Episodio 307 – E’ amore? 5 passi per riconoscere l’amore

Episodio 307 – E’ amore? 5 passi per riconoscere l’amore

In questa nuova puntata di “Sentieri d’Amore,” la rubrica dedicata alle relazioni affettive, si affronta la domanda sempre più pressante: perché le coppie durano sempre meno? Quali possono essere le cause del fatto che le coppie durano sempre meno? Il punto di partenza è imparare a distinguere tra infatuazione e amore. I fattori chiave per distinguere i due sono la durata, la profondità, l’accettazione, lo sforzo e il sacrificio e l’indipendenza. Si sottolinea l’importanza di comprendere l’indipendenza come elemento fondamentale, nonostante il mito della dipendenza emotiva. Se valutiamo questi parametri possiamo comprendere cosa non funziona o non ha funzionato nelle nostre coppie e possiamo seriamente riflettere sulle nostre relazioni e utilizzare queste informazioni per la crescita personale anziché giudicare gli altri. E tu, hai mai scambiato l’infatuazione amore?
Episodio 277 – La magia di dire grazie.

Episodio 277 – La magia di dire grazie.

La magia di dire grazie. Gratitudine e speranza sono i due sentimenti che maggiormente dobbiamo imparare a coltivare. Perché ci fanno un gran bene. La gratitudine è uno stato di apprezzamento per qualcosa di interno o di esterno a noi. Quando siamo nella gratitudine noi apprezziamo ciò che siamo, ciò che abbiamo, ciò che l’altro fa per noi. Quando spostiamo il focus sulla gratitudine cambia il nostro stato psicofisico, mentale, spirituale. E ci sono tante ricerche che ne testimoniano i benefici. Ma nonostante i tanti benefici noi la pratichiamo poco. Perché? Perché? Perché diamo troppe cose per scontato. Viviamo come assuefatti a ciò che proviamo. Ci sono 3 tipi di gratitudine e gli effetti che si possono avere cambiano a seconda del tipo a: • Essere grati a se stessi: questo tipo di gratitudine può essere considerato un vero e proprio antidoto per l’autogiudice, per il giudice interno; • Essere grati agli altri: questo tipo di gratitudine cambia il clima relazionale • Essere grati a Dio e alla Vita: questo tipo di gratitudine genera accettazione, diminuisce la rabbia e il senso di ingiustizia e quindi stiamo meglio. Essere grati ci fa essere meno nel confronto con gli altri. La gratitudine è consapevolezza. Quando non siamo grati siamo in uno stato di inconsapevolezza. Ricorda: se vuoi essere beato impara ad essere grato. Quali sono i tuoi motivi di gratitudine?
AMORE: l’ amore è una qualità relazionale

AMORE: l’ amore è una qualità relazionale

AMORE: l’ amore è una qualità relazionale Siamo in grado di cogliere l’altro per com’è? Siamo capaci di coltivare l’amore? Cosa vuol dire accogliere l’altro? Accogliere l’altro per quello che è significa riuscire a guardarlo nelle sue specificità. Cambiare nella relazione significa innanzitutto andare concretamente verso l’altro, interessarsi a lui ascoltando con profondità cosa realmente dice. Noi, invece, tendiamo a concettualizzare l’altro e ci relazioniamo con l’immagine che abbiamo creato dell’altro. Altro è diverso. Nella relazione noi entriamo in contatto con questa diversità: l’amore è una qualità relazionale. Per sviluppare l’amore come qualità relazionale io devo imparare a conoscere l’altro per quello che è, non per l’immagine che mi sono fatto di lui. E posso conoscerlo sia attraverso le parole (quindi ad un livello più logico-razionale), sia attraverso un linguaggio simbolico, che va più in profondità e coinvolge anche la sfera emotiva. Quanto siamo capaci di vedere il mondo con gli occhi dell’altro? Di cogliere l’altro per come è? Siamo disposti a cambiare nella relazione, andando concretamente verso l’altro, aprendoci al suo mondo e a fare spazio dentro di noi? Fammi sapere nei commenti, Antonio
Amare se stessi o l’altro: ho bisogno di te!

Amare se stessi o l’altro: ho bisogno di te!

Amare se stessi o l’altro: ho bisogno di te! L’ amore malato è frutto della mancanza di amore per se stessi. Ho bisogno di te esprime amore o dipendenza affettiva? Amare se stessi o amare gli altri? Sembra un dilemma ma in realtà non lo è. Come amare se stessi? questa è una buona domanda. paradossalmente avere amore per se stessi ha bisogno dell’amore dell’altro. Le due cose si completano e senza una l’altra non esiste. Quando non c’è questo equilibrio produciamo solo amore malato e relazioni tossiche in amore, basate sulla dipendenza affettiva e non sulla libertà del vero amore. Se non sappiamo avere amore per noi stessi non siamo in grado di amare gli altri. I maestri dell’umanità ci hanno insegnato: ama il prossimo tuo come te stesso e questo ‘come te stesso’ piano piano si è perso. Il grado di premura, cura, responsabilità, conoscenza che hai di te stesso e che puoi dare a te stesso sei in grado di darlo a qualcun altro. In caso contrario l’amore malato sarà ciò di cui ti troverai ad accontentarti non vedendo altre possibilità. Tocca distinguere e scegliere tra amore malato e Amore, libertà o dipendenza affettiva, relazioni nutrienti o relazioni tossiche in amore.
Volersi bene e amare se stessi

Volersi bene e amare se stessi

Volersi bene e amare se stessi sappiamo tutti che è fondamentale. Ma come ci si vuole bene, come si può amare se stessi. Se ci rifacciamo alle tradizioni sapienziali, alla spiritualità, anche a memoria conosciamo la frase: ama il prossimo tuo come te stesso, e siamo abituati a ripeterlo, ma non a incarnarlo. sapere come amare se stessi è il vero tesoro da scoprire. E che vuol dire incarnarlo? Vuol dire come volersi bene e amarsi. Concretamente significa renderci conto che noi possiamo amare un’altra persona, anche nostro figlio, nel modo in cui ci amiamo. L’amore che proviamo per l’altro è uno specchio della nostra reale capacità di amare noi stessi. Ma se siamo una persona, che vuol dire amare noi stessi? Come possiamo volerci bene? Vuol dire innanzitutto capire che dentro di noi abbiamo un mondo che è fatto di parti che spesso tendono verso direzioni molto diverse. Vendendo e accettando ogni singola parte di noi iniziamo ad amarci a voler bene a noi stessi. Nel video, estratto da un seminario sulla comunicazione non violenta, Antonio Quaglietta, psicologo relazionale, mostra le capacità fondamentali che ci permettono di raggiungere questo grande traguardo concreto, sviluppare la capacità di mare se stessi e di volersi bene. Esercitandosi ad applicare la comunicazione non violenta di Rosemberg, con il nostro mondo interno possiamo davvero sviluppare una modalità pratica e quotidiana di volersi bene. L’amore per sé diventa così una pratica e non un sentimentalismo astratto da inseguire.