisa: la possibilità di fidarsi dell’altro; • Rispetto dell’alterità: valorizzare e accettare le peculiarità dell’altro e comprendere che l’altro sente in modo diverso da me, pensa, crede, agisce in modo diverso da me e questo va rispettato. • Dedizione alla relazione: mettere impegno, energia e voglia in una relazione.
Episodio 264 – 5 tipi di cambiamento nella vita: scopri il tuo e come gestirlo

Episodio 264 – 5 tipi di cambiamento nella vita: scopri il tuo e come gestirlo

Il cambiamento è una costante nella nostra vita: cambiare è inevitabile e necessario. Spesso però il cambiamento ci spaventa, anche perché non ne conosciamo le caratteristiche e la tipologia. Solo conoscendo quale tipo di cambiamento stiamo vivendo possiamo gestirlo al meglio. Vediamo insieme i 5 tipi di cambiamento: 1) Cambiamento incrementale: è un cambiamento che va fatto un passo alla volta. È un cambiamento che riguarda soprattutto le nuove abilità da apprendere. Si tratta di fare piccoli passi continui nel tempo. La costanza è l’elemento cruciale. Tra i vantaggi c’è che è facile da gestire ed è meno stressante e consente di adattarsi gradualmente. Tra i contro c’è il fatto che è necessario più tempo per vedere i risultati. Cosa possiamo fare? Riserviamo 10 minuti al giorno da dedicare a ciò che vogliamo cambiare. 2) Cambiamento a valanga: è il cambiamento dovuto ad un unico passo grande ed importante che scatena tanti altri cambiamenti. Tra i vantaggi ci sono i risultati raggiunti in modo rapido e il fatto che produce trasformazioni profonde. Tra i contro potrebbe esserci lo stress e la fatica di questo tipo di cambiamento. Cosa fare? Prendersi del tempo per riflettere prima di prendere decisioni impulsive. 3) Cambiamento per insight: è una vera e propria rivelazione e deriva da tutto ciò che l’inconscio ha già dentro di sé. Proprio per questo è più potente. È una rivelazione che porta un cambiamento. Tra i vantaggi c’è il fatto che è motivato da una profonda comprensione. Tra i contro c’è il fatto che può essere inaspettato. Cosa fare? Possiamo tenere un diario per non ignorare le intuizioni e le riflessioni che ci vengono in mente. Scrivere le intuizioni ci fa capire che magari ritornano nel tempo o se sono state solo un pensiero del momento. 4) Forzato: è quel cambiamento che non dipende da noi, arriva e lo dobbiamo accettare. Tra i pro c’è che può portare nuove opportunità ed evoluzione e crescita personale. Tra i contro c’è che è difficile da accettare e gestire. Cosa fare? Possiamo prepararci ed essere pronti, creando una rete di supporto e creando risorse, allenando la pazienza. 5) Cambiamento evolutivo: è un tipo di cambiamento naturale perché rispecchia delle fasi della nostra esistenza, che noi spesso possiamo ostacolare. Tra i vantaggi c’è che fa parte del processo naturale di crescita e di evoluzione. Tra i contro c’è l’incertezza che porta con sé e le sfide che ne derivano. Cosa fare? Abbracciare ogni fase della vita e cercare di imparare da ogni esperienza. Un elemento da tenere in considerazione quando parliamo di cambiamento è che è inevitabile e porta sempre con sé una buona dose di resistenze e di paura, legate appunto al timore di cambiare. Ma partendo da questa consapevolezza possiamo procedere nella nostra vita gestendo anche le nostre resistenze e paure.
Episodio 260 – Cambiare per crescere: i passi del cambiamento personale

Episodio 260 – Cambiare per crescere: i passi del cambiamento personale

Spesso nonostante la ricerca frenetica per raggiungere un obiettivo specifico, per avare un cambiamento, bastano poche cose, semplici, ma vanno applicate. San Francesco dice: cominciate col fare ciò che necessario, poi ciò che è possibile, e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile. Il punto di partenza per avere un cambiamento dunque è fare ciò che è necessario. Cosa è il necessario? 1) L’auto-osservazione: cosa accade dentro di me? Questo toglie ogni forma di personalizzazione. Nel fare questo spesso commettiamo degli errori: il primo errore è osservare per cambiare (quando osserviamo dobbiamo osservare per osservare, ci immergiamo nella realtà osservandola); un altro errore è conoscere se stessi (scambiamo per giudicare se stessi: se mi osservo per avere l’ultima verità su me stesso perdo di vista che sono un divenire costante); un altro errore è provare a fare la media matematica: spesso ci osserviamo per fare la media matematica…ci valutiamo e poi facciamo una media tra i “voti” che ci diamo. Quando ci ascoltiamo mettiamo più armonia dentro di noi. 2) Non giudizio: quando siamo nel come dovremmo essere, siamo nel conflitto, nella condanna. Non possiamo cambiare fintanto che ci giudichiamo. Ci vuole onestà e coraggio per osservare senza giudicare. 3) Volontà: impegno, sforzo e pratica: ci vuole impegno, anche di non intervenire, per restare nell’osservazione; ci vuole sforzo, perché potrebbe essere faticoso restare nell’osservazione; pratica perché bisogna allenarsi ad osservare. 4) Costanza: smetterla di chiedersi qual è il passo successivo, perché la vita è un alternarsi continuo e armonioso. La mente, invece, è tarata così, su queste domande: • chi voglio apparire? • Chi devo essere? • Chi voglio essere? E alla fine osserviamo chi siamo…lo lasciamo sempre in ultimo piano. Quanta energia spendiamo per sembrare chi non siamo? Mettersi di fronte a se stessi è difficile, ma è liberante. Vuol dire scoprire la verità di se stessi e la verità rende liberi. Il cambiamento, in questo senso, non è la finalità, ma avviene e basta.