da Antonio Quaglietta | Mar 31, 2023 | Podcast, emozioni (posdcast), mente (podcast), relazioni (poscast), struttura dell’amore (posdcast)
Il viaggio dell’Anima Quando comincia la Vita? E quando finisce? Qual è il nostro scopo? Attraverso il racconto della sua particolare esperienza, Chantal Dejean ci ha illustrato il viaggio che l’Anima compie durante la sua esistenza. Molto spesso ci troviamo a vivere una vita in modalità sopravvivenza: arranchiamo cercando di arrivare a fine giornata. Ma la Vita è tutt’altro. Essere vivi vuol dire essere un tutt’uno con la Vita e la Vita crea, è flusso ed impermanenza; si rinnova costantemente. Vivere è mettersi in gioco anche quando abbiamo una certezza. Le nostre paure ci portano invece a fossilizzarci, a tentare di cristallizzare i momenti, per non perdere ciò che abbiamo. Ma questo non è possibile nella Vita, che è invece flusso. Fossilizzarci ci impoverisce energeticamente. La ricchezza è uno stato interiore. Se siamo nella vita emaniamo bellezza. La fonte luminosa attirerà abbondanza; se ci fossilizziamo invece sulle nostre idee la vita smette di fluire e sposta la sua attenzione su qualcun’altro. Lo scopo della nostra esistenza è compiere la nostra missione: vivere e non sopravvivere. Quando cerchiamo di cristallizzare il tempo, andiamo contro la vita e soffriamo. La sofferenza è opporsi alla vita. Tutte le prove che ci troviamo ad affrontare hanno una matrice comune: la nostra crescita e lo sviluppo delle nostre qualità. Scegliamo di nascere per imparare. Il dolore si sviluppa quando non accettiamo una situazione. Dobbiamo imparare a trascendere il dolore: la vita si manifesta per noi e noi abbiamo il potenziale di farcela. Tutte le prove che viviamo sono al servizio del nostro risveglio. L’ego è la nostra missione, è la creta che abbiamo indossato, è assenza del flusso di vita, è una materia che si è dimenticata di se stessa. La vita si è sacrificata perché noi possiamo illuminare la materia per ricordarci chi siamo. l’obiettivo è trasformarci in un essere luminoso. L’ego è una materia che non si ricorda che vuol dire amare, creare, la compassione…Siamo qui per diventare un essere di luce. Dobbiamo spiritualizzare la materia. E possiamo farlo imparando ad essere autentici per creare un’alleanza tra anima ed ego.
da Antonio Quaglietta | Ott 21, 2022 | Podcast, emozioni (posdcast), relazioni (poscast), struttura dell’amore (posdcast)
Come si esce dalla dipendenza emotiva? La dipendenza emotiva rappresenta un grande ostacolo alla felicità, poiché ci impedisce di costruire delle relazioni intime, autentiche e adulte. Quando siamo nella dipendenza emotiva la paura e la convinzione di non meritare la felicità ci bloccano e siamo sempre più spaventati, confusi e dipendenti. La dipendenza emotiva nasce da un bisogno di approvazione. Si tratta di un bisogno di approvazione che si è creato nell’infanzia e che la nostra parte bambina porta avanti fino all’ età adulta. Cerchiamo, per soddisfare il bisogno, una fonte esterna sbagliata, credendo che l’altro possa risolvere i nostri bisogni. Però, nessuna fonte esterna può soddisfare il nostro bisogno. Proprio per questo iniziamo a forzare la nostra relazione. La relazione naturalmente avrebbe il suo corso, ma la persona dipendente vuole forzare la relazione. Quando forziamo la relazione non lasciamo andare la relazione come dovrebbe andare ma iniziamo a pretendere che deve andare come vogliamo noi. E tutto questo si traduce nell’espressione: tu mi devi amare. E lo pretendiamo in tanti modi diversi. Ma più forziamo, più l’altro se ne va. Siamo condizionati dall’immagine che ci siamo costruiti della relazione….il nostro inconscio si aspetta che sia l’altro a renderci felici. Ma nessuno ci può rendere felici…solo noi possiamo occuparcene. Il primo passo è riconoscere la nostra dipendenza e dare spazio alla parte bambina e ai suoi bisogni. La dipendenza emotiva può metterci in contatto con noi stessi, mostra le carenze e le pretese del nostro bambino. Ogni dipendenza indica che c’è una ferita, un area di miglioramento, da cui possiamo partire per lavorare su noi stessi. E man mano che ci avviciniamo a noi stessi, non abbiamo bisogno di dipendere da nessun altro.
da Antonio Quaglietta | Ott 21, 2022 | Podcast, emozioni (posdcast), relazioni (poscast), struttura dell’amore (posdcast)
Cosa vuol dire dipendenza emotiva? In che modo ostacola la nostra felicità? La dipendenza emotiva ci procura una grande sofferenza. Per poter capire la dipendenza bisogna partire da un punto: la dipendenza emotiva nasce da un conflitto interno, da due forze che tirano in due direzioni opposte. Queste forze appartengono entrambe a noi, ma noi non siamo uno, con un’unica volontà, un’unica direzione, ma siamo fatti di diverse parti. Abbiamo, innanzitutto, una parte bambina e una adulta. La parte bambina è dipendente, impotente e centrata sul voglio: il bambino dipende dai genitori, da chi si occupa di lui, per il cibo, la protezione, per il piacere e per la sopravvivenza in generale. Ha bisogno di ricevere, più che di dare. L’adulto, invece, è interdipendente, responsabile e ha un equilibrio tra il dare e il ricevere, riesce a comunicare in modo assertivo; siamo tanto più adulti quanto più in una relazione abbiamo equilibrio, riusciamo a stabilire e mantenere confini, siamo in grado di scambiare e sappiamo cedere, essere flessibili, quando necessario. Quando siamo nella parte bambina abbiamo una serie di convinzioni, alcune delle quali sono limitanti. Una delle convinzioni più forti che la parte bambina sostiene è “io non posso da solo”. Se questa convinzione è fondata per il bambino, poiché dipende davvero dall’altro, non lo è per l’adulto. Questa potentissima convinzione dà vita al meccanismo della dipendenza emotiva. Vediamone i passaggi fondamentali. *Se non posso da solo, allora cerco una fonte esterna (sbagliata) che mi dia quello che non riesco a procurarmi da solo, ma la fonte esterna non può soddisfare il mio bisogno. *Per questo motivo sperimenterò un bisogno insoddisfatto e questo diventerà sempre più urgente: avrò la necessità sempre più impellente di risolvere e soddisfare il mio bisogno, quindi inizierò ad utilizzare la compiacenza per raggiungere il mio scopo. *Inizio a perdere di vista me stesso, inizio a dire sempre si, tradisco me stesso e confermo la convinzione che da solo non posso e non riesco a farcela. La parte bambina è disperata e cerca speranza nel fatto che sia l’altro a soddisfare i bisogni e cresce la compiacenza. *Questo significa che inizio a forzare la relazione. Ci sono diversi modi per forzare la relazione; ognuno trova un modo per poterlo fare: resistenza passiva (sto là, resisto ma non mi arrabbio), dispetti, mi raffreddo, intimidazione, rifiuto di cooperare, aggressione….sono tutte modalità di comunicazione violenta. Tutte queste modalità hanno un unico obiettivo: l’altro deve darmi ciò di cui io ho bisogno. *Ma se io forzo, l’altro scappa. *Se l’altro scappa io provo rabbia verso l’altro che non soddisfa il mio bisogno e nasce in me un desiderio di vendetta: il conflitto diventa sempre più grande e io comincio ad entrare in un meccanismo di odio-amore; ti odio perché non soddisfi i miei bisogni, ma non riesco a fare a meno della tua approvazione. *Quindi mi sento in colpa perché provo sentimenti negativi e mi sto svalutando, e sento confusione perché non so più se ho diritto all’amore, al piacere, non so se merito di ricevere ciò che desidero. *Quindi aumenta il dubbio e la confusione dentro di noi, ma più aumenta il dubbio, più sentiamo di aver bisogno di conferme esterne, che ricerchiamo nella fonte sbagliata. E questo ci toglie tanta energia e ci provoca enorme sofferenza. Che fare per uscirne? Innanzitutto occorre aprire gli occhi, accorgerci della dipendenza emotiva. Quindi renderci conto del fatto che la fonte giusta per soddisfare i nostri bisogni è dentro noi stessi. Questo non vuol dire non stare in relazione. Ma solo se ci curiamo di noi, se ci occupiamo anche delle nostre parti bambine, riusciamo ad avere relazioni adulte e sane.
da Antonio Quaglietta | Mar 3, 2022 | Podcast, struttura dell’amore (posdcast)
Amore e distruzione sono due forze potentissime che agiscono costantemente nella nostra vita. A seconda della forza che guida i nostri comportamenti noi proviamo benessere o malessere. Noi dovremmo tendere naturalmente al benessere fisico, psichico, spirituale, ovvero all’amore, alla libertà e alla coerenza. Che cosa è che però ci fa scegliere il malessere, cioè la distruzione? Qual è l’incastro principale che ci impedisce di stare bene, di essere coerenti, di amare e di esserenell’amore? L’incastro principale è il contagio emotivo: non c’è nulla di più contagioso dell’emozione. Cosa è il contagio emotivo? Contagio emotivo vuol dire che una persona arriva con una sua emozione e la butta sull’altro e l’altro inizia a risuonare provando la stessa emozione. Diventiamo in questo modo ostaggi delle nostre emozioni. Per questo non riusciamo ad amare. Si crea un clima emotivo che produce reattività e la volontà di perseguire l’amore non riusciamo ad esercitarla. Essere contagiati vuol dire non avere la capacità di schermarsi dalle vibrazioni che arrivano e non avere capacità di risposta. O meglio vedere una sola risposta possibile alla situazione che dobbiamo affrontare. Cosa vuol dire non essere contagiati invece? Vuol dire mantenere la possibilità di rispondere in quanti più modi possibile. Il contagio emotivo ci da il grado della nostra evoluzione, libertà emotiva e maturità spirituale. Cosa fare? La chiave dell’amore, del benessere è la coerenza. L’incoerenza è l’insieme delle forze dentro di noi che vanno in direzioni diverse e opposte. Coerenza invece è andare in un’unica direzione, fare in modo che le nostre forze siano direzionate. Verso l’alto, verso la spiritualità. Ma se noi vogliamo l’amore, perché scegliamo la distruzione? Il motivo principale è il giudizio interno: la voce che ci dice che non siamo abbastanza. La mente proietta il sè ideale e ci giudica. Come reagiamo al giudice interno? Noi copriamo il giudizio con una maschera e il giudizio va nell’inconscio e succede che noi cerchiamo di ottenere la coerenza con l’incoerenza, ottenendo in questo modo proprio l’ incoerenza. Cerchiamo di portare la pace con la guerra, l’apertura con la chiusura, il cambiamento con l’immobilismo, l’armonia con il conflitto. È importante comprendere che il mondo che vediamo fuori è disarmonico, conflittuale, ma quello che c’è fuori è anche dentro di noi. Che facciamo con le parti di noi che non ci piacciono? Le odiamo e non vogliamo vederle. Facciamo guerra alle nostre parti desiderando la pace. Così creiamo disarmonia e sofferenza. Che possiamo fare per arrivare all’armonia interna? Il primo passaggio è FERMATI: finchè siamo preda del caos non possiamo raggiungerla; il secondo è Capire: scrivi i problemi che hai per comprendere che ci sono dei problemi che turbano il benessere. il terzo è Prendere consapevolezza: ogni problema esterno è uno specchio di un conflitto o di un problema interno. il quarto è Comprendere: andare a guardare cosa c’è dentro di me senza giudizio, facendo l’esperienza per scioglierlo definitivamente. Cosa ti impedisce di scegliere l’amore?
da Antonio Quaglietta | Mar 3, 2022 | Podcast, struttura dell’amore (posdcast)
Cosa ci impedisce di amare veramente? Qual è la differenza tra le tre forze (eros, sesso e amore) che alimentano le nostre relazioni di coppia? Come si arriva al vero amore di coppia? Per prima cosa è necessario imparare a distinguere in maniera consapevole tra eros e innamoramento. L’ eros è la forza che ci spinge ad aprirci con l’ altro, ad interessarci all’altro e che ci fa uscire dal nostro egoismo; spinti dall’eros siamo più propensi ad abbandonare le nostre difese e a costruire una relazione di coppia; l’innamoramento invece è una fase durante la quale ci relazioniamo in coppia tendendo a vedere solo alcuni aspetti dell’altro, alcune sue caratteristiche, trascurandone altre. Con la spinta dell’eros, arriviamo poi a conoscere più approfonditamente l’altro, iniziando a vedere anche caratteristiche che non avevamo visto. Nell’ innamoramento l’eros viene scatenato da una proiezione positiva. Per poter arrivare dall’innamoramento all’amore occorre mantenere vivo l’eros. Questo però si può fare solo con una grande maturità emotiva. Eros e sesso sono degli aspetti fondamentali dell’amore. Se perdiamo l’eros, ovvero questa spinta necessaria per andare verso l’altro, allora perdiamo anche la possibilità di evolvere come coppia. Ma questo richiede un atto volontario: l’amore è infatti una spinta volontaria di apertura verso l’altro. Spesso crediamo di essere aperti all’altro e accusiamo l’altro di non essere onesto con noi; ma nella coppia restiamo ad un livello superficiale e non ci rendiamo conto di quanto alte siano le nostre difese. Aprirsi veramente all’altro, arrivare all’amore, vuol dire abbattere le difese, abbandonando pretese, lamentele e accuse nei confronti dell’altro. Spesso alziamo le difese perché abbiamo paura di soffrire e ci schermiamo pensando di evitare la sofferenza. Quando siamo nell’amore, invece, siamo consapevoli che avremo una quota di sofferenza, ma siamo disponibili ad accoglierla e ad attraversarla. Solo raggiungendo un equilibrio dinamico tra queste forze potremo sperimentare qual è il vero amore di coppia.
da Antonio Quaglietta | Mar 3, 2022 | Podcast, struttura dell’amore (posdcast)
Come possiamo riconoscere il vero amore? Quali sono gli elementi che ci permettono di capire qual è il vero amore di coppia? Nelle nostre relazioni di coppia ci sono 3 forze che ci guidano: l’ amore, l’eros e il sesso. Spesso si manifestano combinate tra loro; ancora più spesso separate le une dalle altre. Ma solo se sono in equilibrio possiamo sperimentare la loro vera forza. La maggior parte delle coppie non dura e finisce perché non ha una adeguata conoscenza di cosa sia una relazione, e soprattutto una relazione di tipo romantico, cioè una relazione di coppia basata sull’attrazione. Molto spesso tendiamo a confondere innamoramento e amore. Come possiamo comprendere questa differenza? Ci sono tre componenti, tre forze che entrano in gioco nella relazione di coppia: eros, sessualità e amore. Cosa è l’eros? L’eros è un ponte per l’amore. L’eros è una forza in genere molto forte; è attrazione. Il potere di questa forza sta nel fatto che ci smuove, ci fa andare oltre la pigrizia. Ci spinge verso l’apertura verso un’altra persona. Quando siamo innamorati non possiamo fare a meno di andare verso l’altro. Questa forza ci spinge ad andare oltre le nostre difese e ci spinge all’apertura. Quando siamo innamorati pregustiamo l’amore, assistiamo all’ abbattimento delle difese, siamo spontaneamente spinti all’altruismo, abbiamo voglia di conoscere l’altro, siamo alla ricerca dell’unità con l’altro. Così si manifesta l’eros: come una forza vitale, come energia che ci porta all’azione. L’eros, per sua natura, è improvviso e breve. Dura poco ed è una forza improvvisa. Siamo convinti che questa condizione duri per sempre. Vogliamo preservare quello stato di amore. La fine dell’eros non è qualcosa da temere, ma è qualcosa da desiderare. Perché travolti dall’eros non siamo totalmente in grado di conoscerci. Siamo in una relazione condizionata da questa forza. Cosa è invece la sessualità? La sessualità è forza ed energia creativa a tutti i livelli. Quando il sesso è staccato dall’eros, quando non c’è attrazione emotiva, diventa un atto meccanico. Senza la spinta inconscia dell’eros che ti fa scegliere l’altra persona, l’esperienza sessuale che viviamo è tutta interna. Ma staccare eros e sessualità ha un costo. Perché quando il sesso è solo un’esperienza egoistica si arriva alla strumentalizzazione dell’altro e rimane senso di vuoto e frustrazione. Il sesso senza eros ti impedisce l’amore. Cosa è invece l’amore? L’amore è un esperienza relazionale. L’amore è apertura all’altro. Quando sono nell’amore sono capace di mostrarmi, svelarmi, rivelarmi all’altro. L’amore è unione stabile con l’intero. Sono connesso all’altro con tutte le sue parti, anche con quelle parti che non mi piacciono. Connessione non vuol dire sempre piacere e non vuol dire nemmeno sempre sacrificio. L’amore non è sottomissione. È crescere insieme. Come si fa? Vuol dire scoprire man mano di più dell’altro, imparare ad essere e mostrare se stessi all’altro. Per arrivare a fare esperienza dell’amore è necessario partire dall’eros e coltivare con impegno e volontà il sentimento, lasciando andare le difese e rivelando se stesso all’altro. Il vero amore di coppia contempla e possiede tutte e tre queste forze. Ed è proprio con l’equilibrio tra queste tre forze, eros, sesso e amore, che la coppia cresce ed evolve.
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